COSA STA DISTRUGGENDO LA TERRA PARTE TERZA: COME USCIRNE FUORI.

Dopo aver analizzato i problemi connessi con il sistema di produzione lineare, bisogna proporre delle soluzioni alternative, per uscire da questa situazione. Immagino che qualche assiduo lettore potrà dire: “ Come la stai portando per le lunghe, bisogna prendere il controllo dei mezzi di produzione, il resto verrà da sé, gli operai sanno cosa è meglio per il popolo”. Messa in questi termini il ragionamento non fa una piega, ma l’analisi materialistica e scientifica della realtà storica, basata sui fatti, dimostra che le cose non sono così semplici. Finora i tentativi di creare un sistema socio-economico  diverso da quello […]
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Dopo aver analizzato i problemi connessi con il sistema di produzione lineare, bisogna proporre delle soluzioni alternative, per uscire da questa situazione. Immagino che qualche assiduo lettore potrà dire: “ Come la stai portando per le lunghe, bisogna prendere il controllo dei mezzi di produzione, il resto verrà da sé, gli operai sanno cosa è meglio per il popolo”. Messa in questi termini il ragionamento non fa una piega, ma l’analisi materialistica e scientifica della realtà storica, basata sui fatti, dimostra che le cose non sono così semplici. Finora i tentativi di creare un sistema socio-economico  diverso da quello capitalistico sono falliti, perché? Probabilmente perché si sono utilizzati gli stessi processi produttivi e un’identica organizzazione economica, cioè il sistema di produzione lineare. Allora, però, i tempi non erano maturi per proporre un’organizzazione produttiva diversa da quella capitalistica, così queste esperienze si sono trasformate prima in capitalismo di stato e poi in economie di mercato. Quali sono le conclusioni da trarre? Si può cambiare il nostro sistema socio-economico solo modificando l’intera struttura produttiva, adottando la trasformazione circolare delle risorse naturali, finalizzata al soddisfacimento dei bisogni  di tutti  i cittadini, con un controllo sociale dei mezzi di produzione, in questo modo si eliminerebbero tutti i difetti connessi alla fabbricazione lineare delle merci. Su che cosa si basa la produzione circolare? Imitare ciò che avviene in natura da più di tre miliardi di anni, da quando esiste la vita sulla Terra, cioè il riutilizzo continuo delle stesse risorse, senza mai avere un prodotto finale inutilizzabile, eliminando del tutto la produzione dei rifiuti. Molti lettori potrebbero affermare: “Ma da dove le prendi queste idee, un sistema del genere è irrealizzabile su vasta scala, a noi interessa risolvere i problemi quotidiani, avere il necessario per vivere dignitosamente”. D’accordo, ma perché non deve essere possibile a chiunque la rielaborazione delle idee, se si abitua la gente a ragionare con la propria testa, anche il più semplice popolano può avere una maggiore capacità di analisi della realtà, dell’intellettuale raffinato.

Facciamo, quindi, qualche esempio di produzione circolare delle merci, così capiamo di cosa si tratta: i fumi prodotti dalle centrali termoelettriche possono essere convogliati, dopo essere stati depurati, in bacini acquiferi per allevare le alghe da destinare alla produzione di mangimi per animali; le acque utilizzate per il raffreddamento possono essere utilizzate per l’irrigazione, i prodotti di scarto come inerti per le costruzioni. Alla fine del ciclo produttivo non rimane niente! Anche se non è più opportuno usare i combustibili fossili per produrre energia, si comprende come una centrale a carbone in questo modo diventerebbe realmente ecocompatibile. E che dire delle energie alternative? Solo dall’energia geotermica si potrebbe ottenere elettricità per i prossimi cinquemila anni, senza alcuna limitazione! Mentre se si coprissero i tetti di tutti gli edifici con pannelli fotovoltaici, si potrebbe ottenere energia per diecimila anni, senza impegnare il suolo agricolo!

