Genio italico contro la pioggia

Caro Direttore,”Genio italico contro la grande piovosità”. Questa la soluzione di Squinzi presidente di Confindustria per i ritardi nei lavori dell’expo, il colossale investimento di denaro pubblico per realizzare profitti, con mazzette incorporate per i politici. Quanti operai ci hanno lasciato la vita per questa grande magnata di profitti? Ai giorni nostri quale utilità sociale ha l’Expo? Quante risorse e denari sono stati sottratti ai bisogni popolari, ai servizi sociali e assistenziali per realizzare questa colossale rapina? Chi e come renderà conto dei lavori che rimarranno incompiuti, per i finanziamenti inghiottiti oltre misura senza finire i lavori? Dicono gli […]
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Caro Direttore,”Genio italico contro la grande piovosità”. Questa la soluzione di Squinzi presidente di Confindustria per i ritardi nei lavori dell’expo, il colossale investimento di denaro pubblico per realizzare profitti, con mazzette incorporate per i politici.

Quanti operai ci hanno lasciato la vita per questa grande magnata di profitti?

Ai giorni nostri quale utilità sociale ha l’Expo?

Quante risorse e denari sono stati sottratti ai bisogni popolari, ai servizi sociali e assistenziali per realizzare questa colossale rapina?

Chi e come renderà conto dei lavori che rimarranno incompiuti, per i finanziamenti inghiottiti oltre misura senza finire i lavori?

Dicono gli esperti: “L’opera arriverà solo parzialmente all’appuntamento del primo maggio 2015”.

Come mai dopo 8 (otto) anni di lavori? Chi risponderà dell’ “opera” monca?

I profitti della grande magnata arrivano puntuali, nelle tasche di padroni, affaristi, faccendieri e dei loro amici politici. Anche i preposti alla sicurezza sul lavoro, che hanno chiuso gli occhi saranno ricompensati.

Saluti da una lettrice.

Allego da “il sole 24 ore”.

Squinzi: «Accumulati ritardi, ma grazie al genio italico ne usciremo alla grande».

A un anno dall’Expo di Milano, i cantieri entrano davvero nel vivo: nei prossimi 365 giorni nel sito espositivo di Rho dovranno essere perfezionati i lavori di ripulitura delle interferenze, completata la piastra (l’appalto più grande) e realizzati 60 padiglioni, 9 cluster tematici più i manufatti, dalle strade alle passerelle fino alle strutture permanenti.

Dodici mesi complessi, per i quali sono all’opera da poche settimane mille addetti (più quelli dei padiglioni) su tre turni di lavoro. Le prime due attività – interferenze e piastra – sono già state consegnate e avviate da oltre un anno a due imprese (la Cmc di Ravenna e il raggruppamento guidato dalla Mantovani); i 60 padiglioni sono in fase di consegna (per ora una trentina) ai paesi stranieri ospiti. Per ora le adesioni sono 147 (con possibilità di ospitarne 137) di cui, oltre all’Italia, Emirati Arabi, Cina, Germania e Usa saranno i maggiori investitori (60 milioni degli arabi, 40 di cinesi e tedeschi, 35 degli americani).

È chiaro che si tratta di una corsa contro il tempo, anche perché la grande piovosità degli ultimi due anni ha rallentato il cronoprogramma. Sull’esito, però non ha dubbi il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che manifesta ottimismo alla cerimonia del countdown per celebrare l’avvio del conto alla rovescia a un anno dall’evento: «Abbiamo accumulato ritardi, ma con il genio italico sapremo recuperare i tempi e alla fine ne verremo fuori alla grande». Squinzi si è definito «emozionato» e ha sottolineato: «Nell’Expo ci ho creduto fin dall’inizio, come Confindustria ci siamo impegnati molto».

Si cerca quindi di superare i ritardi accumulati. «Ho fatto fare delle verifiche esterne sui tempi e mi hanno rassicurato – dice il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala – Sulle interferenze i lavori sono all’80%, sulla piastra al 40 percento. I Paesi arriveranno tutti fra luglio e settembre».

Nelle ultime settimane c’è stata anche da gestire l’emergenza dell’inchiesta giudiziaria su Infrastrutture lombarde, la società della Regione Lombardia che ha la responsabilità della Direzione lavori della piastra (mentre Metropolitana milanese ha quella relativa alle interferenze), con la sostituzione della figura del capo cantiere. Senza considerare peraltro che uno dei progetti legati al sito espositivo, le cosiddette vie d’acqua, hanno avuto una battuta d’arresto a causa dell’opposizione dei comitati ambientalisti del movimento No canal. Ora, su questo fronte, i lavori riprenderanno, ma non senza compromessi sul progetto iniziale e soprattutto con 3-4 mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia, che ormai fanno ipotizzare con realismo che l’opera arriverà solo parzialmente all’appuntamento del primo maggio 2015.

Si tratta di un canale necessario a portare l’acqua all’Expo, partendo a Nord di Milano dal Villoresi fino ad arrivare al sito espositivo, per poi uscire di nuovo fino alla Darsena, nella zona Sud Ovest di Milano. Le proteste si sono concentrate sul secondo tratto del corso idrico, che dovrebbe passare dentro alcuni dei principali parchi de Ora, su questo fronte, i lavori riprenderanno, ma non senza compromessi sul progetto iniziale e soprattutto con 3-4 mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia, che ormai fanno ipotizzare con realismo che l’opera arriverà solo parzialmente all’appuntamento del primo maggio 2015.

l capoluogo milanese. Il progetto è stato così ridimensionato con degli interramenti, e potrebbe non arrivare in tempo per la manifestazione.

Sul sito però i compromessi non sono possibili. La fase che sta iniziando ora è la più delicata, perché insieme alla preparazione del terreno, i paesi apriranno a loro volta i cantieri, in parte con general contractor italiani e in parte con stranieri che si trasferiranno qui per questo periodo. Ci sarà da gestire l’ingresso e l’uscita dei materiali, lavori che si sovrappongono, uso delle stesse risorse, un gran numero di operai.

Per far fronte a tutto dovranno essere introdotte a breve alcune novità. Prima di tutto verrà nominato un super responsabile di tutti i cantieri; poi verrà nominata una task force di 4 persone che permettano di fluidificare la comunicazione tra Milano e il governo centrale; infine si sta lavorando, attraverso un adeguamento normativo alla Legge speciale per Expo, affinché la Fiera di Milano diventi responsabile degli appalti e degli affidamenti relativi agli allestimenti dei padiglioni, in modo che una società già esperta nel settore intervenga con le competenze pronte. Questi nodi dovranno essere sciolti nei prossimi giorni.

C’è anche una questione di risorse che dovrà essere risolta il prima possibile dal governo Renzi. Alla società Expo servono 60 milioni per chiudere il bilancio a fine maggio. L’esecutivo ha dato rassicurazioni da tempo ma ancora i soldi non sono arrivati. Si tratta delle risorse che la Provincia di Milano non metterà più nelle casse della società Expo, rinunciando alla sua quota del 10%. Il ministero dell’Economia e delle finanze, già azionista al 40%, dovrebbe subentrare. Ma il verbo è ancora al condizionale.

 

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