ORA LE PIATTAFORME LE PRESENTANO I PADRONI

Alla Electrolux la direzione aziendale anticipa le richieste sindacali, presenta una sua piattaforma con la giornata lavorativa da 8 a 9 ore, nuovi modi di produzione con gli operai che devono correre dietro ai robot fino a sfiancarsi.
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Alla Electrolux la direzione aziendale anticipa le richieste sindacali, presenta una sua piattaforma con la giornata lavorativa da 8 a 9 ore, nuovi modi di produzione con gli operai che devono correre dietro ai robot fino a sfiancarsi.

Quella che il sindacato confederale definisce contrattazione di secondo livello sta assumendo sempre più caratteristiche proprie che cercheremo di mettere in evidenza. La contrattazione di fabbrica o di gruppo ha subito delle profonde modifiche e vale in generale il fatto che, con l’andare del tempo, queste modifiche, quando sono state introdotte, non sono state mai, in modo assoluto, a vantaggio delle tasche e degli interessi degli operai.

Originariamente le piattaforme aziendali erano costruite dai vecchi consigli di fabbrica con l’obiettivo di ottenere aumenti del premio di produzione o, laddove esisteva, l’aumento della quattordicesima mensilità nel tentativo di frenare l’erosione del salario operaio. I parametri di riferimento per le richieste salariali erano l’aumento dei prezzi in generale ed in particolare la massa di profitti che la propria azienda aveva realizzato con il livello normale di produzione.

Piano piano il padrone, con l’accondiscendenza del sindacato confederale e con la corruzione mentale sempre più evidente dei delegati dei consigli di fabbrica, ha cominciato ad instillare l’idea che i premi aziendali dovevano essere necessariamente legati a parametri aziendali come il fatturato, la presenza in fabbrica ed all’aumento della giornata o della settimana lavorativa. Cioè a legare sempre di più e in modo costante e specifico l’andamento salariale a degli obiettivi produttivi che le direzioni aziendali arbitrariamente stabilivano. Obiettivi del tutto incontrollabili e, ovviamente, pensati in modo da essere truccati al punto che se anche gli operai si fossero ammazzati di lavoro per raggiungerli, stando giorno e notte in fabbrica senza mai assentarsi a dei ritmi di lavoro massacranti, questi obiettivi e i relativi premi non sarebbero stati raggiunti mai. L’onestà dei padroni è una favoletta buona per gli allocchi, da che mondo è mondo, il padrone per i sui interessi è capace di truccare qualsiasi bilancio e qualsiasi dato.

Dicevamo che le piattaforme aziendali piano piano si sono modificate e mentre prima il padrone era “costretto” a corrompere “ideologicamente”, con qualche privilegio, le varie RSU ed il sindacato confederale convincendoli che le richieste andavano contenute nelle reali disponibilità delle aziende (che piangevano sempre miseria), negli ultimi tempi non ha nemmeno più la necessità di ricorrere a questi miserabili false argomentazioni. La crisi, prodotta dagli stessi padroni, è usata ai tavoli di trattativa per rovesciare nel loro contrario la stessa funzione delle piattaforme aziendali: ora sono i padroni che formulano le loro rivendicazioni, chiedono senza mezzi termini aumenti di orari di lavoro, nuovi livelli di rendimento. Le richieste di aumenti salariali, che balbettando, chiedono i funzionari sindacali cadono nel dimenticatoio e, senza girare troppo attorno alla questione, manager boriosi dichiarano che o è così oppure è ancora così senza mezzi termini.

La prova di queste “nuove” relazioni sindacali sta avvenendo alla Electrolux di Porcia (Pordenone): “alla vigilia dell’avvio del negoziato nella fabbrica di Porcia si è aperta una vertenza sull’orario” (gazzettino del veneto del 9 febbraio 2020). La direzione aziendale ha “ribaltato” del tutto la richiesta sindacale, malgrado la richiesta fosse misera, e addirittura, prima della presentazione della piattaforma, ha fatto saper di voler aumentare la giornata lavorativa dalle attuali 8 ore alle 9 ore giornaliere. Ma non solo, ha anche annunciato la chiusura dei contratti a termine nella fabbrica di Susegana. Contratti a cui non sarà prorogata la scadenza e saranno sostituiti da nuovi contratti a termine.

Da queste dichiarazioni e da questa richiesta si capisce come i padroni intendano d’ora in poi ribaltare le trattative salariali anticipando con le loro richieste qualsiasi piattaforma sindacale. Una tattica che, di fronte alla reazione inesistente del sindacato confederale, apre ai padroni una strada in discesa.

Una risposta, seppur minima, è avvenuta dalla fabbrica di Susegana dove la RSU ha dichiarato uno sciopero preventivo. Questo è un estratto della dichiarazione della RSU:

“per oggi è stata decisa una prima ora di sciopero di avvertimento sulle condizioni di lavoro e necessità di conferma delle necessarie assunzioni dei nuovi operai che l’azienda vorrebbe lasciar scadere a termine del periodo. Si tratta di una quarantina di lavoratori. È un no anche per la significativa preoccupazione collegata alla discussione in corso nel vicino stabilimento Electrolux di Porcia per la presunta stagionalità del modello produttivo che la multinazionale tenta di imporre, con degli orari di lavoro che periodicamente passano dagli attuali 2 turni standard di 8 ore al ricorso a 2 turni di 6 ore con 2 ore in cassa integrazione straordinaria, in solidarietà per tre mesi. Il tutto per poi tornare qualche mese alle otto ore e infine passare per 4 o 5 mesi a 2 turni di 9 ore, come l’azienda tenterebbe di imporre. Un modello pericoloso per la salute psicofisica dei lavoratori già ampiamente provata dall’iper sfruttamento da ritmi imposti nelle catene di montaggio in tutto il Gruppo”.

Questa è solo una prima risposta. Ma se gli operai intendono riconquistare un livello di contrattazione dove sono centrali le loro richieste allora i primi da mettere in un angolo sono i vecchi e nuovi tromboni sindacali. Formare una nuova generazioni di sindacalisti operai e riprendere il vecchio ma sempre buono strumento che è lo sciopero. I profitti li hanno fatti e li continuano a fare è ora di costringerli ad aprire i portafogli.

D.C.

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