Gaza è senza luce, bombardata l’unica centrale elettrica

Bombardata dall’aviazione militare israeliana l’unica centrale elettrica di Gaza. Lo hanno riferito i palestinesi che abitano nelle vicinanze, nel settore centrale della Striscia. Ci sono le foto. Alte nuvole nere di fumo stanno oscurando il cielo sulla cittadina della striscia  Numerosi quartieri di Gaza – mentre si moltiplicano gli attacchi dell’aviazione israeliana – sono senza energia elettrica. Chi puo’ sopperisce con piccoli generatori di corrente elettrica ad uso familiare. Ultim’ora: “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci erano stati affidati all’inizio della campagna. Ora la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi da Gaza”. Lo ha detto un’alta fonte […]
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Bombardata dall’aviazione militare israeliana l’unica centrale elettrica di Gaza. Lo hanno riferito i palestinesi che abitano nelle vicinanze, nel settore centrale della Striscia. Ci sono le foto. Alte nuvole nere di fumo stanno oscurando il cielo sulla cittadina della striscia  Numerosi quartieri di Gaza – mentre si moltiplicano gli attacchi dell’aviazione israeliana – sono senza energia elettrica. Chi puo’ sopperisce con piccoli generatori di corrente elettrica ad uso familiare.

Ultim’ora: “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci erano stati affidati all’inizio della campagna. Ora la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi da Gaza”. Lo ha detto un’alta fonte militate israeliana citata dai media in forma anonima. Stasera alle 19 locali è prevista una nuova riunione del Gabinetto di sicurezza.

Agli oltre 200 mila sfollati di Gaza (su una popolazione di 1,8 milioni)se ne sono aggiunti nelle ultime ore altri 20 mila. Sono gli abitanti dei rioni di Izet Abed Rabbo (vicino al campo profughi di Jabalya) e di Zaitun (a est di Gaza) che la scorsa notte hanno ricevuto da Israele l’avvertimento di abbandonare immediatamente le loro abitazioni. Israele ha avvertito gli abitanti che i loro quartieri potrebbero presto trasformarsi in zone di combattimento con i gruppi armati palestinesi. Alla luce delle battaglie che la settimana scorsa hanno insaguinato Sajaya, Beit Hanun e Khuzaa (Khan Yunes) le minacce israeliano hanno indotto dunque la popolazione di quei rioni a sgomberare velocemente le proprie case. Cio’, nonostante che nelle stesse ore numerosi quartieri fossero immersi nella oscurita’ e malgrado i ripetuti raid dell’aviazione israeliana. Gli sfollati cercano adesso ospitalita’ da congiunti o riparo in scuole pubbliche.

A giornata appena iniziata, sale ancora il bilancio delle vittime di oggi nella Striscia di Gaza: almeno 26 al momento, tra le quali figurano nove donne e quattro bambini. Secondo i servizi di soccorso palestinesi, ammontano ad almeno 1.113 i morti dall’inizio dell’offensiva israeliana l’8 luglio scorso.

Nelle prime ore della notte bombardamenti hanno colpito Rafah e nel campo profughi Bureij. Colpita anche la casa di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, nel campo di Shati.

Le sirene d’allarme hanno risuonato invece a Tel Aviv, dove sarebbero stati intercettati almeno 3 razzi.

Per lanciare razzi contro Israele Hamas usa anche cimiteri. Lo sostiene il portavoce militare israeliano in un messaggio twitter a cui allega la fotografia aerea del cimitero di Beit Lahya (nel nord della Striscia) ripreso mentre un razzo si eleva in volo verso Israele. In un altro messaggio twitter il portavoce militare ribadisce che l’ospedale Shifa di Gaza e il campo profughi di Shati sono stati colpiti ieri da razzi palestinesi lanciati da Gaza City verso Israele e risultati difettosi. In quelle esplosioni 10 persone (per lo piu’ bambini) sono rimaste uccise.

Cinque soldati israeliani sono stati uccisi ieri nei combattimenti con un commando palestinese che stava tentando di infiltrarsi in un tunnel a Nahal Oz, vicino la frontiera con Gaza. Lo ha annunciato oggi l’esercito. “I soldati di fanteria Daniel Kedmi (18 anni), Barkey Ishai Shor (21 anni), Sagi Erez (19 anni) e Dor Dery (18 anni) sono stati uccisi in un tentativo di attacco”, rende noto un comunicato militare, aggiungendo che la pubblicazione del nome del quinto soldato non è stata ancora autorizzata. Salgono così a 53 i militari israeliani morti dall’inizio dell’operazione contro Hamas.

