COLOMBIA, RIVOLTA DEI CAMPESINOS

Redazione di Operai Contro, Dalla metà di agosto la Colombia è sull’orlo di una rivoluzione. Mentre a Cuba si negozia la pace tra le Farc e il governo colombiano, migliaia di campesinos si sono riversati nelle strade per protestare contro l’entrata in vigore del trattato di libero commercio con gli Stati Uniti. L’accordo privilegia di fatto gli interessi delle grandi corporazioni produttrici di alimenti geneticamente modificati a scapito delle tasche degli agricoltori e della libertà della popolazione nazionale. Da agosto le proteste continuano a nascere in diverse parti del Paese anche se i media nazionali si stanno dando un gran da fare per cercare di coprire la violenta repressione militare. […]
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Redazione di Operai Contro,

Dalla metà di agosto la Colombia è sull’orlo di una rivoluzione. Mentre a Cuba si negozia la pace tra le Farc e il governo colombiano, migliaia di campesinos si sono riversati nelle strade per protestare contro l’entrata in vigore del trattato di libero commercio con gli Stati Uniti. L’accordo privilegia di fatto gli interessi delle grandi corporazioni produttrici di alimenti geneticamente modificati a scapito delle tasche degli agricoltori e della libertà della popolazione nazionale. Da agosto le proteste continuano a nascere in diverse parti del Paese anche se i media nazionali si stanno dando un gran da fare per cercare di coprire la violenta repressione militare. Per una volta di troppo il governo di Juan Manuel Santos ha di fatto tagliato le gambe agli agricoltori locali favorendo le importazioni e privandoli di ogni aiuto statale. La città più “calda” è Bogotà – le proteste sono continue – ma tutta la Colombia è in tumulto. I produttori di caffè, di cacao, i camionisti e i piccoli minatori si sono uniti ai contadini nella protesta contro le politiche di un governo che – protestano – impedisce loro di sopravvivere. Tuttora parte dei trasporti sono compromessi, anche quelli pubblici, perché i campesinos bloccano le vie di accesso alle città. Il cibo non arriva più nei ristoranti e il costo degli alimenti è aumentato esponenzialmente. Lo chiamano paro agrario, il mondo agricolo che si ferma. Durante lo sciopero nazionale che ha paralizzato la Colombia il governo ha intrapreso violente azioni di forza contro i manifestanti: la Mesa nacional agropecuaria y nacional de interlocución y acuerdo – che riunisce tutte le organizzazioni agrarie – ha denunciato 660 casi di violazione dei diritti umani, 485 feriti, 12 contadini uccisi e 262 arresti.

Un lettore

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