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RASSEGNA STAMPA Usa, economia, competitività The Economist         130316 Rapporto speciale: la competitività dell’America (serie di articoli) Tesi Economist –       Nonostante sia diffusa la credenza – tanto tra i cittadini americani che all’estero – che gli Usa stiano perdendo il vantaggio economico, che Cina ed altri paesi emergenti stiano battendo gli Usa nella gara per “i lavori del futuro”, come avverte il presidente Obama, –       lo studio dimostra che, guardando al di là della paralisi dell’establishment di Washington, le prospettive per l’economia americana sono migliori di quanto si creda: a livello regionale e locale gli Usa stanno attuando vigorose riforme […]
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RASSEGNA STAMPA

Usa, economia, competitività

The Economist         130316

Rapporto speciale: la competitività dell’America

(serie di articoli)

Tesi Economist

       Nonostante sia diffusa la credenza – tanto tra i cittadini americani che all’estero – che gli Usa stiano perdendo il vantaggio economico, che Cina ed altri paesi emergenti stiano battendo gli Usa nella gara per “i lavori del futuro”, come avverte il presidente Obama,

       lo studio dimostra che, guardando al di là della paralisi dell’establishment di Washington, le prospettive per l’economia americana sono migliori di quanto si creda: a livello regionale e locale gli Usa stanno attuando vigorose riforme e innovazioni.

       Tuttavia, tali cambiamenti diverranno di sistema solo se adottati o promossi a livello federale, dove è in corso un pericoloso duello sulla questione del bilancio, che finora non ha provocato seri danni.

       La ripresa economica degli Usa continua a ritmo sostenuto; sono state evitate ricadute nella recessione causate dall’austerità, diversamente da come accaduto in diversi paesi europei; tagli alla spesa e aumenti delle entrate stano frenando il deficit.

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o   Secondo la classifica del World Economic Forum (WEF), in 4 anni gli Usa sono scesi dal 4° al 7° posto nella competitività internazionale;

o   per le infrastrutture al 14/144 paesi;

o   educazione primaria e sanità 34°;

o   istituzione 41°;

o   ambiente macroeconomico 111°, soprattutto per l’alto debito pubblico (17 000 MD, oltre il 100% del PIL, anche se gran parte effetto transitorio della recessione); al 1° posto solo per dimensione del mercato, posizione che presto sarà della Cina.

o   Si prevede che i crescenti costi di Medicare e Medicaid (programmi della sanità federale per gli anziani e per i poveri), e quelli della Previdenza sociale (pensioni statali), consumeranno tutti gli introiti federali entro una generazione.

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       1. Innovazione – una nazione di cervelli

Ricerca e sviluppo

 

       Gli Usa continuano a spendere la stessa quota del PIL per R&S, e continuano a ottenere innovazioni importanti, come il “fracking” per gas e petrolio;

o   sono ancora molto superiori alla Cina per la ricerca universitaria;

       L’America investe in R&S più di qualsiasi altro paese, anche se la sua quota sulla ricerca globale mondiale è calata dal 38% del 1999 al 31% nel 2009;

o   sono solo al 9° posto nel mondo per la loro quota degli investimenti in R&S sul PIL, quasi il 2,9%; l’ammontare è lievemente calato in assoluto per due anni durante la recessione.

o   gli investimenti americani in R&S sono aumentati del 25% rispetto al 2004; nei 5 anni 2004-2009 +5,8%, contro +3,3% del PIL.

o   Nel decennio 1999-2009, gli investimenti in R&S della Cina + 20% l’anno.

       Gli Usa rimangono al 4° posto mondiale per innovazione (dopo Singapore, Finlandia e Svezia); nel 2000 erano al 1°, questo non perché abbiano ridotto la ricerca ma perché altri paesi l’hanno aumentata; rimangono in fondo alla classifica gli emergenti Brasile, Cina e India.

       Sono americane 27 delle 30 università più citate per la ricerca.

       Dipende dal governo federale solo per l’31% della R&S americana, ma oltre per la metà della ricerca base, mentre i gruppi economici si concentrano più sullo Sviluppo che sulla Ricerca.

