SCUOLA: PING-PONG DI RENZI E GIANNINI

Redazione, Il 29 agosto vi stupirò” aveva detto Renzi. Nessuno rimarrà stupito, almeno il 29 agosto. La riforma della scuola non sarà all’ordine del giorno del consiglio dei ministri, nonostante fosse mancato tanto così dall’appendere i manifesti ai muri delle città. La motivazione uscita da fonti di Palazzo Chigi è che c’è già troppa roba di cui discutere in consiglio dei ministri: la giustizia (che farebbe già da sé materiale per un paio di gabinetti di governo), lo “Sblocca Italia” (cioè sblocca opere pubbliche) e le questioni internazionali che per buona parte della giornata hanno tenuto il capo del governo attaccato al telefono […]
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Redazione,

Il 29 agosto vi stupirò” aveva detto Renzi.

Nessuno rimarrà stupito, almeno il 29 agosto.

La riforma della scuola non sarà all’ordine del giorno del consiglio dei ministri, nonostante fosse mancato tanto così dall’appendere i manifesti ai muri delle città. La motivazione uscita da fonti di Palazzo Chigi è che c’è già troppa roba di cui discutere in consiglio dei ministri: la giustizia (che farebbe già da sé materiale per un paio di gabinetti di governo), lo “Sblocca Italia” (cioè sblocca opere pubbliche) e le questioni internazionali che per buona parte della giornata hanno tenuto il capo del governo attaccato al telefono (con PutinCameron e il finlandese Stubb nell’ordine).

La riforma è rinviata

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva dato il via al battage pubblicitario il 19 agosto.

Due giorni dopo già era stato “corretto”, almeno nella forma, dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “Il 29 agosto presenteremo ‘visione’ governo su scuola. Seguirà provvedimento in costruzione da mesi” aveva precisato sempre attraverso Twitter. Al tema il capo del governo ci punta parecchio. Da mesi promette lavori e ristrutturazioni nelle scuole.

“Ormai la ‘riformite‘ ha una pessima fama, sembra una malattia, di quelle difficili da capire ma che non lascia scampo. Bisognerebbe abrogare per legge l’espressione: faremo la riforma della scuola. Non ditelo: raccontateci come farlo, concretamente”. Lo diceva (anzi lo scriveva) Renzi nel 2011, dentro uno dei suoi libri, Fuori!.

Renzi è uno sbruffone

Un dfocente

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