CHI HA TRADITO SPARTACUS ?

Redazione di operai contro, CHI HA TRADITO SPARTACUS, NEL PASSATO E NEL PRESENTE : QUALE FUTURO? Operai : sembriamo dei pugili suonati, ci arrivano botte da tutte le parti, dai padroni, dai governi di destra e di sinistra, dai sindacati e noi, tranne qualche rarissima volta, non reagiamo. Operai, siamo gli schiavi moderni, produciamo noi la ricchezza di questo paese, ciò avviene in tutti gli altri paesi, nonostante questo i lerci padroni ci fanno morire di fame con le vetrine piene di merci (da noi prodotte). Questa miseria generalizzata per noi non è una novità, nella crisi la miseria […]
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Redazione di operai contro,

CHI HA TRADITO SPARTACUS, NEL PASSATO E NEL PRESENTE : QUALE FUTURO?

Operai : sembriamo dei pugili suonati, ci arrivano botte da tutte le parti, dai padroni, dai governi di destra e di sinistra, dai sindacati e noi, tranne qualche rarissima volta, non reagiamo. Operai, siamo gli schiavi moderni, produciamo noi la ricchezza di questo paese, ciò avviene in tutti gli altri paesi, nonostante questo i lerci padroni ci fanno morire di fame con le vetrine piene di merci (da noi prodotte). Questa miseria generalizzata per noi non è una novità, nella crisi la miseria diventa solo più evidente. Nelle crisi storiche del passato nel 1907, nel 1929 (e ora in quella attuale) aumentava la miseria e la disoccupazione, i salari erano da fame. Tutto questo accadeva e accade perché la pantagruelica fame di profitto dei padroni non si realizza secondo quelle che sono le loro aspettative. Chi crede che questo avrà un termine si illude. Le crisi storiche del passato i capitalisti le hanno risolte con due guerre mondiali. Finita la macelleria umana, si riparte ancora con la nostra sottomissione alla SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO. Chi sono i complici dei padroni? I politicanti di mestiere e i sindacati asserviti. Durante il fascismo furono sospese tutte le libertà, furono sciolte soprattutto le commissioni interne nelle fabbriche con un accordo tra il governo fascista e la confindustria; nonostante la repressione violenta e il pericolo di rimetterci la vita, gli operai in modo ORGANIZZATO FACEVANO CIRCOLARE DOCUMENTI, ORGANIZZAVANO IL SABOTAGGIO E ORGANIZZAVANO LOTTE ESEMPLARI, CHE METTEVANO IN CRISI, NON SOLO LA PRODUZIONE MA ANCHE L’APPARATO REPRESSIVO; SPIE E REPRESSIONE NON FERMAVANO LE LOTTE. Dopo la caduta del fascismo e l’avvento della democrazia borghese inizia un accerchiamento scientifico intorno agli operai, portato avanti dai padroni con la complicità dei partiti e dei sindacati. Le commissioni interne, dopo il fascismo, vengono ricostituite: avevano la possibilità di contrattare a livello aziendale e venivano elette dagli operai. Nel 1968 le commissioni interne, vengono prima affiancate