Khamenei, armare palestinesi contro Israele – La guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha definito oggi Israele un “cane rabbioso” che sta commettendo un “genocidio” a Gaza, affermando che il mondo islamico deve “armare” i palestinesi. Khamenei ha parlato in un discorso diffuso in diretta dalla tv di Stato.

“Un cane rabbioso, un lupo selvaggio che attacca persone innocenti, bambini che hanno perso la loro vita senza colpe. Quello che fanno i leader del regime sionista è un genocidio ed una catastrofe storica”, ha detto Khamenei. “Il presidente americano (Barack Obama) ha emesso una fatwa affinché la resistenza (palestinese) venga disarmata, così che non possa rispondere a tutti questi crimini. Noi diciamo il contrario: il mondo intero, ed in particolare quello islamico, deve armare più che può il popolo palestinese”, ha aggiunto. Secondo il leader iraniano gli Stati Uniti ed i paesi europei sostengono la smilitarizzazione palestinese così che Israele possa attaccare “la Palestina e Gaza in qualsiasi momento, senza che si possano difendere”. Khamenei ha infine salutato la “forza di resistenza palestinese: un popolo circondato in un piccolo territorio, con le frontiere chiuse, privo d’acqua ed elettricità, una popolazione che affronta un nemico armato come quello del regime sionista. Questo popolo resiste senza sosta: questa è una lezione per tutti”.

 ANSA

Sono almeno 100 i palestinesi che dalla mezzanotte sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dai bombardamenti israeliani dopo la sanguinosa giornata di ieri, caratterizzata dai bombardamenti sui campi profughi di Jabalya e Shati e l’ospedale di Shifa. Lo afferma il ministero della Salute di Gaza. Secondo le notizie provenienti dalla Striscia, cinque intere famiglie sarebbero quasi del tutto state sterminate dalle bombe a Rafah e Khan Younis. In quest’ultima località nel sud della Striscia, un raid dell’aviazione israeliana ha ucciso Wadah Abu Amer, uno dei leader del Fronte democratico per la liberazione della Palestina, insieme alla moglie e a loro cinque figli. Altre 12 persone sarebbero state uccise a Jabaliya da un colpo d’artiglieria. Il nuovo conteggio del ministero della Salute evidenza l’escalation nelle ultime ore dell’operazione “Protective Edge”, oggi al 22° giorno. Il bilancio del ministero per la mattinata era stato di 57 vittime, ma è stato rivisto alla luce di verifiche negli ospedali e nei centri di soccorso. Ci sono anche altre centinaia di feriti. Il numero esatto di morti tuttavia è difficile da calcolare, perché molti sono probabilmente sepolti sotto le macerie delle case abbattute dai raid.

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Olp: “Tregua umanitaria”. Hamas dice no
“Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci erano stati affidati all’inizio della campagna. Ora la leadership politica deve decidere se andare ancora avanti o ritirarsi da Gaza”. Lo ha detto un’alta fonte militare israeliana citata dai media in forma anonima. Stasera alle 19 locali è prevista una nuova riunione del Gabinetto di sicurezza. Aperture anche dal fronte opposto:l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) e Hamas concordano sulla proposta di una tregua umanitaria di 24 ore. Lo ha dichiarato Yasser Abed Rabbo, segretario generale dell’Olp, precisando di parlare anche a nome di Hamas. Che però smentisce e nega di aver accettato una intesa per una tregua umanitaria, riferisce la agenzia di stampa palestineseMaan.

Spenta l’unica centrale elettrica di Gaza
L’aviazione israeliana ha colpito anche l’unica centrale elettrica della città. L’impianto, ha fatto sapere Fathi al-Sheikh Khalil, direttore dell’Autorità per l’energia di Gaza, non è più in funzione. La scorsa notte numerosi quartieri di Gaza – mentre si moltiplicavano gli attacchi dell’aviazione israeliana – sono piombati nell’oscurità. Oggi gli abitanti della Striscia, circa 1,8 milioni di persone, hanno a disposizione in media solo due ore di corrente elettrica. Nella centrale si è generato un vasto incendio, con una colonna di fumo che si è alzata verso il cielo. Serviranno mesi per riparare i danni, che era già stata colpita nei giorni scorsi e funzionava al 20% della propria capacità.

