Scontri a Donetsk, uccisi 6 civili

Cronaca Almeno 6 civili sono stati uccisi nelle ultime 24 e 13 sono rimasti feriti da colpi di artiglieria sparati in aeree abitate di Donetsk, grande città industriale dell’Ucraina orientale roccaforte dei ribelli separatisti e obiettivo dell’offensiva delle forze di Kiev. Lo ha riferito il vicesindaco Kostyantyn Savinov. Le vittime sono concentrate nel rione di Petriviski, a sud-ovest del centro. Un inviato dell’Afp ha potuto vedere alcune palazzine e una scuola distrutte dalle cannonate. Spari minacciano indagini su aereo abbattuto Si stanno rivelando complesse e non privi di pericoli le indagini degli esperti internazionali nella zona in cui il […]
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Cronaca

Almeno 6 civili sono stati uccisi nelle ultime 24 e 13 sono rimasti feriti da colpi di artiglieria sparati in aeree abitate di Donetsk, grande città industriale dell’Ucraina orientale roccaforte dei ribelli separatisti e obiettivo dell’offensiva delle forze di Kiev. Lo ha riferito il vicesindaco Kostyantyn Savinov. Le vittime sono concentrate nel rione di Petriviski, a sud-ovest del centro. Un inviato dell’Afp ha potuto vedere alcune palazzine e una scuola distrutte dalle cannonate.

Spari minacciano indagini su aereo abbattuto
Si stanno rivelando complesse e non privi di pericoli le indagini degli esperti internazionali nella zona in cui il 17 luglio si è schiantato il Boeing 777 in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur abbattuto probabilmente da un missile mentre sorvolava l’Ucraina orientale: nuovi combattimenti nell’ambito dell’offensiva delle forze di Kiev contro i ribelli hanno infatti costretto un gruppo di periti ad abbandonare le ricerche nonostante due giorni fa ucraini e separatisti si fossero detti d’accordo sull’interruzione degli scontri nell’area in modo da permettere l’inizio dei rilievi. Gli accertamenti non sono però stati interrotti del tutto. Come ha spiegato un portavoce dell’Osce, Shiv Sharma, alcuni esperti sono stati costretti a lasciare la zona a causa di colpi di artiglieria sparati a un paio di chilometri da dove stavano cercando i resti della fusoliera, mentre gli altri hanno continuato a lavorare regolarmente. Sull’enorme area (circa 20 chilometri quadrati) in cui sono disseminati i frammenti del Boeing, nonché i resti di alcune delle 298 vittime della strage, oggi hanno lavorato otto osservatori dell’Osce e una settantina di esperti di Olanda e Australia (193 delle persone decedute erano olandesi e 27 australiane). Al momento, la priorità non è tanto stabilire la causa dell’abbattimento, quanto recuperare i resti umani ancora presenti, e i periti olandesi si stanno servendo a questo scopo di due cani specializzati, mentre altri due sono in arrivo dal Belgio. Alle indagini – che si svolgono sotto la sorveglianza di gruppi di miliziani filorussi – partecipano anche numerosi agenti, ma il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha precisato che gli olandesi sono disarmati, in modo da spegnere sul nascere la polemica accesa ieri da uno dei leader separatisti, che aveva criticato la decisione del parlamento ucraino di permettere a Olanda e Australia di inviare fino a 950 esperti, tra cui dei poliziotti, parlando addirittura di “un’operazione militare di fatto”. L’abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines ha inasprito ulteriormente le già infuocate relazioni tra Mosca da un lato e Ue e Stati Uniti dall’altro e ha portato a nuove e più pesanti sanzioni contro la Russia da parte di Bruxelles e Washington. Secondo indicazioni occidentali infatti a causare questa tragedia sono stati probabilmente i separatisti, che avrebbero aperto il fuoco con un sistema missilistico terra-aria fornito loro dalla Russia. Il Cremlino nega però ogni coinvolgimento e i filorussi sostengono che ad abbattere l’aereo malese possa essere stato un caccia ucraino. Mentre monta una polemica anche sulle forniture di armi europee a Kiev: che secondo Mosca andrebbero sottoposte a embargo e secondo l’Ue no. Intanto una macabra notizia arriva proprio dal campo separatista, con Igor Druz, un consigliere del comandante dei miliziani, Igor Strelkov, che in un’intervista alla Bbc ha ammesso che “in diverse occasioni in stato di emergenza” gli insorti avrebbero “portato a termine delle esecuzioni sparando per evitare il caos”. E secondo Druz è anche per questa sorta di segnale lanciato al resto delle forze ribelli che i miliziani “sono altamente disciplinati”. Sul campo di battaglia in ogni modo l’esercito ucraino, numericamente dominante, sembra per ora avere la meglio, e il portavoce del Consiglio di sicurezza di Kiev, Andrii Lisenko, ha annunciato oggi la riconquista di altri due villaggi nella zona di Donetsk: Krasnogorivka e Staromigailovka. A soffrire e a morire in questa guerra sono però anche i civili, e oggi l’amministrazione comunale di Lugansk ha denunciato che la città si trova “sull’orlo di una catastrofe umanitaria”, è priva di acqua ed elettricità e scarseggiano i generi alimentari. L’importante centro in mano ai separatisti è sconvolto dai combattimenti, e l’artiglieria di Kiev ha colpito più volte uccidendo “più di 100 pacifici cittadini”.

ANSA

Nella foto  un pezzo d’artiglieria di Kiev

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