Denunce, rappresaglie e insabbiamenti: questa è la democrazia

Riceviamo e pubblichiamo 179 denunce per i facchini di Bologna. Rappresaglie padronali alla Despar di Padova. Silenzio sul processo alla fabbrica della morte, la Marlane-Marzotto di Praia a Mare (Cosenza). Dove, i padroni assassini sono difesi da un bel pool bipartisan, che ha anticipato il governo di larghe intese: Ghedini (PDL)-Calvi (PD)-Pisapia (SEL) (vedi:http://www.vicenzapiu.com/leggi/marlane-marzotto-morti-di-parte-lavoratori-avvocati-ghedini-calvi-e-pisapia-bipartisan) E intanto Cancellieri & Caselli si stringon la mano per la maggior gloria della cosca Ligresti. Con la benedizione del Berlusca. Questa è la democrazia.   d.   179 denunce per i facchini di Bologna http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/9523-179-denunce-per-i- facchini-di-bologna In una conferenza stampa la questura di Bologna […]
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Riceviamo e pubblichiamo

179 denunce per i facchini di Bologna. Rappresaglie padronali alla Despar di Padova. Silenzio sul processo alla fabbrica della morte, la Marlane-Marzotto di Praia a Mare (Cosenza). Dove, i padroni assassini sono difesi da un bel pool bipartisan, che ha anticipato il governo di larghe intese: Ghedini (PDL)-Calvi (PD)-Pisapia (SEL) (vedi:http://www.vicenzapiu.com/leggi/marlane-marzotto-morti-di-parte-lavoratori-avvocati-ghedini-calvi-e-pisapia-bipartisan)

E intanto Cancellieri & Caselli si stringon la mano per la maggior gloria della cosca Ligresti. Con la benedizione del Berlusca.

Questa è la democrazia.

 

d.

 

179 denunce per i facchini di Bologna

http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/9523-179-denunce-per-i-

facchini-di-bologna

In una conferenza stampa la questura di Bologna è partita all’attacco dei facchini delle facchine: 38 denunce per il picchetto del 2 maggio. Altre 25 per il blocco del 25 giugno e 68 per il 29 giugno.  Mentre 19 denunce risalgono al blocco di Cadriano del 5 luglio, e per il blitz alla Coop Lame l’11 luglio sono altri 19 i denunciati e 9 quelli del 13 luglio.

179 denunce dal 2 maggio al 13 luglio, questi sono i numeri con cui la controparte spera di intimorire il movimento della logistica. D’altro canto però questo alto numero di denunce in così pochi mesi rende bene anche la forza che questi uomini e donne, per la maggior parte migranti, sono capaci di mettere in campo. Un movimento quello dei facchini che, su questo sito di informazione non ci stancheremo mai di dirlo, non guarda soltanto alle singole vertenze sindacali ma alla dignità di cui tutti loro hanno diritto.

Per cui l’avvertimento dalla Questura ai facchini stranieri: le denunce possono pregiudicare il rinnovo dei permessi di soggiorno. Oltre ad essere una vile minaccia è anche una manifestazione palese di questo modello di sfruttamento e corruzione contro il quale in tutta Italia sia attraverso le lotte della logistica, sia attraverso quelle sulla casa i migranti si stanno sollevando.

Questi facchini che a Bologna hanno lanciato l’assalto allo sfruttamento prodotto dal potere economico emiliano delle cooperative si sono dichiarati da subito consapevoli che la lotta intrapresa è una lotta difficoltosa e in cui possono contare soltanto sulle loro forze. Forze che però lungo il cammino fatto di scioperi, picchetti e manifestazioni sono sembrate aumentare sempre di più perché la lotta di questi facchini è una lotta che guarda e parla alla dignità di tutti gli uomini e le donne sfruttate, migranti e non.

Pubblicato in METROPOLI

 

 

NUOVO LICENZIAMENTO IN DESPAR:

IL PLOTONE DI ESECUZIONE COMPOSTO Da:

INTERPORTO, SERVIZI LOGISTICI, MAG SEVIZI E LEGACOOP, HA INIZIATO AD  ELIMINARE

I LAVORATORI ISCRITTI AD ADL COBAS

DAL MAGAZZINO ASPIAG/DESPAR DI PADOVA.

 

Quanto avevamo previsto si sta puntualmente verificando e un secondo lavoratore iscritto ad ADL Cobas è stato licenziato, mentre molti altri sono in attesa di una lettera contenente il licenziamento. Il tribunale speciale, istituito dai poteri forti che gestiscono Interporto, appoggiati in questa operazione militare, dalla CGIL, sta procedendo speditamente indicando al Plotone di esecuzione (leggi Mag Servizi) i soggetti da colpire. Così. Dopo il primo licenziamento, avvenuto in agosto, è arrivato il secondo usando come motivazione lo scarso rendimento e presto ne arriveranno altri. Da sottolineare, a questo punto che Aspiag/Despar diventa fino in fondo complice di una operazione criminale volta a fare piazza pulita di un sindacato scomodo usando metodi che richiamano altre epoche storiche.

