CHI RIDE, CHI PIANGE, CHI NON PIANGA

La caduta del valore delle borse in tutto il mondo registra la diminuzione dei prezzi di materie prime, prodotti industriali e servizi. La causa......
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La caduta del valore delle borse in tutto il mondo registra la diminuzione dei prezzi di materie prime, prodotti industriali e servizi. La causa……

La caduta del valore delle borse in tutto il mondo registra la diminuzione dei prezzi di materie prime, prodotti industriali e servizi appunto in tutto il mondo.
La causa: il blocco delle fabbriche di merci di consumo o componenti per l’industria, la limitazione dei trasporti e le zone di quarantena a macchia di leopardo più o meno estese in tutto il mondo stanno disarticolando il flusso della produzione globale. I depositi di metalli ferrosi e non ferrosi sono pieni, i magazzini frigorifero traboccano di carne e prodotti agricoli destinati a marcire; petrolio, suoi derivati e gas non sanno più dove stoccarli [1]

Insomma, ennesima crisi da sovrapproduzione questa volta innescata dal virus.

In Italia chi ride, chi fa finta di piangere e chi sarebbe meglio che non pianga.

Per i grossi capitali è una buona occasione per acquistare in borsa con sconti almeno del 10-15% e procedere ad ulteriori concentrazioni a buon prezzo per meglio tener testa alla concorrenza internazionale. Indipendentemente dal virus, fa scuola il tentativo di banca Intesa Sanpaolo, prima banca italiana, di inglobare Ubi banca, terza in graduatoria, creando un concentrato finanziario capace di sostenere la continua ristrutturazione e avventure estere dei grossi capitali italiani.

Ridono i giornalisti pennivendoli cui non è parso vero di poter riempire i giornali e le televisioni. Prima con notizie di paura facendo sfilare specialisti di non chiara origine che hanno detto tutto e il contrario di tutto e ora seminano preoccupazione per la crisi economica che avanza. Il tutto diffonde l’idea che serve disciplina dello stare uniti in questa ora difficile per la nazione (cioè i profitti del capitale) in sintonia con il vecchio democristiano Mattarella che invita a serrare i ranghi (vedi il timore di tutti i politici per scoppi di ribellione alla loro politica). I media non esitano a disinformare.[2]

Fan finta di piangere industrialotti, imprenditori e bottegai che, oltre le speculazioni da pescecani di questi ultimi, già pregustano sovvenzioni dirette e indirette (Cig), sgravi fiscali, sbrogli della burocrazia[3] e alleggerimento delle norme di quarantena che i peracottai[4] loro referenti politici, a Roma e nelle regioni, si sono affrettati ad offrire loro, attuale base elettorale di questo sistema. Non so perché, mi vengono in mente i maiali che al telefono gioivano per il terremoto a L’Aquila.

Piangono i preti, che hanno le chiese vuote, ma lasciamoli sfogare.

Chi dovrebbe piangere, ma è meglio che si astenga, sono gli operai sui quali viene scaricato il peso della crisi immanente e non ancora del tutto manifesta. Nell’immediato decurtazioni di salario (Cig) e rientro in fabbrica quando non è ancora chiaro tutto il ciclo del virus e i rischi sanitari. Ma appena l’economia sarà “rimessa in moto”, dovrà fare i conti con la situazione di crisi più sopra descritta. Cosa succederà? Si accelera la perdita di posti di lavoro? Vengono imposti orari di lavoro più lunghi per recuperare (profitti)? Si bloccano e rinviano rinnovi contrattuali con la scusa della ragionevolezza e del remare tutti assieme? Landini (Cgil), al momento il più attivo dei bonzi sindacali, si sta dando da fare come fosse un gran manager, dice lui cosa si deve fare[5], naturalmente vista la pratica sindacale degli ultimi anni, possiamo pensare che gli operai accettino di lavorare rimandando ogni richiesta di sicurezza e salariale.

Far fronte a questo attacco concentrico di padroni, politici, media e sindacalisti gialli condito dalla preoccupazione per il virus comporta un grosso sforzo per gli operai: non hanno così tempo per piangere.
La soluzione è organizzarsi per resistere nei posti di lavoro, ovunque ci sia un tentativo di intensificare il loro sfruttamento, senza delegare, o peggio rinunciare alla difesa di salario intero e condizioni di lavoro. L’ interesse così detto nazionale (profitto) e condizione operaia non coincidono.

Un lettore

[1] Solo vicino a Singapore sono ancorate 40 petroliere, con carico di 80 milioni di barili di crudo e raffinati, in attesa di clienti – Il Sole 24 Ore del 29/2/20: pag5

[2] L’ultima. Gli undici comuni in quarantena producono il 31% del Pil nazionale: bum! (E quindi è sottinteso che devono riprende a produrre in fretta! Gli industriali della zona avranno annuito) – Rainews24 29/2/20 tgr

[3] Esempio: semplificata in tempo da record la regolamentazione del lavoro da casa (battezzato lavoro agile! sic!) che garantisce stipendi interi a dirigenti e impiegati.

[4] Esempio: Fontana e la mascherina, Zoia e il topo, che mentre sfilavano per dire quanto sono bravi il 112 non rispondeva – sabato 22/2/20

[5] Landini per non mandare il paese in recessione: emergenza occasione per dare scossa al paese, urge riavviare attività (e quindi per tranquillizzare dice che sistema sanitario è efficiente) spingere investimenti, attenzione a spread e a debito, previsto incontro con governo. Quando si ricorda dei lavoratori, tutelare i loro redditi per almeno due mesi (Cig o cosa?).
https://www.huffingtonpost.it/entry/landini-il-rischio-recessione-ce_it_5e5a2099c5b6010221111184
https://www.diariodelweb.it/economia/articolo/?nid=20200229-545996

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