CRONACHE DA POMIGLIANO

Operai di serie A, B e C Alla FIAT di Pomigliano chi è nato con la camicia sta nel segmento A, quello che produce la Panda, e ha tutto il diritto di farsi spaccare la schiena per 1.200 euro al mese sulle catene a una cadenza di 400 vetture per turno. Nel segmento B ci sono quelli dello stampaggio. Per loro il lavoro non si è mai fermato, neanche quando tutti gli altri erano a cassa integrazione. Né si è mai tentato di fermarlo per non fare un dispetto a Marchionne. Gli emarginati sono quelli del segmento C, poche […]
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Operai di serie A, B e C

Alla FIAT di Pomigliano chi è nato con la camicia sta nel segmento A, quello che produce la Panda, e ha tutto il diritto di farsi spaccare la schiena per 1.200 euro al mese sulle catene a una cadenza di 400 vetture per turno. Nel segmento B ci sono quelli dello stampaggio. Per loro il lavoro non si è mai fermato, neanche quando tutti gli altri erano a cassa integrazione. Né si è mai tentato di fermarlo per non fare un dispetto a Marchionne. Gli emarginati sono quelli del segmento C, poche centinaia che non hanno mansioni così “specializzate” come gli altri e che quindi possono far posto, ogni tanto, ai cassintegrati per la finta rotazione. Questa divisione è stata inventata da Marchionne e da UILM FIM FISMIC e UGL per escludere sistematicamente i  1.400 cassintegrati di Pomigliano, i 720 ex Ergom e i 316 di Nola dalle produzioni della Panda. Il motivo ufficiale, espresso in un apposito accordo azienda sindacato, è che le produzioni sulla Panda possono essere attuate solo da chi ha almeno sei mesi di lavoro su quelle linee. Come se la Panda fosse una Ferrari!

Ora a Marchionne servono più Panda e, invece di chiamare massicciamente i cassintegrati, fa firmare ai soliti UILM FIM FISMIC e UGL un altro “accordo” per due sabati lavorativi (15 e 22 giugno) senza straordinario, ma con recupero della giornata il 19 di luglio e, per indorare la pillola, parla di far rientrare una decina di cassintegrati.

La prima reazione degli operai all’interno è stata di rabbia. Nell’arco di due settimane sono passati da 380 auto per turno a non si sa più quante adesso (400, 405, 410 … non lo sanno più neanche gli operai che le producono ). Si hanno notizie di forti contestazioni ai delegati sindacali nel turno A.

Di fronte a questa presa in giro, finalmente anche la FIOM sembra che voglia mettere in campo iniziative forti, si parla di blocco dei sabati lavorativi.

I nodi vengono al pettine. FIAT e sindacalisti venduti, cercano di calmare le acque promettendo nuovi rientri a settembre “anche dall’indotto”, ma  sono solo chiacchiere. La realtà sempre più evidente è che a Pomigliano con le attuali produzioni, possono lavorare solo 2100 addetti e quando ci sono picchi di produzione la FIAT li vuole affrontare con i sabati lavorativi. Quindi anche il tanto sbandierato terzo turno, che impegnerebbe comunque 600/700 operai,  rimane una lontana ipotesi.

La Sez. AsLO di Napoli

 

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