Ricostruiamo di seguito la vicenda:

 

LICENZIAMENTO!!  Agli inizi di luglio di quest’anno, una trentina di lavoratori del magazzino Aspiag di Padova si iscriveva ad ADL Cobas.  A distanza di un mese dall’iscrizione al nostro sindacato, un lavoratore che era stato nominato delegato veniva licenziato con le motivazioni di avere guidato troppo velocemente il muletto, di non avere capito un ordine impartito dal preposto e di avere usato parole di minaccia nei confronti di un capo. Le prime due motivazioni sono evidentemente ridicole, ai fini del licenziamento, per la terza, il lavoratore, pur negando la circostanza, si era dichiarato disponibile a chiarire ogni cosa con il capo, ma non gli è stato possibile, perché nel frattempo è arrivato il licenziamento.

RAPPRESAGLIE CONTRO CHI HA SCIOPERATO. Il 30 agosto, per protestare contro il licenziamento, venivano  proclamate  4 ore di sciopero, con rientro al lavoro alle ore 16. La risposta antisindacale di Mag Servizi non si faceva attendere, mandando a casa i lavoratori che avevano scioperato e cancellando 2/3 turni di lavoro della settimana entrante, sempre per tutti i lavoratori che avevano scioperato. Non solo, ma a due lavoratori, non iscritti ad ADL Cobas che avevano scioperato, veniva inviata una contestazione disciplinare per assenza ingiustificata. Provvedimento quest’ultimo quanto meno allucinante, in quanto è notorio che , nel momento in cui viene proclamato uno sciopero, chiunque può aderirvi, a prescindere dalla sigla sindacale di appartenenza.

 

CONTESTAZIONI E SANZIONI DISCIPLINARI PER SCARSA PRODUTTIVITA’. Dal giorno dello sciopero inizia una nuova offensiva contro gli iscritti ad ADL Cobas,  consistente nell’invio di contestazioni disciplinari, una uguale all’altra, per non avere raggiunto la produttività richiesta. Fino ad oggi ne abbiamo contate una cinquantina rivolte a una quindicina di lavoratori Ma ciò che è ancora più grave è che, senza tenere in minimo conto le giustificazioni rese dai lavoratori Mag Servizi ha cominciato ad applicare ore di multa e giorni di sospensione. Tutto questo avviene nella assoluta mancanza anche del rispetto delle procedure disciplinari. Prova ne sia il fatto che, a  fronte della richiesta di audizione presentata da 11 lavoratori, Mag Servizi, convocava i lavoratori in un bar, rifiutandosi  di rilasciare un verbale delle dichiarazioni rese.

 

CHIUSURA DI OGNI CONFRONTO CON ADL COBAS .  Dopo una apparente disponibilità del Direttore di Interporto Tosetto ad incontrarci per cercare di trovare delle soluzioni ai problemi presenti in magazzino, e dopo un primo incontro avvenuto il 25 settembre, a cui avrebbe dovuto seguirne un secondo, senza alcuna spiegazione, Tosetto rompe ogni rapporto e si nega anche al telefono, mentre continuano a piovere a raffica le contestazioni disciplinari.

 

SCIOPERO DEL 18 OTTOBRE E INCONTRO IN PREFETTURA. Il 18 ottobre, in occasione dello sciopero generale proclamato da tutto il sindacato di base, anche a Padova, nel settore della logistica si decide di effettuare lo sciopero sugli obiettivi da tempo rivendicati e l’assemblea di tutti i lavoratori decide di organizzare un nuovo presidio davanti ad Interporto per chiedere la cessazione dell’azione repressiva e intimidatoria nei confronti degli iscritti ad ADL e per sollecitare l’apertura di un tavolo di confronto tramite la Prefettura. La larga partecipazione di lavoratori di molti altri magazzini di Padova (TNT, BRT, GLS, Artoni, SDA, PAM, ALI’, ARCO, ecc.)  induce la Prefettura a convocare le parti per il martedì successivo. All’incontro in Prefettura, la delegazione dei lavoratori di Mag Servizi assistita da ADL, si trova di fronte un fuoco di sbarramento, lanciato da Tosetto, per nulla contrastato dalla Prefettura, nonostante sia apparsa evidente l’assoluta anomalia delle procedure sanzionatorie messe in atto da MAG Servizi, dirette in modo esplicito a far fuori la presenza di ADL all’’interno di Despar.

 

CONCLUSIONI. A FRONTE DI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO SI TRATTA DI ANDARE A DEFINIRE UN PIANO DI LOTTA PER CONTRASTARE QUESTA IGNOBILE OPERAZIONE DI RAPPRESAGLIA ANTISINDACALE.

 

 Le controparti a questo  punto sono molto chiare e contro di loro indirizzeremo le iniziative di lotta:

  •  ASPIAG/DESPAR, HANNO UNA RESPONSABILITA’ PRECISA NEL NON ESSERE INTERVENUTI PER FERMARE LA RAPPRESAGLIA ;
  •  INTERPORTO DETIENE LA REGIA DELL’INTERA OPERAZIONE;
  • SERVIZI LOGISTICI, MAG SERVIZI E LEGACOOP, APPOGGIATI DALLA CGIL, SONO GLI ESECUTORI MATERIALI DEL MASSACRO SOCIALE IN ATTO.

