CRONACHE DA POMIGLIANO

Napoli 16 maggio. Pomigliano 17 maggio. Il Comitato cassintegrati e licenziati FIAT di Pomigliano ha organizzato nella prima data un picchetto fuori alla sede regionale della CISL e, il giorno dopo un picchetto con sciopero fuori ai cancelli della fabbrica. I cassintegrati del comitato attaccano frontalmente i sindacati filo aziendali di FIM UILM FISMIC UGL, che insieme alla FIAT stanno cercando di dividere i lavoratori a cassa integrazione per poi liquidarli un gruppo per volta: gli ex Ergom, i 316 di Nola, i 1400 di Pomigliano;  nel frattempo non dicono una sola parola sui ritmi impossibili della produzione della […]
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Napoli 16 maggio. Pomigliano 17 maggio.

Il Comitato cassintegrati e licenziati FIAT di Pomigliano ha organizzato nella prima data un picchetto fuori alla sede regionale della CISL e, il giorno dopo un picchetto con sciopero fuori ai cancelli della fabbrica.

I cassintegrati del comitato attaccano frontalmente i sindacati filo aziendali di FIM UILM FISMIC UGL, che insieme alla FIAT stanno cercando di dividere i lavoratori a cassa integrazione per poi liquidarli un gruppo per volta: gli ex Ergom, i 316 di Nola, i 1400 di Pomigliano;  nel frattempo non dicono una sola parola sui ritmi impossibili della produzione della Panda a Pomigliano che è arrivata ormai a 400 auto per turno. In cambio del “privilegio” di non lavorare, i delegati di questi sindacati cercano di non disturbare l’azienda e compiono una vera e propria opera di “dissuasione” nei confronti degli operai che cominciano a lamentarsi dei ritmi bestiali sulle catene.

Gli operai del Comitato hanno denunciato in un volantino le entrate milionarie dei sindacati e il fatto che questi soldi invece di essere messi a disposizione delle lotte, come cassa di resistenza, servono invece a far vivere, spesso nel lusso, i dirigenti sindacali. E hanno affermato che se questi sodi non servono alle lotte, devono essere dati ai cassintegrati e non ai funzionari nullafacenti.

La stessa CGIL non viene risparmiata dalle critiche che su questo sindacato e sulla collegata FIOM si concentrano, però, sull’accusa di non scegliere la lotta aperta contro la FIAT fuori ai cancelli di Pomigliano e di non attaccare apertamente i sindacati filo aziendali con cui, invece, continuano a fare iniziative in comune. La CGIL e la FIOM vengono accusate di sfiancare gli operai in passeggiate e assemblee inutili.

La manifestazione davanti alla sede del sindacato ha visto la presenza di una decina di cassintegrati e una ventina di giovani precari e studenti. Successivamente lo spezzone FIAT si è unito a un gruppo di operai ASTIR da 10 mesi senza salario che protestavano davanti alla casa dell’assessore Nappi per il fermo di un operaio che lo aveva contestato e che poi era stato accusato falsamente di averlo aggredito. In questo presidio si sono avuti momenti di tensione con la polizia, presente in forze, che hanno portato al fermo di un altro operaio ASTIR. I due gruppi, riuniti, hanno dato vita ad un corteo fino alla questura dove è stato chiesto il rilascio dell’operaio fermato.

Il giorno dopo, a Pomigliano nel cambio turno si è tenuto un nuovo presidio dei cassintegrati FIAT a cui si è unito per solidarietà un gruppo di operai ASTIR. Gli operai hanno cercato di discutere con i colleghi in entrata, ma questo è stato interpretato dalla polizia, anche qui presente massicciamente, con un tentativo di blocco dell’entrata.  Immediatamente gli operai sono stati spintonati senza tanti complimenti al bordo della strada, mentre poliziotti in borghese filmavano la scena. Quando il presidio è finito si sono visti alcuni personaggi riconosciuti come dipendenti FIAT che annotavano su dei taccuini i numeri di targa degli operai che hanno partecipato al presidio.

Dopo la manifestazione, gli operai sono tornati nel centro cittadino e hanno occupato un locale comunale vuoto con l’intento di utilizzarlo come sede per i cassintegrati.

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