Di flessibilità si muore.

Egregio Direttore, ancora due operai uccisi per il profitto nel bresciano. I padroni organizzano la non sicurezza in fabbrica, grazie alla “flessibilità” di cui godono nel gestire e mettere a repentaglio l’incolumità degli operai. Leggi, regole, norme precise che tutelano gli operai, o non ci sono, o sono bellamente aggirate dai padroni, grazie alle compiacenze di chi dovrebbe vigilare e controllare: dal sindacalismo compromesso in fabbrica, agli ispettori esterni, alle “conoscenze” alto locate. Di flessibilità si muore, altro che “mancanza di flessibilità” come straparlava ieri Renzi. Per questa società siamo solo dei limoni da spremere e poi buttare: sfruttati, […]
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Egregio Direttore, ancora due operai uccisi per il profitto nel bresciano.

I padroni organizzano la non sicurezza in fabbrica, grazie alla “flessibilità” di cui godono nel gestire e mettere a repentaglio l’incolumità degli operai.

Leggi, regole, norme precise che tutelano gli operai, o non ci sono, o sono bellamente aggirate dai padroni, grazie alle compiacenze di chi dovrebbe vigilare e controllare: dal sindacalismo compromesso in fabbrica, agli ispettori esterni, alle “conoscenze” alto locate.

Di flessibilità si muore, altro che “mancanza di flessibilità” come straparlava ieri Renzi.

Per questa società siamo solo dei limoni da spremere e poi buttare: sfruttati, super sfruttati, licenziati, disoccupati, uccisi.

Operai, guardiamoci in faccia: la miglior prevenzione sui posti di lavoro possiamo farla solo noi, organizzandoci, e far pesare la nostra forza.

Saluti operai.

Dalla cronaca di ieri. Due operai sono morti in altrettanti incidenti sul lavoro, a poca distanza l’uno dall’altro, nel Bresciano. Il primo è un 51enne rimasto schiacciato da una lastra d’acciaio nella fabbrica della Brescia acciai, un’azienda che produce acciai speciali, durante la mattinata. Sul posto sono intervenuti sia gli operatori del 118, che purtroppo hanno potuto constatare soltanto il decesso dell’uomo, sia i carabinieri. Il secondo operaio è morto folgorato nel pomeriggio in via Buonarroti a Calvisano. L’uomo quasi sicuramente ha urtato con un attrezzo un cavo dell’alta tensione. Quando sono giunti i soccorsi era ancora vivo, ma a nulla sono servite le tecniche rianimatorie.
In una nota la Cgil di Brescia ricorda che il sindacato ha ” unitariamente indirizzato una lettera al prefetto, affinché si faccia parte attiva verso gli enti preposti per la strutturazione di programmi mirati e di una organica politica di prevenzione e vigilanza”.

 

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