 

 

SU  QUESTI PUNTI, FACCIAMO UN APPELLO A TUTTI I LAVORATORI, ALLE REALTA’ SOCIALI, ALLE ASSOCIAZIONI SINDACALI E POLITICHE DI PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA CHE SI TERRA’

SABATO 9 NOVEMBRE ALLE ORE 16

C/O IL  CENTRO SOCIALE PEDRO IN VIA TICINO  PER

 DECIDERE TUTTE LE INIZIATIVE DI LOTTA DA METTERE IN ATTO

 

Associazione per i Diritti dei Lavoratori

Viale Cavallotti, 2  | 35124 Padova | C.F. 92233640280 | Tel 049 692171 | Fax 049 8824273

e-mail: [email protected] | PEC: [email protected]  |  www.adlcobas.org

 

 

 Appello Marlane Marzotto,

contro il silenzio mediatico aderite anche qui

Diamo spazio e aderiamo a un appello sul caso Marlane Marzotto, da sempre seguito localmente (solo?) dai nostri media. A breve i promotori dell’appello comunicheranno la pagina Facebook su cui aderire. Chi lo volese fare immediatamente invii a [email protected] una mail con oggetto: “aderisco all’appello Marlane Marzotto pubblicato il 2 novembre su VicenzaPiu.com” e nel testo inserisca i suoi dati. Grazie

Il direttore

Continua il silenzio mediatico sul processo Marlane-Marzotto di Praia a Mare. Un processo che vede imputati proprietari e dirigenti della Marlane, della Lanerossi e della Marzotto difesi da avvocati molto famosi. Gli imputati eccellenti sono accusati di reati quali omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime, disastro ambientale.

Sono più di quindici anni che si chiede il diritto costituzionale ad ottenere giustizia per quanto accaduto nello stabilimento calabrese di proprietà prima della Lanerossi e, infine, della Marzotto. Sono più di quindici anni che si tenta di rompere la coltre di omertà e indifferenza che ha nascosto la vicenda e che ha permesso di trascinare il processo per tutti questi lunghissimi anni.

I fatti raccontano che tra i circa mille operai che hanno lavorato nello stabilimento Marlane di Praia a Mare, moltissimi si sono ammalati di tumore e decine sono morti (per alcune stime attendibili, le vittime, sono oltre cento). Una percentuale altissima. I fatti raccontano di un grave inquinamento riscontrato nei pressi dello stabilimento calabrese. Un inquinamento tale da iscrivere il sito tra quelli da bonificare quanto prima. I fatti raccontano di innumerevoli tentativi, da parte degli avvocati che difendono gli imputati eccellenti, di rinviare il processo, di sospenderlo, di non farlo svolgere, di arrivare alla prescrizione. I fatti, oggi, raccontano di proposte di patteggiamento rivolte ai parenti delle vittime che si sono costituiti parte civile ai quali viene richiesto di accettare qualche migliaio di euro in cambio del loro ritiro dal processo. Una pressante richiesta di accordo che evidenzia la volontà di sfruttare la rassegnazione e le necessità materiali delle vittime per ottenere in cambio una sorta di “perdono”, i vantaggi processuali che ne deriverebbero e, soprattutto, quelle attenuanti che porterebbero ad una probabile diminuzione dei tempi necessari per la prescrizione.

Questi sono i fatti. Fatti volutamente ignorati dai più diffusi mezzi di informazione nazionali che si sono limitati a qualche sporadica notizia spesso di difficile comprensione.

Così, grazie alla mancanza di informazione (rotta solo dalla caparbietà e dal coraggio di qualche lavoratore sopravvissuto, di qualche sindacato considerato “minore”, di qualche associazione ambientalista, di qualche piccolo partito, di qualche giornale a diffusione locale), si conosce poco o nulla di quello che è successo nella Marlane-Marzotto e del processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Paola.

Noi riteniamo che oggi sia compito soprattutto di chi non è direttamente e personalmente coinvolto nel processo (e che, quindi, non deve decidere se accettare o meno il patteggiamento proposto) esigere che si sappia la verità su cosa è successo nello stabilimento di Praia a Mare e che venga fatta giustizia per quella che è, nei fatti, una delle più grandi e dimenticate tragedie del lavoro avvenuta nel nostro paese.

Chiediamo al quelle forze politiche che sono state fino ad oggi silenziose ed assenti, alle associazioni democratiche, alle maggiori organizzazioni sindacali troppo spesso indifferenti, a tutti i cittadini di uscire dal torpore e far sentire la propria indignazione per quanto successo alla Marlane.

Chiediamo a tutti di firmare il presente appello per conoscere la verità e ottenere finalmente quella giustizia finora negata alle vittime della Marlane-Marzotto di Praia a Mare.

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