PROSEGUONO GLI SCIOPERI DEI FACCHINI

Ancora proteste dei facchini. Prima davanti alla Granarolo, dove i blocchi si ripetono da tre giorni e i dipendenti protestano per il taglio in busta paga di quote consistenti di stipendio, il 35%, per lo stato di crisi dichiarato dal Consorzio Sgb che lavora in appalto nel magazzino dei prodotti freschi. Ma da oggi torna in subbuglio anche la situazione della Centrale Adriatica, il magazzino che rifornisce i supermercati di Coop, dove i lavoratori supportati dai Cobas protestano contro le sanzioni disciplinari e le sospensioni di alcuni di loro.A Cadriano il blocco è ripreso ieri sera alle 21 ed […]
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Ancora proteste dei facchini. Prima davanti alla Granarolo, dove i blocchi si ripetono da tre giorni e i dipendenti protestano per il taglio in busta paga di quote consistenti di stipendio, il 35%, per lo stato di crisi dichiarato dal Consorzio Sgb che lavora in appalto nel magazzino dei prodotti freschi. Ma da oggi torna in subbuglio anche la situazione della Centrale Adriatica, il magazzino che rifornisce i supermercati di Coop, dove i lavoratori supportati dai Cobas protestano contro le sanzioni disciplinari e le sospensioni di alcuni di loro.A Cadriano il blocco è ripreso ieri sera alle 21 ed è proseguito fino alle 12 di oggi, con lunghe code di camion parcheggiati lungo le strade di accesso alla Ctl, il Consorzio trasporto latte che ha affidato l’appalto ad Sgb. Mentre Granarolo ripete di essere “parte lesa” perché ha pagato regolarmente Ctl che a sua volta paga regolarmente Sgb, il consorzio formato da tre cooperative che da novembre trattiene dallo stipendio dei suoi 60 dipendenti, tutti stranieri, quote consistenti per stato di crisi. “Mi hanno tolto 560 euro e ora ne prendo solo 951, con 150 ore di lavoro – protesta uno di loro mostrando la busta – Com’è possibile? Dove li mettono tutti quei soldi? Scioperiamo da quattro giorni e nessuno è venuto a dirci niente”. “Non si capisce mai nulla dalle buste, sono tutte diverse – aggiunge un altro – Non siamo noi i delinquenti, sono lì dentro, la Polizia dovrebbe prendersela con loro”. Alla fine i lavoratori hanno interrotto sciopero e blocco a mezzogiorno e c’è stata un po’ di tensione con la Polizia che chiedeva i documenti per identificare i lavoratori. “Noi non glieli diamo i documenti, non perché abbiamo qualcosa da nascondere ma perché altrimenti si vendicano contro i lavoratori”, replica Simone Carpeggiani dei Cobas. Alla fine un’assemblea improvvisata sulla strada decide per il ritorno al lavoro da domani, mentre la Polizia identificherà i responsabili del blocco ai cancelli e della mancata consegna dei documenti. Presenti anche i ragazzi del collettivo Crash, che si sono poi spostati ad Anzola.

Si blocca infatti di nuovo la Centrale Adriatica, già teatro più volte di scontri e proteste. Si è interrotta nel pomeriggio la protesta iniziata all’alba di un centinaio di persone che ha scioperato e bloccato l’ingresso dei camion che caricano e scaricano le merci nel magazzino, dove lavora in appalto la coop friulana Aster Coop. Ragione della protesta la sospensione di otto lavoratori per motivi disciplinari (li accusano di liti, minacce e rallentamento dei lavori) più altri nove perché indagati per furto all’interno del magazzino. “Ma ci devono fare vedere le prove, non possono basare le accuse solo su testimoni – protesta Chefardin, delegato dei Cobas – Ad uno dei lavoratori contestano furti per giorni in cui era tornato in Marocco. Noi restiamo qui finché non si sblocca la situazione. Vogliono colpire i Cobas, devono riprendere i lavoratori”.

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