e poi superate dai comitati di base. Le lotte operaie del sessantotto (AUTUNNO CALDO) SPAVENTANO NON SOLO I PADRONI MA ANCHE LA BUROCRAZIA SINDACALE E I PARTITI. NEL 1970, PER ARGINARE LE LOTTE DEGLI OPERAI, PADRONI, GOVERNO E SINDACATI,SI INVENTANO LO STATUTO DEI LAVORATURI E LO SPACCIANO PER UNA VITTORIA DEGLI OPERAI. IN REALTA’ STABILISCONO CHE NELLE FABBRICHE C’E’ SPAZIO SOLO PER I SINDACATI FIRMATARI DI CONTRATTI (ARTICOLO 19) CGIL, CISL,UIL,CISNAL E QUALCHE SINDACATINO GIALLO EMANAZIONE DIRETTA DEI PADRONI. Sostituiscono le commissioni interne con i consigli di fabbrica, spacciandoli come organismi più democratici, perché sono delegati di linee, di reparti o di officine e, anche se qualcuno gli sfugge, hanno la maggioranza dei delegati che per qualche ora di permesso o per un posto di lavoro meno faticoso tradiscono il mandato ricevuto dagli operai e più delle volte veicolano tra gli operai accordi a perdere fatti dalle burocrazie sindacali. L’Articolo 18 ha salvato qualche operaio dal licenziamento senza giusta causa ma ha mostrato tutti i suoi limiti il 9 ottobre 1979 quando la FIAT LICENZIO’ 62 OPERAI SENZA GIUSTA CAUSA; LA LORO UNICA COLPA ERA QUELLA DI ESSERE DELLE AVANGUARDIE OPERAIE CHE SFUGGIVANO AL CONTROLLO DEI BUROCRATI SINDACALI, ORGANIZZAVANO LOTTE INDIPENDENTE CHE METTEVANO IN CRISI LA PRODUZIONE. La Fiat, dopo avere avvertito il PCI e i sindacati delle sue intenzione di licenziare circa 80 operai, in un incontro segreto concorda la lista dei licenziati e, tenendo conto delle osservazioni del PCI e dei sindacati, li ridimensiono in 62 licenziamenti (CIO’ VIENE CONFERMATO DA GIULIANO FERRARA , A QUEL TEMPO DIRIGENTE DEL PCI DI TORINO, DURANTE LA TRASMISSIONE TELEVISIVA PORTA A PORTA. NELLA STESSA TRASMISSIONE CESARE ROMITI, ALLORA AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA FIAT, CONFERMO’ CHE LA FIAT AVVERTI’ IN ANTICIPO I VERTICI SINDACALI DELL’INTENZIONE DI LICENZIARE CONFERMANDO COSI LE VOCI CHE GIRAVANO ALLORA TRA GLI OPERAI. CIRCA UN ANNO DOPO, nel SETTEMBRE DEL 1980, DIVENTA CHIARO IL VERO MOTIVO DEI 62 LICENZIAMENTI. LA FIAT SI E’ LIBERATA IN MODO PREVENTIVO DI QUELLE AVANGUARDIE OPERAIE CAPACI DI ORGANIZZARE LA LOTTA CONTRO I LICENZIAMENTI DI MASSA E CIOE’ DI 14.469 OPERAI. LA REAZIONE OPERAIA E’ FORTE E DECISA : CORTEI INTERNI E BLOCCHI DEI CANCELLI PER 35 GIORNI. GLI OPERAI PIU’ GIOVANI, PER RENDERE PIU’ INCISIVA LA LOTTA, COMINCIANO A TRASFERIRSI DAI CANCELLI ALLE VIE ADIACENTI , ORGANIZZANO BLOCCHI STRADALI CONTRO LA VOLONTA’ DEI SINDACATI. GLI OBBIETTIVI DIVENTANO VIA VIA PIU’ AMBIZIOSI:BLOCCANO STRADE A INTENSO TRAFFICO, AUTOSTRADE, FERROVIE E IL CENTRO DI TORINO; E PER RAGGIUNGERE GLI OBBIETTIVI, SEQUESTRANO I MEZZI PUBBLICI. In questi 35 giorni la solidarietà degli operai è forte: arrivano pullman da tutte le fabbriche. I sindacati fingono di sostenere