       Sono il frutto della ricerca di base finanziata dal governo  e dallo sviluppo e utilizzo da parte dei gruppi economici le tecniche innovative del fracking idraulico e dalla perforazione orizzontale[1] stanno dando una forte spinta al settore gas e petrolio, e di conseguenza all’intera economia.

[seguono alcuni esempi di ambizioni progetti americani di ricerca]

 

       2. Energia – Grande sospiro di sollievo

 

       La possibilità di sfruttare le enormi riserve di idrocarburi intrappolati nella roccia (petrolio e gas da scisti) con il sistema del fracking e della trivellazione orizzontale,

o   in particolare il giacimento del Marcellus shale (Scisto Marcellus), formazione geologica che si estende per 600 miglia dagli Appalachi alla Virginia,  e che si pensa sia il maggior giacimento di gas dell’America,

ha fatto rinascere l’economia americana nel suo complesso, e in particolare il settore siderurgia, dopo un periodo di crisi e chiusure; quasi $3MD gli introiti fiscali aggiuntivi.

o   Nell’insieme Marcellus ha già prodotto in Pennsylvania oltre 100 000 posti di lavoro, che dovrebbero giungere a oltre 220 000 entro il 2020 (studio IHS).

o   Hanno avuto benefici anche Arkansas, Louisiana, Oklahoma e Texas:

o   dal 2007 al 2010, è aumentata di 4 volte la produzione di gas da scisti negli Usa,

o   +20% la produzione di gas negli ultimi 5 anni; gli Usa sono divenuti il maggior produttore mondiale di gas.

o   La produzione di gas nord-americano (Usa soprattutto) crescerà mediamente del 5,3%/anno fino al 2030, secondo proiezioni BP.

Dal 2008 al 2012 il prezzo locale del gas è sceso da oltre $13 per unità termiche britanniche a $1-2, poi è lievemente salito.

       Nel 2011 gli USA avevano il secondo minor prezzo del gas (dopo il Canada) tra i paesi ricchi (IEA); le fabbriche Usa hanno pagato il gas 1/3 di quelle tedesche, e ¼ di quelle sudcoreane, ora ancora meno,

o   ma anche l’elettricità, costa circa la metà di quella delle fabbriche in Cile e Messico, e ¼ di quella in Italia.

o   Investimenti aumentati nel siderurgico (produzione di tubature per il settore gas), ma anche nelle industrie ad intensità energetica, dalla plastica ai fertilizzanti.

[seguono esempi di progetti di investimento di grandi gruppi dell’energia]

       L’ampia rete di oleodotti negli Usa consente l’accesso a gas e prodotti chimici a basso prezzo a clienti lontani dai giacimenti.

       Il forte calo del prezzo del gas spinge alla ricerca di petrolio da scisti (Permian Basin, Eagle Ford Shale in Texas, formazione Bakken in North Dakota e Mississippian Lime tra Oklahoma e Kansas);

       le tecniche usate hanno consentito l’aumento di 1/3 della produzione petrolifera negli ultimi 4 anni, a 7mn. di barili/giorno; previsto un ulteriore aumento di 1mn b/g nei prossimi due anni.

       BP prevede che per la fine del 2013 l’America supererà Russia ed Arabia Saudita nella produzione di combustibile liquido, petrolio e biocombustibili.

       Il nuovo petrolio produce altrettanta bonanza di quella prodotta dal gas per le aeree attorno ai giacimenti … dove il petrolifero rappresenta il 15% dell’economia locale, ed ha prodotto 72 000 posti di lavoro su una popolazione di meno di 700 000.

Il boom americano del petrolio da scisti ha prodotto però un aumento di solo 1-2% del totale mondiale, insufficiente a ridurne significativamente il prezzo, ma ha ridotto fortemente l’importazione americana di petrolio, circa -10% del deficit commerciale petrolifero Usa, pari a $70MD.

