Archive for Aprile 20th, 2018

  •  Magari non ne avremo il monopolio. Anche altre zone del mondo potrebbero vantare lo stesso primato. Comunque sia, nel Sahel, i mercenari si sentono come pesci nel deserto. Si definisce mercenario chiunque svolga un’attività al solo scopo di trarne un guadagno. A questo titolo le truppe, i militari reclutati con contratto per fare guerra alla pace e la quasi totalità dei gruppi armati che arredano le frontiere saheliane sono un esempio. La definizione di questa categoria coincide con le pratiche correnti che, in questo spazio, trovano un terreno propizio per compiere la propria missione pecuniaria. Si arruolano a migliaia […] 0

    I mercenari del Sahel e l’albero del pane

     Magari non ne avremo il monopolio. Anche altre zone del mondo potrebbero vantare lo stesso primato. Comunque sia, nel Sahel, i mercenari si sentono come pesci nel deserto. Si definisce mercenario chiunque svolga un’attività al solo scopo di trarne un guadagno. A questo titolo le truppe, i militari reclutati con contratto per fare guerra alla pace e la quasi totalità dei gruppi armati che arredano le frontiere saheliane sono un esempio. La definizione di questa categoria coincide con le pratiche correnti che, in questo spazio, trovano un terreno propizio per compiere la propria missione pecuniaria. Si arruolano a migliaia […]

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  • Da Senza tregua di Giovanni pesce Negli anni prima della guerra lavorare alla Caproni, in tuta bianca, significava sfuggire all’Etiopia e dal 1937 in poi alla Spagna quando, invece di sbarcare a Massaua gli emigranti scendevano a terra a Tangeri, prima di ripartire per il fronte iberico. Lavorare alla Caproni significava sicurezza di un lavoro: idrovolanti, bimotori, aerei da primato, una produzione moderna, un clima artigianale. La Caproni era simbolo di prestigio, nonostante un declino che nessuno immaginava imminente. Lavorare alla Caproni, come in altri stabilimenti del tempo definiti “di interesse nazionale” permetteva all’operaio di sfuggire alla incerta sorte […] 0

    APRILE 1945: L’INGEGNERE DELLA CAPRONI VIENE GIUSTIZIATO

    Da Senza tregua di Giovanni pesce Negli anni prima della guerra lavorare alla Caproni, in tuta bianca, significava sfuggire all’Etiopia e dal 1937 in poi alla Spagna quando, invece di sbarcare a Massaua gli emigranti scendevano a terra a Tangeri, prima di ripartire per il fronte iberico. Lavorare alla Caproni significava sicurezza di un lavoro: idrovolanti, bimotori, aerei da primato, una produzione moderna, un clima artigianale. La Caproni era simbolo di prestigio, nonostante un declino che nessuno immaginava imminente. Lavorare alla Caproni, come in altri stabilimenti del tempo definiti “di interesse nazionale” permetteva all’operaio di sfuggire alla incerta sorte […]

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  • Diamo inizio ad una serie di pubblicazioni sugli scioperi operai del 42, 43, 44, 45. Noi crediamo che saranno molti gli operai che interverranno. Non solo per ricordare. 5 Marzo 1943- sciopero insurrezionale nelle fabbriche di Gabriele Polo Il 5 marzo 1943 la sirena della fabbrica, che suonava regolarmente ogni mattina alle dieci, rimase silenziosa: il segnale che doveva far partire il primo sciopero dopo diciotto anni di niente era stato disinnescato dalla direzione. Qualcuno aveva avvertito la Fiat. All’officina 19 di Mirafiori, Leo Lanfranco – manutentore specializzato, reduce dal confino e assunto nonostante il suo curriculum di comunista […] 0

    LA RIVOLTA OPERAIA

    Diamo inizio ad una serie di pubblicazioni sugli scioperi operai del 42, 43, 44, 45. Noi crediamo che saranno molti gli operai che interverranno. Non solo per ricordare. 5 Marzo 1943- sciopero insurrezionale nelle fabbriche di Gabriele Polo Il 5 marzo 1943 la sirena della fabbrica, che suonava regolarmente ogni mattina alle dieci, rimase silenziosa: il segnale che doveva far partire il primo sciopero dopo diciotto anni di niente era stato disinnescato dalla direzione. Qualcuno aveva avvertito la Fiat. All’officina 19 di Mirafiori, Leo Lanfranco – manutentore specializzato, reduce dal confino e assunto nonostante il suo curriculum di comunista […]

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  • Caro Operai Contro, la rivolta dei braccianti Sikh nell’Agro Pontino; i ciclofattorini licenziati per aver scioperato, pur essendo situazioni fra loro molto diverse, fanno parte di quel frantumato mondo operaio sempre più in espansione, dove domina una conclamata schiavitù del lavoro salariato. Non si tratta di forme arretrate del moderno capitalismo, ma l’altra faccia della “modernità”, dell’industria 4.0, delle fabbriche automatizzate, dei processi computerizzati e interconnessi. In ogni settore o ramo di esso, i padroni investono dove e come più conviene loro: dove l’operaio si può sfruttare di più con nuovi macchinari, e dove invece si sfrutta di più […] 0

    L’assemblea nazionale dei ciclofattorini

    Caro Operai Contro, la rivolta dei braccianti Sikh nell’Agro Pontino; i ciclofattorini licenziati per aver scioperato, pur essendo situazioni fra loro molto diverse, fanno parte di quel frantumato mondo operaio sempre più in espansione, dove domina una conclamata schiavitù del lavoro salariato. Non si tratta di forme arretrate del moderno capitalismo, ma l’altra faccia della “modernità”, dell’industria 4.0, delle fabbriche automatizzate, dei processi computerizzati e interconnessi. In ogni settore o ramo di esso, i padroni investono dove e come più conviene loro: dove l’operaio si può sfruttare di più con nuovi macchinari, e dove invece si sfrutta di più […]

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