SIAMO LA CLASSE OPERAIA, NON SIAMO PEZZENTI.

Operai: siamo noi che produciamo la ricchezza del paese. Nonostante ciò non possiamo accedere alle merci da noi prodotte. La crisi del sistema capitalista ha peggiorato ulteriormente le nostre condizione di sfruttati. Chi lavora ha salari da fame, deve sottostare a ricatti, minacce, deve sostenere ritmi insostenibili e accettare il pericolo di morire e infortunarsi gravemente. I padroni, con il sostegno di sindacati e governi compiacenti, ci hanno riportati al livello della schiavitù. Il nostro salario serve a stento a nutrirci e ad avere un tetto: non c’è differenza con gli schiavi del passato costretti a lavorare per un […]
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Operai: siamo noi che produciamo la ricchezza del paese. Nonostante ciò non possiamo accedere alle merci da noi prodotte. La crisi del sistema capitalista ha peggiorato ulteriormente le nostre condizione di sfruttati. Chi lavora ha salari da fame, deve sottostare a ricatti, minacce, deve sostenere ritmi insostenibili e accettare il pericolo di morire e infortunarsi gravemente. I padroni, con il sostegno di sindacati e governi compiacenti, ci hanno riportati al livello della schiavitù. Il nostro salario serve a stento a nutrirci e ad avere un tetto: non c’è differenza con gli schiavi del passato costretti a lavorare per un tozzo di pane e un giaciglio. Chi viene licenziato deve subire umiliazioni inaccettabili: sfratti, sequestri di case e non potere mettere un piatto in tavola per i figli. Voglio mettervi a conoscenza di un episodio che ho vissuto in prima persona. In un ipermercato della coop di Modena sono stato avvicinato da una ragazza molto giovane che mi ha allungato una busta dicendomi che avrei potuto riempirla di prodotti per famiglie bisognose, colpite dalla crisi. Sono riuscito a stento a trattenermi dalla rabbia e le ho chiesto se riteneva giusto che delle persone debbano sopravvivere grazie alla sensibilità di altre persone e se non era più logico che invece si organizzassero per lottare contro un sistema sociale che le ha buttate in miseria. La risposta è stata: “ sì, ma intanto devono mangiare”. Mentre rispondevo che cosi facendo li danneggiava due volte, in primo luogo umiliandole e poi ( ironicamente) perché con la pancia piena queste persone non avrebbero potuto correre se, in caso di ribellione, fossero state caricate dall’apparato repressivo al servizio dei padroni, si è avvicinato un uomo di mezza età responsabile della struttura caritatevole che aveva indetto la raccolta. La mia risposta è stata immediata: “ con te non parlo, sei un cattivo maestro”. A distribuire le buste c’era anche un ragazzo di colore. Tornato a casa mi sono documentato su questa struttura di “ volontariato”. A MODENA alcuni mesi fa è nato “ Portobello” un progetto di comunità promosso da 23 associazioni del territorio modenese, aziende, organizzazioni non profit ed il Comune di Modena. E’ un supermarket speciale, in cui le famiglie in difficoltà economica a causa della perdita del lavoro, segnalate dai servizi sociali, possono fare la spesa pagando non in euro ma con dei punti caricati sul proprio codice fiscale. Il budget di punti assegnati è legato al numero dei componenti del nucleo familiare e tutti coloro che fanno la spesa sono invitati ad impegnarsi in attività di volontariato presso il market o nelle associazioni del territorio. Il comune di Modena ha messo a disposizione, gratis, una struttura di 450 metri