       Nel 2012 gas e petrolio da fonti non convenzionali negli Usa hanno aggiunto attività economiche per $238MD, 1,7 mn di posti di lavoro, e $62 MD di introiti fiscali. (calcoli IHS)

Per i prossimi due anni, l’American Chemistry Council prevede: nuovi investimenti per 72MD, in solo 8 industrie (settori), e conseguente nuova attività economica per $342 MD nel 2015-2020; 1,2 mn. di nuovi posti di lavoro; $26MD/anno di nuovi introiti fiscali.

       Il PIL Usa è ancora inferiore a quello del 2007, e il deficit commerciale con la Cina ancora in crescita, ma alcuni casi emergono alla cronaca:

o   GE ha spostato la produzione di alcune merci da Cina e Messico al Kentucky;

il cinese Lenovo, che ha acquisito il settore PC di IBM, pensa di riportare parte della produzione in North Carolina.

o   Per attrarre investitori di questo calibro, a lungo termine gli USA necessitano di una forza lavoro meglio preparata.

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       3. Sistema educativosi rimodella il valore aggiunto

       Le scuole americane stanno vivendo la maggiore trasformazione che si ricordi

       Negli Usa sono i singoli Stati che regolano il sistema educativo.

Nel Il programma per l’educazione lanciato da Obama, RTT, Race to the Top, Corsa al primo posto), punta a migliorare il livello di insegnanti e studenti soprattutto, offrendo borse di studio su base competitiva a stati e distretti scolastici.

La precedente riforma federale, NO Children Left Behind (Nessun Bambino lasciato Indietro) poneva obiettivi tanto elevati che 34 Stati chiesero e ottennero di potervi rinunciare, a patto che seguissero linee simili a quelle poste dal RRT; ne risultò una forte accelerazione delle riforme, con l’adozione di un programma base comune per tutti i 50 stati tranne 5.

       Da alcune ricerche McKinsey: solo il 49% dei datori di lavoro ritengono che i nuovi assunti abbiano ricevuto la preparazione necessaria; il 67% delle imprese manifatturiere, nel 2011, aveva problemi a trovare personale adeguato, e il 5% dei posti di lavoro rimaneva vuoto per mancanza di domande di lavoro adeguate;

       nel 2020  mancheranno circa 875000 macchinisti, saldatori, metalmeccanici, e simili.

       Nel 2012, 24 stati hanno varato leggi per favorire l’incremento delle iscrizioni a scuole tecniche, o per il loro adeguamento ai bisogni delle imprese locali. 4. ImmigrazioneIl nostro obiettivo

       Secondo una proiezione del Georgetown University’s Centre on Education and the Workforce nel decennio 2008-2018, gli Usa creeranno 779 000 posti di lavoro per laureati STEM (Scienze, tecnologia, ingegneria, matematica), ma al ritmo attuale solo 550 000 americani avranno tali qualifiche, per cui necessitano immigrati.

       Da uno studio per Partnership for a New American Economy, sono 262 i nuovi posti di lavoro occupati da americani nativi contro per ogni 100 lavoratori nati all’estero assunti con lauree STEM presso università americane;

       per ogni 100 visti per lavoratori stranieri specializzati (visti H-1B), hanno trovato lavoro 183 americani;

o   ogni lavoratore immigrato specializzato paga imposte pari a 10 volte quanto ricevono in benefici dal governo; gli immigrati rischiano molto meno degli americani nativi di finire in carcere.

o   Uno studio del 2007 ha calcolato che la regolarizzazione dei milioni di immigrati, i meno specializzati, porterebbe in 10 anni introiti aggiuntivi per $48MD, contro un aumento della spesa statale di soli $23MD.

o   Gli immigrati evitano il declino demografico, conterebbero per l’82% della crescita demografica nel periodo 2005-2050 (Pew Research Center), e per l’intera crescita della popolazione attiva,

o    fattore di contrasto all’insostenibilità finanziaria di Medicare e previdenza sociale.

       Sulle riforme sull’immigrazione proposte da Obama sembra probabile un compromesso bipartisan:

       visti per gli immigrati laureati STEM presso le università americane; introduzione di un iter per la cittadinanza per circa 11 mn. di immigrati illegali.