la lotta ma si guardano bene dall’organizzare uno sciopero generale in appoggio alle lotte degli operai Fiat. Nonostante la solidarietà di altri operai, la forza e la determinazione di lottare messa in campo dagli operai Fiat, la sconfitta nei fatti era scontata: non si può rispondere a un attacco cosi violento messo in atto dalla Fiat, confinando la lotta soltanto alla Fiat. Sull’atteggiamento assunto dal PCI E IL TEATRINO CHE BERLINGUER ANDO’ A FARE DAVANTI AI CANCELLI, E DEI SINDACATI, NON MI DILUNGO Più DI TANTO, RIPORTO SOLO ALCUNI FATTI SALIENTI ACCADUTI ALLORA: FASSINO, ATTUALE SINDACO DI TORINO, ERA il RESPONSABILE PCI PER LE FABBRICHE DICHIARAVA: “IL PROBLEMA NON E’ IL PADRONE MA IL SINDACATO PER L’INCAPACITA’ DI VENIRE A CAPO DI QUELLA SITUAZIONE, BATTENDO LA TENDENZA MINORITARIA ED ESTREMISTA. SULL’ANALISI DEI FATTI AVEVA RAGIONE LA FIAT: CADUTO IL GOVERNO COSSIGA ,LA FIAT RITIRA I LICENZIAMENTI E IL SINDACATO AVREBBE DOVUTO ACCETTARE LA CIG E LA MOBILITA’. A PARTE I DELEGATI DI FABBRICA, NESSUN DIRIGENTE SINDACALE E DI PARTITO SOSTENEVA L’OCCUPAZIONE DELLA FABBRICA. TUTTI I DIRIGENTI DI TORINO ERANO SULLE POSIZIONE DI CHI COME ME, CHIAROMONTE, LUCIANO LAMA, BRUNO TRENTIN E SERGIO GARAVINI (PRIMO SEGRETARIO DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA),OLTRE OVVIAMENTE OTTAVIANO DEL TURCO, SOSTENEVAMO CHE ERA IL MOMENTO DI AFFRONTARE LE FLESSIBILITA’ E DI NON CHIUDERSI A RICCIO”. ANCORA FASSINO AD UNA DOMANTA RISPONDE : D. : LA VERTENZA FIAT POTEVA AVERE UN EPILOGO DIFFERENTE DA QUELLO CHE EBBE? AVREBBE POTUTO CONCLUDERSI DIVERSAMENTE SE ALLA SUA TESTA CI FOSSERO STATI DEGLI AUTENTICI CAPI OPERAI? R. : SI NESSUNO PUO’ NEGARLO. E’ chiaro CHE IL PCI e la CGIL avevano confermato ancora una volta da che parte stavano; per l’ennesima volta avevano voltate le spalle agli operai. Il PCI revisionista e riformista di BERLINGUER E LA CGIL avevano fatto la loro scelta di campo e accettavano tutti i capisaldi e le compatibilità del capitalismo. La CGIL aveva spianata la strada ai licenziamenti FIAT con la famosa svolta dell’EUR . LUCIANO LAMA ALLORA SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL IN UNA INTERVISTA DEL 24 GENNAIO 1978 FATTA DA EUGENIO SCALFARI: “LAVORATORI STRINGETE LA CINGHIA, SE VOGLIAMO ESSERE COERENTI CON L’OBBIETTIVO DI FAR DIMINUIRE LA DISOCCUPAZIONE, E’ CHIARO CHE IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DEGLI OPERAI OCCUPATI DEVE PASSARE IN SECONDA LINEA. LA POLITICA SALARIALE NEI PROSSIMI ANNI DOVRA’ ESSERE MOLTO CONTENUTA. NON SI POSSONO OBBLIGARE LE AZIENDE A TRATTENERE ALLE LORO DIPENDENZE UN NUMERO DI OPERAI CHE ESORBITA LE LORO POSSIBILITA’ PRODUTTIVE. NOI SIAMO CONVINTI CHE IMPORRE ALLE AZIENDE QUOTE DI MANODOPERA ECCEDENTE SIA UNA POLITICA SUICIDA. L’ECONOMIA ITALIANA SI STA PIEGANDO SULLE GINOCCHIA ANCHE A CAUSA DI QUESTA