LE ÉLITE IMPRENDITORIALI DELL’EGITTO, DOPO MUBARAK

RASSEGNA  STAMPA  in allagato una sintesi dell’analisi sull’Egitto, in particolare sui grandi imprenditori, con regime Mubarak, e poi con Morsi, fatta da un think tank tedesco, Stiftung Wissenschaft und Politik. LE ÉLITE IMPRENDITORIALI DELL’EGITTO, DOPO MUBARAK SWP (STIFTUNG WISSENSCHAFT UND POLITIK) LUGLIO 2013 Prefazione e conclusioni – Nell’ultimo decennio dell’era Mubarak, alcuni grandi imprenditori avevano ottenuto il controllo di gran parte dell’economia, entrando così a far parte dell’élite politica. – Caduto il regime Mubarak nel 2011, questa élite imprenditoriale è finora riuscita a mantenere la preminenza economica, e un rilevante ruolo politico. – Pochi di essi hanno subito processi, la […]
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RASSEGNA  STAMPA

 in allagato una sintesi dell’analisi sull’Egitto, in particolare sui grandi imprenditori, con regime Mubarak, e poi con Morsi, fatta da un think tank tedesco, Stiftung Wissenschaft und Politik.

LE ÉLITE IMPRENDITORIALI DELL’EGITTO, DOPO MUBARAK SWP (STIFTUNG WISSENSCHAFT UND POLITIK) LUGLIO 2013
Prefazione e conclusioni
– Nell’ultimo decennio dell’era Mubarak, alcuni grandi imprenditori avevano ottenuto il
controllo di gran parte dell’economia, entrando così a far parte dell’élite politica.
– Caduto il regime Mubarak nel 2011, questa élite imprenditoriale è finora riuscita a
mantenere la preminenza economica, e un rilevante ruolo politico.
– Pochi di essi hanno subito processi, la maggior parte ha tratto profitto dal sostanziale
perdurare di corruzione, mal-gestione del Consiglio militare superiore, e di opacità e
illegalità.
– I Fratelli Musulmani (FM) hanno seguito le linee economiche dell’era Mubarak,
crescita basata sull’economia privata, favorevole ai grandi gruppi; continuità anche
nella formula politica: mancanza di trasparenza e di coinvolgimento di altri attori.
Essi hanno cercato l’alleanza di questa élite imprenditoriale, e favorendo accordi
extragiudiziari con essa, anziché far luce sui suoi precedenti comportamenti scorretti – e
di cooptarla nella propria rete di potere.
– Tentativo – iniziato già prima della vittoria elettorale di Morsi nel 2012 –sostanzialmente
fallito, come pure è fallito il tentativo di alcuni dei FM di accrescere in modo
sostanziale le proprie attività economiche.
– La maggior parte dei grandi imprenditori non si era mai fidata dell’islam politico –
sfiducia accresciuta durante la presidenza Morsi – e ha appoggiato il movimento di
opposizione, tramite i media e il finanziamento di partiti e uomini politici.
– Il conflitto con parte dei grandi imprenditori non ha consentito ai FM di consolidare il
potere conquistato elettoralmente.
– Nche hanno preceduto la deposizione di Morsi con il putsch militare del luglio 2013, hanno
lavorato per minare il potere politico dei FM una serie di gruppi di interesse – in
particolare gran parte dei grandi imprenditori e i militari.
– Non è per ora dato sapere in quale misura i grandi imprenditori abbiano partecipato
direttamente al putsch o alla sua preparazione, anche se è noto l’appoggio finanziario e
logistico dato ad es. da Naguib Sawaris al movimento Tamarrod (Ribellione), che ha
raccolto sottoscrizioni contro Morsi e oraganizzato le proteste di massa a fine giugno.
– I grandi imprenditori si sarebbero consultati poco prima del putsch con comandanti
militari; l’indice della Borsa egiziana ha risposto alla caduta di Morsi con un aumento di
oltre il 12% nella settimana seguente;
– anche la composizione del governo di transizione riflette gli interessi dei grandi
imprenditori: il primo ministro Beblawi, liberista e il suo vice, Ziad Bahaa-Eldin, a capo
dell’Autorità per gli investimenti e poi dell’Autorità di controllo finanziario con
Mubarak ed ora il ministro per la Cooperazione internazionale;
– soprattuto poi l’industriale Mounir Fakhr Abdel Nour, ministro del Turismo nel governo
dello Scaf (2011/2012) e ora ministro dell’Industria.
– Al-Nour aveva diretto l’ECES, l’Istituto di ricerca che aveva preparato le riforme
economiche dell’ultimo decennio Mubarak,
– come pure Ahmed Galal, economista della BM, direttore di ECES (1996-2006) e ora
nuovo ministro delle Finanze.
– Si può prevedere che anche nel dopo Morsi i grandi imprenditori mantengano una
forte influenza, dato che nel governo di transizione sono rappresentati politici e
tecnocrati vicini all’imprenditoria.
– Germania e UE devono tenere conto, al di là della turbolenza in atto, che l’influenza
politica dei grandi imprenditori andrà aumentando; nel passato ciò avuto un riflesso
negativo sulle riforme economiche, impedendo la libera concorrenza: corruzione e
arricchimento di singoli sono state la conseguenza di riforme istituzionali da cui ha
tratto profitto solo una piccola parte degli imprenditori, che sono riusciti ad ottenere
un quasi monopolio in diversi settori economici, e puntato solo alla crescita
compromettendo l’equilibrio sociale della politica economica, mentre il regime Mubarak
aveva cercato di contenere le proteste sociali, anche se con un sistema di sovvenzioni
costoso e inefficiente.
– Germania e UE devono sollecitare ed appoggiare con incentivi finanziari una riforma
dei regolamenti economici (maggiore trasparenza del settore statale, ad es.
nell’assegnazione delle commesse, nelle privatizzazioni e nella vendita di terreni), e la
creazione di un sistema fiscale equo ed una amministrazione fiscale efficiente, che
consenta una politica di ridistribuzione attiva dello Stato, per rendere più efficace lo
sviluppo economico.

Le elite imprenditoriali egiziane nel dopo Mubarak

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