       In corso un cambiamento nella realtà al di là delle scelte del Congresso:

o   a causa della crisi sono molto diminuiti gli ingressi illegali dal Messico, se ne vanno molte più persone di quelle che arrivano;

o   continua ad aumentare livello di formazione degli immigrati: nel 2010 gli abbandoni scolastici degli immigrati attivi sono scesi al 28% contro il 40% nel 1980;

o   gli immigrati laureati saliti dal 19% nel 1980 al 30% nel 2009, il 2% di questi ha un dottorato, contro l’1% dei nativi.

       Le amministrazione locali competono per attirare immigrati e investimenti, con riduzioni fiscali, ma anche con importanti riforme.

Per assumere uno straniero, anche temporaneamente, il datore di lavoro deve esplicare una serie di lunghe procedure, e un numero di permessi annuali insufficiente.

       Le Quote, fissate annualmente per i Visti, sempre state esaurite anche nella peggior fase della crisi

o   gli 85 000 visti a breve emessi quest’anno per lavoratori stranieri qualificati si sono esauriti in 10 settimane (nel 2007 finirono in un giorno).

       I permessi di residenza per i lavoratori sono ancora più difficili, su 1mn. di carte verdi emesse ogni anno, il 65% (nel 2011) va a parenti di residenti o cittadini, il 16% a rifugiati e richiedenti asilo.

Il numero delle carte verdi legati a occupazione e investimenti è di 140 000/anno, cioè il 13% del totale attuale, quota rimasta uguale a quella del 1990, con un aumento della popolazione di 60 mn.,

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       5. Infrastrutture – Tempo di rinnovo

Le infrastrutture americane sono in cattivo stato, e obsolete; l’American Society of Civil Engineers (ASCE) calcolava nel 2009 che occorresse il raddoppio della spesa nei seguenti 5 anni, dai previsti 1 100 MD a $2 200 MD; simile conclusione anche da parte del think tank Centre for American Progress: la spesa era la metà del necessario, calcolato in $262MD.

Si calcola (CBO) che per ogni $ speso dal gov. fed. in infrastrutture, c’è un incremento di $1-2,50 nel’attività economica; da uno studio del 2009 ogni $1MD speso in infrastrutture crea 18 000, circa il 30% più di quelli creati tagliando di altrettanto le imposte sulle persone (Univ. Massaachusetts-Amherst).

       Le amministrazioni periferiche cercano nuove fonti di finanziamento – diverse dagli Stati e dal governo federale e municipalità – , per risolvere il lento ritmo di investimenti attuale.

Chicago, Illinois, ad es. ha aumentato le tariffe per le infrastrutture, +25% per l’acqua, per il 2015 raddoppieranno all’incirca.

       In tutti gli Usa sono in corso numerosi progetti PPP, “partnership pubblico-privato”, il Centre for American Progress calcola sia possibile mobilitare almeno $60MD/anno in investimenti privati per le infrastrutture; nel periodo 1990-2006 vennero raccolti solo $10MD con progetti analoghi.

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I governatori degli Stati Usa stanno cercando di migliorare il clima economico, con una forte competizione tra loro: riduzione di burocrazia e  imposte, gestione di incubatori per le nuove imprese finanziati dallo Stato.

In corso una feroce competizione per attrarre investimenti; ad es. l’Ohio ha un impiegato a tempo pieno solo per portar via posti di lavoro alla California; il Kansas ha attirato residenti dalla California che ha la più alta aliquota di imposte sulle persone. Il Texas, che non ha imposta sulle persone fisiche,  attira residenti dal Kansas; il governatore del Kansas propone di abolire l’imposta sulle persone fisiche sostenendo che gli stati con basse imposte crescono più velocemente di quelli con imposte alte, e di conseguenza anche le loro entrate.

Secondo i critici di questa liberalizzazione: nel decennio 2001-2010 il reddito pro-capite degli stati con alte imposte è cresciuto di più di quelli con basse imposte, ed è diminuito meno il reddito famigliare medio; uguale invece la disoccupazione media, al 5,7%.

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