 Allora si capisce che il problema energetico è inesistente e si potrebbero sostituire, da subito, i combustibili fossili eliminando alla radice il problema del riscaldamento climatico, anzi. L’energia elettrica in eccesso, prodotta da fonti inesauribili, potrebbe essere impiegata per produrre idrogeno dall’acqua da usare come combustibile! Perché queste soluzioni non sono attuate? Perché sono contrari ai principi della produzione lineare poiché prevedono pochi passaggi produttivi e porterebbero, se applicate in modo generalizzato, alla definitiva liberazione dei bisogni! E qui è necessario sfatare un’altra convinzione, che il profitto è il motore dello sviluppo umano; non è vero, la ricerca del profitto, spesso, impedisce le scelte tecniche migliori, quelle risolutive dei problemi. Perché si continuano a usare i combustibili fossili, pur sapendo che sono risorse limitate? Perché per il loro utilizzo sono necessari molti passaggi produttivi e in questo modo le possibilità di profitto sono molteplici. Inoltre, poiché i danni delle attività estrattive, di distribuzione e di utilizzo di queste fonti naturali, ricadono sulla collettività, il costo dell’energia è erroneamente inferiore di quelle alternative; se, però, si caricassero tutti gli oneri prima elencati, i bilanci sarebbero ben diversi.

Vediamo altre applicazioni della produzione circolare, per manifestare più dettagliatamente la sua validità: se l’acqua piovana delle case, strade e altre superfici impermeabilizzate fosse incanalata in vasche di raccolta per usi non potabili, si risolverebbero due problemi: il dissesto idrogeologico, poiché l’acqua non scorrerebbe in superficie e si risparmierebbe una risorsa preziosa. Gli esempi potrebbero essere tanti e riguardano tutti i settori produttivi. Se tutta l’economia fosse organizzata su queste basi, si avrebbe la totale scomparsa dei rifiuti, che è cosa diversa da “Rifiuti zero”, proposta dagli ambientalisti, cioè il totale riciclaggio dei rifiuti prodotti, in questo caso rifiuti non se ne produce proprio! Inoltre non si avrebbe il consumo di risorse naturali perché, in tutti i processi produttivi, sarebbero riutilizzate in modo ciclico, le stesse risorse e una volta impostato l’intera struttura economica e produttiva si soddisferebbero i bisogni per sempre!

 Riusciremmo a immaginare una società senza rifiuti, senza discariche, senza inceneritori e dove tutti i bisogni (acqua, energia, cibo sano) fossero disponibili senza limitazioni? Non sono cose campate in aria, le tecnologie per applicare questi principi ci sono tutte e sono già state utilizzate su piccola scala, ci vuole solo una struttura sociale e politica idonee per la loro diffusione; in una società basata sul profitto, sarebbe impossibile una simile organizzazione economica e produttiva.

 Per gli economisti classici sarebbe impossibile immaginare un sistema economico basato sulla “crescita zero” della ricchezza, una cosa inaudita e utopistica! Vorrei chiedere, però, a questi personaggi: è realistico o ragionevole fondare l’intera struttura economica sull’ipotesi che le risorse naturali sono infinite e inesauribili, i presupposti del nostro sistema economico? Tutti gli economisti presumono che si possa avere una crescita economica indefinita, come se si avesse a disposizione un numero infinito di pianeti simili alla Terra, ma poi accusano chi propone modelli produttivi alternativi di essere utopistici! Questo la dice lunga sul totale scollegamento dell’economia classica dalla realtà fisica, bisogna liberarsi di questi personaggi.

 A questo punto mi aspetterei, da qualche lettore che ha avuto la pazienza di seguirmi: “ Va bene a livello pratico cosa proponi, aspettare che si realizzi la società ideale, noi qui siamo licenziati, rischiamo di morire sul posto di lavoro e tu ci vieni a fare discorsi teorici, a noi interessa la lotta contro chi ci sta tagliando l’erba sotto i piedi”. Allora qui vorrei essere chiaro, io non so quali sono le migliori strategie per sovvertire questo stato di cose, però penso che non bisogni rinunciare alle analisi teoriche, non lasciamole solo agli studiosi, la nuova società la dobbiamo costruirla dal basso senza delegare niente a nessuno, tanto meno agli intellettuali di professione. Nel frattempo, però, è chiaro che non bisogna stare con le mani in mano e ciascuno deve opporsi con decisione a qualsiasi attacco alle proprie libertà, diritti acquisiti, e restrizione delle condizione economiche e sociali; non dobbiamo essere disposti a fare sacrifici di nessun genere.

Solo liberando l’umanità dalla schiavitù del profitto, del lavoro salariato e dai rifiuti si potrà salvare  la vita  che esiste da più di sei miliardi di anni, non ci sono alternative.  

PIERO DEMARCO       

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