quadri; una buona parte dei soldi vengono da quel quindicesimo di utili delle fondazioni bancarie che viene dedicato alle iniziative sociali e di beneficenza. Dalla Gazzetta di Modena del 26.6.2013: “ Massimo Giusti, vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, ha sottolineato che il canale finanziario che alimenta iniziative come queste proviene per legge da una parte degli utili del sistema creditizio e gira attraverso le fondazioni bancarie; nella nostra regione costituisce un super salvadanaio da 1,5 milioni di euro, da ripartire su base provinciale. Il Coge, comitato regionale costituito da fondazioni, istituzioni, associazioni no profit, decide la ripartizione e la destinazione dei fondi. Nel modenese arrivano attorno ai 160 mila euro, poco meno di quanto è servito solo per Portobello, e che servono tra l’altro a PAGARE LE SETTE PERSONE CHE TRA MODENA E PROVINCIA COORDINANO TUTTI I PROGETTI” (non doveva trattarsi di volontariato?). Tutti i mass-media locali e nazionali glorificano questa iniziativa. Riporto sempre dagli organi di stampa: “Che cosa c’è da mangiare oggi? L’ umiliazione di offrire un piatto vuoto ai figli di ritorno da scuola è il colpo più duro per i nuovi poveri d’Italia, quasi 4 milioni nel 2013. La soluzione l’hanno trovata in Emilia Romagna, a Modena. Dove il centro servizi per il volontariato inaugurerà l’emporio Portobello. E’ stato inaugurato dal presidente della regione VASCO ERRANI, ANDREA LANDI PRESIDENTE DELLA CASSA DI RISPARMIO DI MODENA ,I VOLONTARI LE AZIENDE SOSTENITRICE CON LA BENEDIZIONE DELL’ARCIVESCOVO DI MODENA ANTONIO LANFRANCHI”. Operai, la vera umiliazione è che c’è qualcuno che vuole tenerci buoni con un piatto di lenticchie. Operai, è umiliante quando un figlio ti guarda con disprezzo perché al posto di lottare fai l’accattone e ti rivolgi al tuo nemico per potere mettere un piatto in tavola; il rispetto e la solidarietà dei nostri figli lo avremo solo se, alla guerra economica dichiarata dai padroni, rispondiamo con la lotta per liberarci dalla schiavitù del lavoro salariato. Piuttosto che umiliarsi, è più dignitoso cercare una soluzione individuale, che comunque non è la soluzione ai nostri problemi, ma nelle carceri è una figura di tutto rispetto. Dopo i compagni carcerati viene il rapinatore. L’unica struttura che ci può permettere di vincere questa guerra economica dichiarata dai padroni nei nostri confronti e coordinare le lotte in difesa del territorio dalla famelica fame di profitto dei padroni ( e fare in modo che altre figure sociali si aggreghino) è la costruzione del PARTITO COMUNISTA OPERAIO. OPERAI, VOGLIAMO PRENDERE COSCIENZA CHE SE CI UNIAMMO NON C’E’ APPARATO REPRESSIVO CHE CI POSSA FERMARE. FORZA COMPAGNI, SPEZZIAMO QUESTE CATENE O IL NOSTRO FUTURO CE LO DETERMINERANNO I PADRONI E SARA’ UN FUTURO DI FAME, MACERIE E LUTTI. OPERAI, TUTTE LE LOTTE RICHIEDONO DEI SACRIFICI. QUELLA CHE DOBBIAMO SOSTENERE IN QUESTA FASE E’ QUELLA DECISIVA. I PADRONI NON SI FARANNO SCRUPOLI, HANNO AL LORO SERVIZIO OLTRE A POLITICANTI E SINDACATI ASSERVITI, ESERCITO PROFESSIONALE, CARABINIERI, POLIZIA, FINANZA, POLIZIA CARCERARIA, GUARDIE FORESTALE, SERVIZI SEGRETI; CI SPARERANNO CONTRO? IO PENSO DI SI’ E NONOSTANTE TUTTO SONO FIDUCIOSO PERCHE’ GLI OPERAI ORGANIZZATI SONO PIU’ FORTI.

ANTONIO, RIMASUGLIO DEL 68 E ARTERIOSCLEROTICO M-L

PS QUESTO E’ IL SITO DI PORTOBELLO: WWW.PORTOBELLOMODENA.IT INFO@PORTOBELLOMODENA .IT

 

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