RICHARD GINORI: E CHE PROBLEMA C’E’ ?

Lo storico stabilimento della RICHARD GINORI di Sesto Fiorentino potrebbe essere acquistato dal gruppo GUCCI, unico a presentare un’offerta di acquisto al Tribunale di Firenze, il quale aveva dichiarato il fallimento della fabbrica lo scorso gennaio. Il gruppo PPR, colosso francese del settore già noto come KERING guidato proprio  dalla nota casa di produzione di abbigliamento ed accessori di “alta moda” ha presentato il 26 marzo la sua proposta di acquisto consistente in 13 milioni di euro e la riassunzione di 230 operai sui 304 totali attualmente presenti. Domani a Milano GUCCI presenterà nel dettaglio l’operazione. Entro il 22 […]
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Lo storico stabilimento della RICHARD GINORI di Sesto Fiorentino
potrebbe essere acquistato dal gruppo GUCCI, unico a presentare
un’offerta di acquisto al Tribunale di Firenze, il quale aveva
dichiarato il fallimento della fabbrica lo scorso gennaio.

Il gruppo PPR, colosso francese del settore già noto come KERING guidato
proprio  dalla nota casa di produzione di abbigliamento ed accessori di
“alta moda” ha presentato il 26 marzo la sua proposta di acquisto
consistente in 13 milioni di euro e la riassunzione di 230 operai sui
304 totali attualmente presenti. Domani a Milano GUCCI presenterà nel
dettaglio l’operazione. Entro il 22 maggio l’operazione deve essere
definita in ogni sua parte.

GUCCI rende noto che l’operazione “conferma lo spirito di attenzione
dell’azienda sul territorio fiorentino ed il suo storico marchio”.
Indispensabile però sarà l’accettazione da parte dei sindacati della
clausola occupazionale oltre alla concessione del diritto di prelazione
per l’acquisizione del 50% della GINORI REAL ESTATE, società in
liquidazione suddivisa a metà a sua volta tra la FALLIMENTO RICHARD
GINORI ed una cordata di immobiliaristi.

Oggi pomeriggio davanti al Tribunale di Firenze era presente anche una
folta delegazione di operai, di primo acchito entusiasti per la notizia
di assorbimento, poi giustamente preoccupati per quei 74 in esubero: a
gennaio 2014 infatti scade il periodo di copertura della CIG e si apre
il baratro della mobilità. Se il pericolo è stato scongiurato per la
totalità degli operai, resta per quella percentuale indicata dai futuri
proprietari. Non è dato sapere quali saranno i criteri di selezione e
riassunzione, evidentemente definiti in futuro dai sindacati.

I quali sono tra l’incudine dell’aut-aut posto da GUCCI ed il martello
del punto di vista operaio e della piena occupazione. I confederali
hanno già comunicato con una nota unitaria che “andrà approfondito il
progetto industriale ed intavolata una trattativa per minimizzare i
danni del fallimento GINORI”.

Il che può volere dire, come al solito, tutto e niente. Dal punto di
vista del nuovo compratore, il numero di esuberi contenuto potrebbe già
essere una “riduzione del danno”. Tanto più che la clausola
occupazionale è vincolante.

I COBAS annunciano che “la trattativa sarà complicata” e che si punterà
ad una “occupazione la più alta possibile”. Dichiarazioni parecchio
simili a quelle confederali, insomma, che si differenziano con la
proposta di mantenere in fabbrica tutti i 304 operai applicando
contratti di solidarietà: presa di posizione, quest’ultima, non ancora
ufficiale e definita da parte del sindacato di base, massicciamente
presente in GINORI.

Infine, esultano le istituzioni attraverso il sindaco Gianassi ed il
Ministero dello Sviluppo Economico.

Già con la conclusione del mese di maggio sapremo cosa intendono i
sindacati per “riduzione del danno” ed “occupazione più alta possibile”.

Trepidanti saluti Operai da Pavia

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