L’UNTORE NON HA NESSUNA RESPONSABILITÀ

Confindustria e soci hanno sollevato un grande polverone sulle responsabilità per il contagio, il loro obiettivo era uno scudo civile e penale per gli operai che si ammalano di coronavirus lavorando per loro. Naturalmente Governo ed Inail si sono adeguati.
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Confindustria e soci hanno sollevato un grande polverone sulle responsabilità per il contagio, il loro obiettivo era uno scudo civile e penale per gli operai che si ammalano di coronavirus lavorando per loro. Naturalmente Governo ed Inail si sono adeguati.


 

Caro Operai Contro,
Patuanelli ministro dello Sviluppo Economico s’inchina ai padroni che, in quanto untori del Covid-19 fra gli operai, invocano lo “scudo protettivo” che li scagioni dalle responsabilità civili e penali dei contagi e delle morti.
Il Sole 24 ore titola: “Imprese in rivolta sulle responsabilità per il contagio”. E di seguito Patuanelli: “Governo e Parlamento dovranno occuparsene”. In pratica Patuanelli ha risposto al padrone: “Obbedisco”.
L’Inail dopo aver riconosciuto l’infortunio per chi si ammala di Coronavirus, ha annunciato con una nuova circolare, per rassicurare i padroni, che questo riconoscimento in nessun modo introduceva per loro il rischio di una qualche responsabilità civile e penale. Aveva già rassicurato le aziende che non dovranno pagare di più l’assicurazione per i dipendenti, in base a quanti si ammalano di Covid-19. Non scatterà il bonus malus continueranno a pagare come prima. Un altro sconto oltre i 16 miliardi di euro che il governo con il decreto Rilancio, ha spudoratamente regalato ai padroni ed ai loro grassi profitti accumulati.
Allo stesso modo si è in sostanza già espresso anche il governo Conte che, ad una interpellanza parlamentare così rispondeva: “La molteplicità delle occasioni di contagio…rendono particolarmente problematica la configurabilità di una responsabilità civile e penale del datore di lavoro che operi nel rispetto delle regole”. E quelli che non rispettano le regole vanno in galera? Pagano una multa nel peggiore dei casi.
Queste responsabilità dice Inail, andrebbero semmai dimostrate in tribunale, in una causa in cui risulti che il contagio si è verificato, perché l’azienda non ha rispettato i protocolli antivirus dettati dal governo: sanificazioni, mascherine, guanti, distanziamenti ecc. ecc. Ma ai padroni non piace neanche lontanamente la possibilità di essere eventualmente chiamati a giudizio in tribunale.
La prima cosa che insospettisce è proprio quella della osservanza dei protocolli, che i padroni evidentemente non intendono rispettare fino in fondo, finché pretendono dagli operai la stessa produzione, nonostante questi debbano lavorare imbavagliati con difficoltà respiratorie, “rubando” tempo alla produzione, per indossare e togliere più volte al giorno i dispositivi anti contagio e rispettare le distanze nei movimenti tra le postazioni.
Altrimenti non si capirebbe perché (i padroni) si preoccupano tanto, dato che Covid-19 viene riconosciuto e retribuito ai lavoratori contagiati e a quelli in quarantena, come infortunio sul lavoro, allo stesso modo di altre patologie infettive quali: epatite, brucellosi, aids, tetano, anche se l’infezione o il contagio di queste patologie, non avviene necessariamente sul posto di lavoro. Questo perché l’Inail, ma anche il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, riconoscono l’infortunio “in occasione” di lavoro, non necessariamente “a causa” del lavoro.
Come mai per queste patologie i padroni non si sono mai sognati di chiedere per loro, (come stanno facendo con Covid-19), un salvacondotto riguardo le proprie responsabilità civili e penali nei contagi operai nelle loro fabbriche e nei posti di lavoro? Come mai solo per Covid-19 invocano lo “scudo protettivo”?
Forse perché temono che per il Covid-19 continuino numerosi i contagi? In questo caso dovrebbero preoccuparsi di mettere veramente in sicurezza gli operai, per evitare i contagi, anziché invocare leggi per pararsi il culo, mentre spingono gli operai a lavorare in affanno per fare il massimo della produzione, costi quel che costi anche a rischio che si contagino.
Perciò per la loro incolumità gli operai devono frenare la produzione, perché non si può lavorare come prima, essendo oggi imbavagliati. Vigilare non solo che il padrone applichi i protocolli antivirus, ma pretenderne altri e maggiori misure di sicurezza, ove ne sorgano le necessità. Tenere sotto pressione i responsabili della sicurezza sul posto di lavoro, ma non delegare a loro in modo acritico e approssimativo, il costante controllo della sicurezza sul lavoro. Gli industriali con la loro pressione sul governo e l’INAIL hanno ottenuto uno “scudo penale” di fatto e proprio per questo conviene agli operai registrare ogni raggiro sulle misure di sicurezza perché se bisognerà ricorrere ai tribunali questo materiale nelle cause sarà utilissimo.
Saluti Oxervator

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