L’ASSASSINO OBAMA

Redazione di Operai Contro, Barack Obama ha un piano per combattere la minaccia jihadista in Siria e in Iraq. Il presidente americano ha ribadito che non invierà truppe di terra in Iraq o Siria e ha confermato, invece, che Washington sarà alla guida di “una coalizione internazionale” di 10 Paesi – tra cui l’Italia – che si limiterà a raid aerei a sostegno delle truppe di Baghdad e dei peshmerga curdi. Obama non ha invece voluto rivelare se autorizzerà bombardamenti anche in Siria, in particolare a Raqqa, la roccaforte di Is. Se il presidente decidesse un simile intervento, gli […]
Condividi:

Redazione di Operai Contro,

Barack Obama ha un piano per combattere la minaccia jihadista in Siria e in Iraq.

Il presidente americano ha ribadito che non invierà truppe di terra in Iraq o Siria e ha confermato, invece, che Washington sarà alla guida di “una coalizione internazionale” di 10 Paesi – tra cui l’Italia – che si limiterà a raid aerei a sostegno delle truppe di Baghdad e dei peshmerga curdi.

Obama non ha invece voluto rivelare se autorizzerà bombardamenti anche in Siria, in particolare a Raqqa, la roccaforte di Is. Se il presidente decidesse un simile intervento, gli Usa si troverebbero nella posizione scomoda di alleati di fatto del regime siriano.

Riguardo a eventuali bombardamenti in Siria, Obama non ha parlato in termini espliciti lasciando però aperti diversi scenari: “La strategia Usa sia per l’Iraq che per la Siria è che andremo a caccia dei membri (dello Stato Islamico) ovunque si trovino”. Obama ha ribadito che gli Stati Uniti cercheranno di coinvolgere nella coalizione anche l’Arabia Saudita, la Giordania, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia.

Obama mira ad estendere il conflitto

I giovani mussulmani correranno a milioni sotto le bandiere dell’ISIS

Obama: “Voglio che gli americani comprendano la natura della minaccia rappresentata (da Is) e come la affronteremo e rassicurarli che saremo in grado di farlo. Tutti debbono capire che non abbiamo alcun segnale (al momento) dall’intelligence di un’immediata minaccia all’America”, ma questo non significa, “che nel corso del tempo (Is) non possa rappresentare una grave minaccia alla madrepatria”, soprattuto dai cosidetti “foreign fighters” (combattenti di Is occidentali) che grazie ai loro passaporti potrebbero “senza ostacoli” entrare negli Usa e colpire. Obama ha quindi ammesso di aver sbagliato di grosso quando a gennaio schernì Is definendola non una grave minaccia ma solo “la squadra delle riserve di un college, indossare la maglia del Lakers (squadra basket pluripremiata) non fa di loro Kobe Bryant”. Oggi alla Nbc ha fatto marcia indietro: “Non sono (affatto) una squadra di riserve”.

Obama è poi tornato a parlare di un’altra gaffe, ammettendo un altro errore: andare a giocare a golf dopo essere intervenuto in Tv per deplorare la decapitazione del reporter Usa James Foley non è stata proprio una bella idea. Anche se il presidente Usa difende la sua buona fede. “E’ chiaro – ha ammesso nel corso di un’intervista alla Nbc – che dopo aver parlato alle famiglie e dopo le dichiarazioni che ho fatto avrei dovuto capire l’effetto” che avrebbe avuto quella decisione. “Ma tutti quelli che mi conoscono, compresi i giornalisti – ha aggiunto – credo sappiano che le mie parole sono sincere e che certe situazioni mi toccano davvero profondamente”.

La vicenda risale al 20 agosto, quando Obama, in vacanza sull’isola di Marthàs Vineyard, prima parlo alla nazione in diretta Tv, con toni gravi e indignati, per condannare il video shock della decapitazione di Foley. Subito dopo fu ripreso, decisamente sorridente, impegnato in una partita di golf. Una vicenda che ha scatenato tantissime critiche e polemiche.

Assassino Obama finge di piangere e ride giocando ma golf

Un lettore

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.