Dibattito sulla politica economica tedesca, mercato del lavoro

RASSEGNA STAMPA IMK 131107 IMK (Istituto di ricerca macroeconomica e congiunturale della Fondazione Hans Böckler, legata alla confederazione sindacale tedesca DGB) è per un rafforzamento del mercato interno tedesco, e di conseguenza per aumenti salariali, salario minimo garantito, aumento degli investimenti e della domanda statale. Le riforme avviate dal governo rosso-verde di Schröder hanno prodotto una maggiore pressione su lavoratori e disoccupati, la riduzione della sicurezza del posto di lavoro e salario. Si è rafforzata una tendenza a rapporti di lavoro atipici, e all’aumento del settore a basso salario. IMK individua tre cicli congiunturali: 1999-2005; 2005-2009; 2009-inizio 2013. Il […]
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RASSEGNA STAMPA

IMK 131107

IMK (Istituto di ricerca macroeconomica e congiunturale della Fondazione Hans Böckler, legata alla confederazione sindacale tedesca DGB) è per un rafforzamento del mercato interno tedesco, e di conseguenza per aumenti salariali, salario minimo garantito, aumento degli investimenti e della domanda statale.

  • Le riforme avviate dal governo rosso-verde di Schröder hanno prodotto una maggiore pressione su lavoratori e disoccupati, la riduzione della sicurezza del posto di lavoro e salario.
  • Si è rafforzata una tendenza a rapporti di lavoro atipici, e all’aumento del settore a basso salario.

IMK individua tre cicli congiunturali: 1999-2005; 2005-2009; 2009-inizio 2013.

  • Il debole aumento dei salari è durato 7 anni, fino al 2009; poi nei successivi 3,5 anni + 9,5%, nominale.
  • Le esportazioni tedesche sono aumentate fortemente in tutti e tre i cicli, del 20%, del 60% nel primo ciclo. L’export non è però riuscito a compensare completamente la debolezza della domanda interna.
  • In tutti e tre i cicli sono aumentati gli occupati, e diminuita la disoccupazione, in gran parte grazie agli investimenti e incentivi per il lavoro a tempo introdotti dal governo nella crisi del 2008-2009.
  • Le imprese invece di utilizzare la maggiore libertà di licenziamento garantita dalle riforme del mercato del lavoro, hanno preferito ridurre l’orario di lavoro, mantenendo così forza lavoro consolidata da utilizzare nella seguente ripresa.

La stabilità del mercato del lavoro e i salari in crescita hanno rafforzato la domanda privata, a sostegno dello sviluppo del terzo ciclo.

Confronto con il resto d’Europa, periodo 1999-2008:

  • risalta in particolare l’aumento salariale esiguo in assoluto e molto inferiore alla media degli altri paesi, dall’inizio dell’unione monetaria; inferiore di circa 10%.
  • Crescita economica ed occupazione sono stati inferiori di quelli della maggior parte dei paesi UE:
  • la media della crescita del PIL nell’area euro 15%, 11,5% per la Germania;
  • Nonostante la forte espansione dei mini-lavori e del lavoro interinale, in Germania l’occupazione solo +2,5%, contro la media del 9% nell’area euro.
  • L’andamento migliora in Germania, superata la crisi del 2008/2009, quando riprende l’aumento dei salari.
  • La crisi dei partner commerciali europei ha fatto diminuire anche le attività estere tedesche:
  • secondo i calcoli IMK a fine 2012 le disponibilità finanziarie nette tedesche erano inferiori di €409 MD rispetto al surplus delle partite correnti cumulate del 2000-2012, una perdita pari a circa il 30% del surplus complessivo.
  • Uno sviluppo salariale maggiore per il periodo 1999-2011 – secondo il criterio di aumenti compensati dall’aumento di produttività a lungo termine e dall’inflazione – dopo 13 anni avrebbe fatto aumentare il PIL dell’1,2%, e prodotto 400mila nuovi posti di lavoro.

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Spiegel 120314/120910

Redditi – Un salariato su 5 lavora per un basso salario

  • Si rileva in Germania una tendenza a lungo termine, l’ampliamento del settore a basso salario. Nel 2010 il 20,6% di tutti gli occupati in imprese con almeno 10 dipendenti lavoravano per un basso salario, nel 2006 erano il 18,7%.
  • La soglia che definisce un “basso salario” è i 2/3 del salario medio di tutti gli occupati, all’1.1.2013 era di €450.

Cause:

l’aumento a lungo termine della “occupazione atipica”. La maggior parte dei bassi salari è di occupati a tempo parziale, fino a 20h/settimana, lavoratori a tempo determinato, e mini-job. Circa la metà di questi lavoratori hanno un salario inferiore alla soglia del basso salario.

Per gli occupati a tempo parziale (??) (non chiaro perché l’Agenzia federale tedesca per il lavoro definisce “geringfügig Beschäftigung”, semplicemente come “occupazione a basso salario) la quota è dell’84% (??), mentre per gli occupati a tempo indeterminato con almeno 20h/settimana la quota dei bassi salari è dell’11%.

Il numero dei bassi salari non viene generalmente ridotto dai contratti; la quota dei bassi salari è di circa il 12% presso i datori di lavoro vincolati da un contratto.

Studio Università Duisburg-Essen:

nel periodo 1995-2010 è aumentato di oltre 2,3 milioni il numero dei tedeschi che guadagnano meno di €9,15/H lordi;

il 23% di tutti gli occupati ha un reddito inferiore alla soglia del basso salario; sono stati calcolati per la prima volta anche 500 000 tra studenti, e pensionati.

Il salario medio del settore a basso salario si è abbassato: nel 2010 era di €6,68 nell’Ovest della Germania e di €6,52 all’Est.

Sono 2,5 milioni gli occupati che guadagnano meno di €6/h; quasi 1,4 milioni meno di €5,

Circa la metà dei bassi salari hanno un lavoro a tempo pieno; quasi 800mila occupati a tempo pieno guadagnano meno di €6/h, quindi per un salario lordo mensile inferiore a €1000.

Negli ultimi 15 anni i bassi salari sono aumentati del 68% nella Germania occidentale, solo del 3% nei Land orientali.

1 salariato su 5 trarrebbe beneficio da un salario minimo per legge di €8,50/h.

GERMANIA, MERCATO LAVORO.pdf

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