Bombe sulla parrocchia cattolica
Un bombardamento dell’esercito israeliano effettuato questa mattina nei pressi della parrocchia cattolica di Gaza, dedicata alla Sacra Famiglia, ha parzialmente distrutto anche l’adiacente scuola parrocchiale, l’ufficio del parroco e alcuni locali utilizzati dalla parrocchia. Lo riferisce all’agenzia Fides il parroco Jorge Hernandez. Il bersaglio principale del bombardamento era una casa che si trova a pochi metri dal complesso parrocchiale e che è stata completamente rasa al suolo dal raid.

Caritas: “Sembra la Seconda guerra mondiale”
“E’ come la Seconda guerra mondiale, la distruzione totale. Colpiscono tutti: civili, donne, bambini e ospedali”. Lo racconta padre Raed Abusahlia, direttore della Caritas di Israele e Palestina, secondo cui quello che sta succedendo a Gaza, “è al di là di ogni immaginazione”. Anche i cristiani sono vittime delle bombe: case, scuole della piccola comunità di 1300 persone, in tutto 310 famiglie, non vengono risparmiate. La Caritas – spiega padre Raed, palestinese nato nei Territori occupati – sta cercando di aiutare in queste ore, tra i tanti, la famiglia cristiana degli Ayyads, la cui casa è stata distrutta in un bombardamento degli israeliani domenica scorsa “senza alcun preavviso e senza un perché”. La madre, sessantenne, è morta sul colpo, un suo figlio, 30enne, è in gravissime condizioni: gli sono state amputate le gambe, ha ustioni sul 70% del corpo e danni alla testa.

Altri 20 mila sfollati in poche ore
Agli oltre 200 mila sfollati di Gaza se ne sono aggiunti nelle ultime ore altri 20 mila. Sono gli abitanti dei rioni di Izet Abed Rabbo (vicino al campo profughi di Jabalya) e di Zaitun (a est di Gaza) che la scorsa notte hanno ricevuto da Israele l’avvertimento di abbandonare immediatamente le loro abitazioni. L’Idf ha avvertito gli abitanti che i loro quartieri potrebbero presto trasformarsi in zone di combattimento con i gruppi armati palestinesi. Alla luce delle battaglie che la settimana scorsa hanno insanguinato SajayaBeit Hanun e Khuzaa (Khan Yunes) le minacce israeliane hanno indotto dunque la popolazione di quei rioni a sgomberare velocemente le proprie case.

Bombardata la casa del leader di Hamas
L’aviazione israeliana ha bombardato la casa di Ismail Haniyeh, leader di Hamas a Gaza, nel campo profughi di Shati. “Il nemico israeliano ha bombardato nella notte la nostra abitazione, in due attacchi”, afferma Abed Salam Haniyeh, figlio del leader, in un comunicato. Al momento non risultano vittime. I raid aerei israeliani hanno colpito il complesso del governo Abu Khadra e le sedi dell’emittente tv e radio al-Aqsa di Hamas. Subito dopo l’annuncio del bombardamento sull’abitazione di Haniyeh, tre razzi sono stati lanciati su Israele: uno è stato intercettato su Ashdod(sud), mentre gli altri due sono caduti vicino Rishon LeZion (10 km a sud di Tel Aviv), senza causare feriti. Lo rende noto l’esercito israeliano. I lanci sono stati rivendicati in un comunicato dal braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam.

Incursione di Hamas, uccisi 5 soldati israeliani
Sul fronte israeliano, 5 soldati sono stati uccisi ieri nei combattimenti con un commando palestinese che stava tentando di infiltrarsi in un tunnel a Nahal Oz, vicino la frontiera con Gaza. Lo ha annunciato oggi l’esercito.”I soldati di fanteria Daniel Kedmi (18 anni), Barkey Ishai Shor (21 anni), Sagi Erez (19 anni) e Dor Dery (18 anni) e Nadav Raimond (19) sono stati uccisi in un tentativo di attacco”, rende noto un comunicato militare. Salgono così a 53 i militari dell’Idf morti dall’inizio dell’operazione contro Hamas, l’8 luglio scorso.Un bombardamento dell’esercito israeliano effettuato questa mattina nei pressi della parrocchia cattolica di Gaza, dedicata alla Sacra Famiglia, ha parzialmente distrutto anche l’adiacente scuola parrocchiale, l’ufficio del parroco e alcuni locali utilizzati dalla parrocchia. Lo riferisce all’agenzia Fides il parroco Jorge Hernandez. Il bersaglio principale del bombardamento era una casa che si trova a pochi metri dal complesso parrocchiale e che è stata completamente rasa al suolo dal raid.

Il fatto quotidiano

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1 Comment

  1. gruppo operai

    Onore e solidarietà alla Resistenza del Popolo Palestinese, che supera i confini e le atroci stragi dell’imperialismo…