LA MORTE ASSISTITA

Caro Operai Contro, credo giusto parlare di morte assistita poichè molto spesso si viene a conoscenza di fabbriche in crisi che chiudono,operai che dopo aver sudato per tanto tempo mettendo spesso a dura prova la propria salute si vedono portar via il lavoro e lo stipendio sicuramente già non rapportato ai costi della vita,praticamente di male in peggio. Al tutto ne segue il misero contentino preconfezionato “di pace sociale” all’insegna della cassa integrazione,risultato del tavolo di turno pronto a essere presentato (o a tramutarsi) come “grande vittoria della giornata” portata a casa……In realtà trattasi solo di morte assistita (molto […]
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Caro Operai Contro,

credo giusto parlare di morte assistita poichè molto spesso si viene a conoscenza di fabbriche in crisi che chiudono,operai che dopo aver sudato per tanto tempo mettendo spesso a dura prova la propria salute si vedono portar via il lavoro e lo stipendio sicuramente già non rapportato ai costi della vita,praticamente di male in peggio.

Al tutto ne segue il misero contentino preconfezionato “di pace sociale” all’insegna della cassa integrazione,risultato del tavolo di turno pronto a essere presentato (o a tramutarsi) come “grande vittoria della giornata” portata a casa……In realtà trattasi solo di morte assistita (molto spesso) con conseguenze disastrose poichè la perdita del proprio lavoro è un’offesa alla dignità delle persone su cui non vi sono scusanti a cui aggrapparsi da parte  della politica borghese,che dovrebbe essere al servizio dei cittadini ma nella realtà è solo casta a cui bisogna dire basta!

Credo che il primo passo collettivo sia prendere coscienza di tutto questo poichè la cassa integrazione molto spesso è l’anticamera della disoccupazione (sotto forma di discesa graduale) inquanto non fà da ponte per la ripresa lavorativa certa,solo chi non si muove non è consapevole della gabbia dove si trova!Iniziamo dalla solidarietà (senza isolarci) essa è uno strumento importante!Si rende fondamentale (a mio avviso)che tutti i proletari acquisiscano il senso del collettivo abbattendo l’indifferenza e l’individualismo che rende noi tutti più deboli!Una fabbrica che chiude (o chi per lei) non è solo un problema di chi ci lavorava,ma di tutti!Aggiungo che non può esserci civiltà senza diritti e dignità!

 

Un disoccupato affezionato lettore

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