Litigano sul come fregarci per i prossimi 5 anni

Caro Operai Contro Per fare la nuova legge elettorale, Renzi vuole incontrarsi prima di tutto con Berlusconi e concordarla con lui. Non riesce però a convincere tutto il Pd, di cui è segretario, sul perché ci voglia l’accordo preventivo con Berlusconi e poi, se Renzi lo vorrà, anche con i segretari degli altri partiti. Letta contrappone a Renzi che “La legge elettorale devi farla a partire dalla maggioranza di governo”. Alfano per il Nuovo centro destra sbotta che: “non è più disponibile ad apparire come l’ultimo dei mohicani che difende il governo Letta, mentre il segretario del Pd continua […]
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Caro Operai Contro

Per fare la nuova legge elettorale, Renzi vuole incontrarsi prima di tutto con Berlusconi e concordarla con lui. Non riesce però a convincere tutto il Pd, di cui è segretario, sul perché ci voglia l’accordo preventivo con Berlusconi e poi, se Renzi lo vorrà, anche con i segretari degli altri partiti.

Letta contrappone a Renzi che “La legge elettorale devi farla a partire dalla maggioranza di governo”.

Alfano per il Nuovo centro destra sbotta che: “non è più disponibile ad apparire come l’ultimo dei mohicani che difende il governo Letta, mentre il segretario del Pd continua a fare lo spaccone. E’ ora di venire allo scoperto su tutto, dal rimpasto alla legge elettorale ”

Grillo taglia corto e dice: ” subito al voto col proporzionale”.

Litigano su come fare una legge che consenta a tutti loro di essere rieletti.

Ci stanno portando in rovina e vogliono anche la nostra delega.

Scendiamo in piazza per mandarli subito a casa.

Bocciamoli tutti disertando in massa le prossime elezioni.

Saluti da Torino

 

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5 Comments

  1. Domenico

    Caro Operai Contro, francamente non riesco a comprendere come si possa ancora oggi credere di poter cambiare le sorti della nostra esistenza con il voto… con la delega. E’ almeno dal 1848 che si conosce questa realtà, ma noi imperterriti ci siamo fatti “guidare” (eufemismo) da una sinistra che oggi più che ieri, ci ha dimostrato di che… pasta è fatta! D’accordo: “Scendiamo in piazza per mandarli subito a casa. Bocciamoli tutti disertando in massa le prossime elezioni”… e poi? Esiste un partito dei Lavoratori che sia in grado di raccogliere le nostre istanze, i nostri bisogni?
    Domenico Colitta – Genova

  2. Sempar

    Il disertare le urne e lo scendere in piazza è quello che possono fare gli Operai. Il dibattito per l’autonomia e l’indipendenza degli Operai, se si vuole, prosegue e si articola, con ampi margini di espansione.
    Si contraddicono i princìpi del “rifiuto della delega” alla richiesta di un “partito dei Lavoratori”.
    Il “partito” operaio informale è avviato dal documento di Modena, e non si ferma, tanto meno in tempi di crisi ciclica e sistemica del capitalismo.
    Le strade e le piazze, insieme alle fabbriche ed ai cantieri, sono la nostra palestra di lotta.
    Smettiamola di guardare a “partiti” e “urne elettorali” ed impariamo come si conduce la lotta.
    “Se hai un nemico, ci vuole un Esercito. Se hai un nemico sociale, ci vuole un Esercito sociale” la perfetta sintesi dell’attuale situazione del Compagno Acerenza.
    A lavoro cominciato, continuiamo da qui; non c’è da ripartire. C’è da accelerare su QUESTO.
    La guerra è cominciata da un pezzo, ma non si vedono trincee robuste dal nostro fronte.
    Saluti Operai da Pavia,

    M.

    • Domenico

      “Caro” e troppo circospetto Sempar, per i miei intendimenti politici sei eccessivamente apodittico! Se “Il disertare le urne e lo scendere in piazza è quello che possono fare gli Operai – non riesco più a comprendere poi come possa “Il dibattito per l’autonomia e l’indipendenza degli Operai, se si vuole”, proseguire e articolarsi, con “ampi margini di espansione”. Inoltre leggo nella tua risposta una dose eccessiva di fanatismo e gli uomini (in questo caso gli Operai… Contro) dovrebbero essere migliori dei loro predecessori. Che senso hanno i saluti operai, forse un senso diverso da tutti quelli degli altri?
      Domenico Colitta – Genova

  3. Sempar

    Caro Domenico, lungi da me essere migliore degli altri. Non solo sostanzialmente, dato che nella mia pur breve vita lavorativa (10 anni circa) ho tornito, fresato e da 3 anni a questa parte lavo cessi in ospedale; ma anche formalmente, avendo costantemente carenza di formazione e informazione. Non intendevo dare questa impressione o di superiorità. Ti ringrazio comunque per “l’eccessivamente apodittico”, una bella critica con costrutto che non ho mai ricevuto prima.
    Al sodo, notavo la tua contraddizione nel “rifiuto di delega” e richiesta di un “partito dei Lavoratori”, sperando potessi interpretarmela (posso non avere compreso il tuo ragionamento).
    Per quello che mi fai notare tu, per “ampi margini di espansione” intendo svilupparsi all’interno delle proprie fabbriche, cantieri e luoghi di lavoro in genere per potere poi sfociare in una struttura nazionale articolata e definitvamente stabilita, frutto del lavoro che stiamo, io te e tantissimi altri e altre, portando avanti.
    E quello sarebbe già il “costituirsi in un partito” come richiedevi tu nel primo commento; magari stiamo sostenendo la medesima analisi…chissà!
    Infine, per la “forma” del saluto, non attribuirgli un senso distorto: è semplicemente appartenenza di classe, senza apoditticità alcuna!
    Continuiamo in ogni caso il dibattito tra tutti!
    Rinnovati saluti (umilmente) Operai,

    m.

    • Domenico

      Mi hai dato, caro “Sempar” (ma perché firmarsi in questo modo?… “Non ci sono segreti custoditi meglio di quelli che tutti conoscono” – scriveva George Bernard Shaw.), una buona, semplice e simpatica risposta. Sono venuto a capire che, a differenza di me, sei molto giovane… almeno (S.E.&.O.)… si legge dal tuo stile scrittorio.
      Un consiglio: non avventurarti in raddoppiamenti sintattici che nella lingua italiana (solo borghese?) non esistono (apoditticità) presteresti il fianco – datosi che qui dentro si scrive – all’irrisione di intellettuali borghesi (questi sì!) spocchiosi. Io sono orgoglioso di essere un lavoratore autodidatta, intellettualmente elevatosi da sé. Ciao Domenico