POLITICA. QUANDO NOI CI RENDIAMO CONTO DELLE DIFFICOLTA’ E DEL PROBLEMA RITENIAMO CHE LE AZIENDE, QUANDO SIA ACCERTATO IL LORO STATO DI CRISI, ABBIANO IL DIRITTO DI LICENZIARE. GLI OPERAI DEVONO FARE SACRIFICI NON MARGINALI MA SOSTANZIALI”. La lotta contro i licenziamenti alla FIAT ha dimostrato che i consigli di fabbrica potevano sfuggire al controllo della burocrazia sindacale così, per togliere quel piccolo pericolo, Padroni, governo e sindacati si sono inventati la RSU “ democraticamente eletta”: i 2\3 dei componenti vengono eletti dagli operai e 1\3 vengono nominati dai sindacati firmatari del CCNL, così i burocrati si garantiscono il controllo degli operai e acquistano credibilità verso i padroni per poter concertare licenziamenti, CIG, lavoro precario e salari da fame nella speranza che in fondo al tunnel di questa crisi storica del capitalismo ci sia la ripresa che gli garantisce di poterci sfruttare come hanno sempre fatto. Operai, in fondo al tunnel c’è un burrone: o i padroni ci buttano noi o noi ci buttiamo i padroni e i loro lacchè. Gli operai che cedono al ricatto di fare degli straordinari senza essere pagati o accettano di ridursi il salario non devono illudersi che cosi facendo possano salvarsi il posto di lavoro; i sacrifici fatti nel passato hanno solo fatto aumentare i profitti dei padroni. Faccio un esempio per tutti: nel Modenese, ma sono certo che ciò avveniva e avviene a livello nazionale, i padroni soprattutto nel settore tessile e meccanico si sono inventati il gruppista: questa figura va nelle fabbriche prende il lavoro e lo distribuisce sul territorio; sorgono così piccoli capannoni, garage e stanze vuote si riempiono di presse per stirare, macchine per cucire e di macchine a controllo numerico sulle quali lavorano tutti, marito e mogli quanto tornano dai turni fatti nelle fabbriche ma anche anziani e ragazzi, senza limiti di orario. Nonostante questo il tessile è quasi scomparso. Nel settore metalmeccanico ogni giorno fabbriche medie e piccole officine chiudono. Chi ha perso il lavoro non mette il piatto in tavola, va a ingrossare le file alla mensa della CARITAS, DEVE SUBIRE L’UMILIAZIONE DELLO SFRATTO E VEDERSI PIGNIORARE LA CASA IN TOTALE SOLITUDINE; AI NOSTRI FIGLI VIENE PRECLUSO L’ACCESSO AGLI STUDI PER MOTIVI ECONOMICI. Tutto questo non è causato da un evento naturale ma è dovuto al modo di produzione capitalista che si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Chi ha come fonte di reddito solo le braccia, oggi fa la fame . Operai, non aspettiamoci aiuto da nessuno ma uniamo le nostre forze e organizziamo il PARTITO OPERAIO, per uscire da questo incubo. Mi attirerò delle critiche, ho le spalle robuste per sopportarle. Il nostro programma per cambiare lo stato delle cose presente deve avere questi obiettivi: ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO. BASTEREBBE