La cultura dello Champagne

Caro Direttore E’ un indecenza! vogliono mettere un bavaglio alla cultura! L’arresto di Luigi De Fanis, assessore alla cultura della Regione Abruzzo (Pdl) e della sua segretaria Lucia Zigarello ai domiciliari ha dell’incredibile! Accusati di sperperare denaro pubblico in Champagne, e alberghi, il giudice non ha capito che loro sì, sorseggiavano abitualmente lo Champagne, delle migliori marche, nei migliori alberghi, ma lo facevano esclusivamente per approfondire il discorso culturale. Chiedevano pure tangenti tanto era l’amore per la cultura!. I soliti giudici comunisti hanno rovinato tutto! Qui sotto un sunto dell’articolo di Repubblica. Saluti da un lettore Assessore Regione Abruzzo […]
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Caro Direttore

E’ un indecenza! vogliono mettere un bavaglio alla cultura!

L’arresto di Luigi De Fanis, assessore alla cultura della Regione Abruzzo (Pdl) e della sua segretaria Lucia Zigarello ai domiciliari ha dell’incredibile!

Accusati di sperperare denaro pubblico in Champagne, e alberghi, il giudice non ha capito che loro sì, sorseggiavano abitualmente lo Champagne, delle migliori marche, nei migliori alberghi, ma lo facevano esclusivamente per approfondire il discorso culturale. Chiedevano pure tangenti tanto era l’amore per la cultura!.

I soliti giudici comunisti hanno rovinato tutto!

Qui sotto un sunto dell’articolo di Repubblica.

Saluti da un lettore

Assessore Regione Abruzzo arrestato, intercettazioni:

L’esponente politico utilizzava i fondi per spese private e chiedeva tangenti agli imprenditori del settore. Uno di loro ha rotto il silenzio dando il via alle indagini

 

Luigi De Fanis (ansa)PESCARA – Erano utilizzati come un bancomat i fondi destinati alla cultura in Abruzzo. Un bancomat personale ad uso esclusivo dell’assessore regionale Luigi De Fanis (Pdl), che questa mattina è stato posto agli arresti domiciliari. Soldi per gli alberghi, soldi per lo champagne (“Lo metto sul conto della Regione…”, dice al telefono dalla Fiera del Libro di Torino), e anche per le amiche della segretaria Lucia Zigarello, pure lei finita ai domiciliari come complice. Per due dipendenti della Regione il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara Mariacarla Sacco ha disposto l’obbligo di dimora. I reati contestati sono concussione, truffa aggravata e peculato.

I soldi a disposizione dell’assessorato venivano utilizzati per tutto, tranne che per la cultura. E così, se da una parte la Regione piangeva miseria e respingeva le richieste di finanziamento di centinaia di associazioni culturali (tra cui anche quella della scrittrice Dacia Maraini) dall’altra l’assessore aveva messo in piedi un sistema per mettersi in tasca i fondi pubblici. Già, perché a quei pochi imprenditori della cultura ai quali l’ente concedeva soldi, De Fanis chiedeva tangenti, micro-tangenti, come microscopici erano i fondi di cui disponeva.

E’ stato un giovane imprenditore a rompere il muro dell’omertà intorno a questa vicenda e presentare una denuncia-confessione. “Le richieste dell’assessore De Fanis di alterare il preventivo e poi di consegnargli del danaro in nero mi hanno profondamente sconvolto…”, ha fatto mettere a verbale Andrea Mascitti davanti agli uomini del Corpo Forestale dello Stato. Da quel momento sono scattate le indagini coordinate dal procuratore di Pescara Federico De Siervo e del pm Giuseppe Bellelli (lo stesso del processo Sanitopoli che ha portato alla condanna a nove anni e mezzo di Ottaviano Del Turco). Indagini che si sono concentrate sull’erogazione di fondi regionali per l’organizzazione degli eventi celebrativi dell’anniversario dei 150 anni della nascita di Gabriele D’Annunzio.

Scrive il gip: “De Fanis risulta dedito a strumentalizzare la propria carica a fini illeciti, predisponendo complesse strategie di procedure amministrative, denotando, pertanto, una pervicace abitualità delittuosa tanto che è altamente probabile che compirà altri reati della stessa specie di quelli posti in essere”. Da qui l’esigenza della custodia cautelare.

Tutto il sistema ruotava intorno a un’associazione culturale utilizzata come “schermo” (Abruzzo Antico) attraverso la complicità di un prestanome. “Era un sistema di cui diversi funzionari dell’ente Regione erano a conoscenza” precisa il gip nell’ordinanza. “Il De Fanis quale pubblico ufficiale – si legge ancora – abusando della suddetta qualità di pubblico ufficiale ed arrogandosi illegittimamente il potere decisionale sull’erogazione dei contributi regionali disciplinati dalla l. r. n. 43/1973, attraverso diversi incontri e contatti telefonici avvenuti anche con la Zingariello, poneva Mascitti Andrea, imprenditore impegnato nell’organizzazione dell’evento culturale “Mario Nascimbene Award”, di fronte alla scelta perentoria di seguire le sue indicazioni oppure rinunciare ad organizzare tale evento, e quindi lo costringeva, con la minaccia della mancata elargizione del richiesto contributo regionale, a farsi promettere una dazione di circa 4.000 euro”. E questo è solo uno dei tanti elementi contestati all’esponente del Pdl.

 

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