Gaza, Israele: “Tregua lontana, esercito nella Striscia tutta la settimana”

Cronaca della strage La tregua a Gaza non è vicina,  Certo non “nelle prossime ore” ma a quanto sembra nemmeno nei prossimi sette giorni. Anche perché già ieri era arrivato lo stop di Hamas: “Niente cessate il fuoco se l’Idf (l’esercito israeliano, ndr) non lascia la Striscia e toglie il blocco”. Ma stamattina la chiusura secca arriva da Tel Aviv: “Difficile una tregua nei prossimi giorni, se la condizione è che le truppe si ritirino”, ha detto il ministro della Scienza Yakoov Peri, ex capo della sicurezza: “Posso dire con certezza che due o tre giorni non saranno abbastanza per […]
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Cronaca della strage

La tregua a Gaza non è vicina,  Certo non “nelle prossime ore” ma a quanto sembra nemmeno nei prossimi sette giorni. Anche perché già ieri era arrivato lo stop di Hamas: “Niente cessate il fuoco se l’Idf (l’esercito israeliano, ndr) non lascia la Striscia e toglie il blocco”. Ma stamattina la chiusura secca arriva da Tel Aviv: “Difficile una tregua nei prossimi giorni, se la condizione è che le truppe si ritirino”, ha detto il ministro della Scienza Yakoov Peri, ex capo della sicurezza: “Posso dire con certezza che due o tre giorni non saranno abbastanza per distruggere tutti i tunnel”.

Inizia con queste frasi la diciassettesima giornata di offensiva contro Gaza, la settima dal momento dell’invasione di terra. Il bilancio dei combattimenti è drammatico: i morti palestinesi sono 718, di cui (secondo le organizzazioni umanitarie locali) l’80% sono civili, i feriti oltre 4000.

Il totale dei morti per Israele resta invece fermo a 34, di cui 32 soldati. 

Oggi il bilancio è già di 25 morti. La maggior parte delle vittime è stata registrata nella città di Khan Younis, nella parte meridionale dell’enclave palestinese. Secondo l’emittente al-Jazeera, le ambulanze stanno incontrando grandi difficoltà ad entrare nella città per prestare i soccorsi a causa degli intensi combattimenti tra le forze israeliane e i miliziani di Hamas. E una famiglia di sei persone, compresi una bambina di 5 anni e il fratellino di 3, è rimasta uccisa nei bombardamenti. Ieri il consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, organismo con 47 membri, ha votato a maggioranza (spaccandosi, gli Usa e l’Europa non hanno appoggiato la richiesta) per un’inchiesta contro l’offensiva israeliana. 

Intanto prosegue lo stop dei voli di molte compagnie internazionali su Tel Aviv, per il timore dei razzi in arrivo da Gaza. L’Agenzia federale dell’aviazione americana ha però tolto il divieto alle compagnie aeree di volare verso Israele, mettendole tuttavia in guardia nei confronti di una situazione localmente “molto instabile”. La decisione finale se volare o no su Israele è però delle singole compagnie. EasyJet, ad esempio, ha annunciato che conferma la sua sospensione dei voli per tutta la giornata del 24.

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