SOLO QUESTO PER CONTRADDISTINGUERE IL NOSTRO PARTITO . VOGLIO ALLARGARE IL PROGRAMMA. IL NOSTRO PARTITO DEVE ESSERE ANTICAPITALISTA , ANTIMPERIALISTA, ABOLIZIONE DELLA PROPRIETA’ PRIVATA, ABOLIZIONE DELL’ESERCITO E DI TUTTO L’APPARATO REPRESSIVO, UN PAESE DISARMATO NON DEVE AVERE PAURA DI ESSERE INVASO E SE UN PAZZO CI PROVA TROVERA’ TUTTO IL POPOLO A DIFENDERE LA PROPRIA LIBERTA’. IL PERICOLO MAGGIORE CHE CI PRIVEREBBE DI QUEL PO’ DI LIBERTA’ CHE ABBIAMO VIENE DALL’INTERNO: I PADRONI E I LORO LACCHE’, PUR DI NON PERDERE I PROPRI PRIVILEGI, CI SCATENERANNO TUTTO L’APPARATO REPRESSIVO A DISPOSIZIONE, ESERCITO COMPRESO.(GIA’SCHIERATO IN VAL DI SUSA E CONTRO LA RIVOLTA DEI PROFUGHI A MINEO CT). DEVE ESSERCI CHIARO: LA LOTTA DI CLASSE PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITU’ NON E’ UN PRANZO DI GALA; LA SANITA’, LA SCUOLA, IL DIRITTO ALLA CASA, I TRASPORTI, DEVONO ESSERE GARANTITI A TUTTI. L’ATTACCO CHE SUBISCONO GLI OPERAI AVVIENE A LIVELLO MONDIALE PERCIO’ BISOGNA PRENDERE CONTATTI CON OPERAI DI ALTRI PAESI CHE HANNO GLI STESSI OBBIETTIVI. COMPAGNI , OPERAI, MI RENDO CONTO CHE LA STRADA PER COSTRUIRE IL NOSTRO PARTITO E’ PIENA DI OSTACOLI.LA PICCOLA BORGHESIA ROVINATA DALLA CRISI CERCA DI CAVALCARE LA TIGRE PER RICONQUISTARE I PRIVILEGI PERSI, I SINDACATINI PRIVILEGIANO LA LOTTA ECONOMICA A QUELLA POLITICA, SPESSO SI RIVOLGONO ALLA GUISTIZIA BORGHESE PER AVERE GIUSTIZIA E NON SI RENDONO CONTO CHE COSI FACENDO LEGITTIMANO IL SISTEMA. I MOVIMENTISTI RINCORRONO LE CONTRADDIZIONI GENERATE DAL SISTEMA CON LOTTE STERILI CHE SERVONO AD AUTOALIMENTARSI PER COLTIVARE IL PROPRIO ORTICELLO, I POPULISTI COME I 5 STELLE CAVALCANO IL MARCIUME DEL SISTEMA E MANDANO IN PARLAMENTO I QUALUNQUISTI E GLI ARRABIATI DA BAR. CI SONO UNA MIRIADE DI PARTITINI CHE SI DEFINISCONO COMUNISTI E CHE VOGLIONO CALARE DALL’ALTO IL LORO PARTITINO. OPERAI IL NOSTRO PARTITO DEVE NASCERE NELLE FABBRICHE E SI DEVE RADICALIZZARE NELLE FABBRICHE ALTRIMENTI E’ UN’ALTRA COSA E SI E’ VISTO GLI ALTRI CHE TRATTAMENTO CI HANNO RISERVATO. ABBIAMO UN GIORNALE COME “ OPERAI CONTRO” CHE SVOLGE IL RUOLO CHE COMPETE AD UN GIORNALE COMUNISTA, DA’ VOCE AGLI OPERAI, PROMUOVE IL DIBATTITO SUL PARTITO. DALLE FABBRICHE ARRIVANO ARTICOLI DI OPERAI CHE LOTTANO CONTRO I LICENZIAMENTI, ARTICOLI DI OPERAI CHE MANTENGONO L’ANONIMATO PER PAURA DI RITORSIONE. OPERAI, BISOGNA FARE UN SALTO DI QUALITA’, NON BASTA LA COSCIENZA DI SENTIRSI SFRUTTATI, BISOGNA AVERE LA COSCIENZA CHE GLI INTERESSI DEGLI OPERAI SONO IRRIMEDIABILMENTE INCONCILIABILI CON QUELLI DEI PADRONI. SCHIAVI MODERNI UNIAMOCI NON LAMENTIAMOCI, I PADRONI CI HANNO DICHIARATO GUERRA E FANNO I LORO INTERESSI SENZA FARSI SCRUPOLI, NOI DOBBIAMO ORGANIZZARCI PER PORRE FINE AL LORO DOMINIO.

ANTONIO L. MODENA 27/11/2013

 

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