PER L’ORGANIZZAZIONE POLITICA INDIPENDENTE DEL PROLETARIATO

Gennaio 1978 Mentre negli ultimi dieci anni le classi e gli strati non più rappresentati dai vecchi partiti hanno potuto costituire le loro organizzazioni — e lo hanno fatto in nome della classe operaia —, gli operai rivoluzionari non hanno potuto che disperdersi alla coda dell’una o dell’altra. Che in Italia solo il proletariato non si sia organizzato in partito, che tocchi al proletariato imporsi sulla scena politica, che occorra ristabilire l’indipendenza dei suoi interessi immediati e storici, è solo una prima ma necessaria costatazione se vogliamo formulare un progetto di organizzazione che sugli interessi di classe fondi la […]
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Gennaio 1978
Mentre negli ultimi dieci anni le classi e gli strati non più rappresentati dai vecchi
partiti hanno potuto costituire le loro organizzazioni — e lo hanno fatto in nome
della classe operaia —, gli operai rivoluzionari non hanno potuto che disperdersi
alla coda dell’una o dell’altra. Che in Italia solo il proletariato non si sia
organizzato in partito, che tocchi al proletariato imporsi sulla scena politica, che
occorra ristabilire l’indipendenza dei suoi interessi immediati e storici, è solo
una prima ma necessaria costatazione se vogliamo formulare un progetto di
organizzazione che sugli interessi di classe fondi la sua ragione di costituirsi e
agire.
Diamo qui per scontato che il Pci è un partito borghese che agisce come pilastro
del sistema capitalistico, sostenitore degli interessi di settori di aristocrazia
operaia, di piccola e media borghesia, che possono realizzarsi nella misura in cui si
sviluppa l’imperialismo italiano e la sua incidenza nel mercato mondiale. Ha
diretto interesse allo sfruttamento della classe operaia; quando entra in collisione
con altri partiti borghesi la lotta è tutta interna ad una migliore
razionalizzazione del sistema, ad una nuova spartizione del potere, ad una più
razionale divisione fra le classi intermedie della ricchezza sociale estorta agli
operai. Per questi motivi diamo per acquisito il fatto che esso non rappresenti più
in alcun modo gli interessi del proletariato.
La nostra attenzione è rivolta a quello che è stato definito “movimento
rivoluzionario”, alle organizzazioni alla “sinistra del Pci” (adottiamo qui questi
termini perché sono di uso corrente e non perché corrispondano ad effettive
posizioni nella lotta di classe): fra queste all’interno del cosiddetto movimento si
sono sviluppati progetti, lotte, indicazioni che avrebbero dovuto guidare il
proletariato sulla strada della sua emancipazione, che avrebbero dovuto aprire il
cammino ad un. processo rivoluzionario: così non è stato ed è da qui che bisogna
cominciare a fare i conti.

In allegato l’intero articolo        Per l’organizzazione

 

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