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La fonderia ex Anselmi licenzia a singhiozzo. Tre licenziati sabato 12 ottobre, un altro due giorni dopo. La reazione operaia è immediata, sciopero ad oltranza e richiesta di reintegro. I sindacati provinciali di Fiom, Fim e Uilm non possono fare a meno di prendere, a caldo, posizione a sostegno della lotta. La novità non sono i licenziamenti individuali, dall’introduzione del jobs act sono aumentati e nessuno di quelli impugnati davanti al giudice si è risolto con il reintegro, che non è più previsto. La novità di oggi, che è veramente significativa, è che gli operai hanno deciso di fermarsi […]
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La fonderia ex Anselmi licenzia a singhiozzo. Tre licenziati sabato 12 ottobre, un altro due giorni dopo. La reazione operaia è immediata, sciopero ad oltranza e richiesta di reintegro. I sindacati provinciali di Fiom, Fim e Uilm non possono fare a meno di prendere, a caldo, posizione a sostegno della lotta.

La novità non sono i licenziamenti individuali, dall’introduzione del jobs act sono aumentati e nessuno di quelli impugnati davanti al giudice si è risolto con il reintegro, che non è più previsto. La novità di oggi, che è veramente significativa, è che gli operai hanno deciso di fermarsi in uno sciopero ad oltranza finchè i compagni di lavoro non verranno reintegrati. Hanno bloccato la fabbrica e chiesto ed ottenuto la solidarietà delle altre fabbriche della zona. Per ora i funzionari sindacali di Fiom, Fim e Uilm si sono dichiarati, come si vede dai comunicati che riportiamo, favorevoli alla mobilitazione e si impegnano a costruire attorno ad essa una rete di solidarietà, ma siccome abbiamo una lunga esperienza di voltafaccia, di pompieraggio, vogliamo dare un consiglio agli operai della fonderia, bisogna tenere gli occhi aperti, criticare ogni piccolo cedimento, andare avanti sicuri che se il blocco è unito e compatto è possibile far fare al padrone marcia indietro. La scelta di andare per vie legali nel migliore dei casi porta ad un indennizzo, o i licenziati rientrano in fabbrica sotto una spinta della lotta compatta o non rientreranno più, bisogna saperlo per decidere dove andare. La vicenda di questi licenziamenti ci dice di come i padroni abbiano preso la mano, di come, indisturbati, ci usano e gettano come burattini, di quale arma è stata data loro concedendo per legge la possibilità di licenziare. Ma nello stesso tempo lo sciopero ad oltranza degli operai della fonderia ex Anselmi ci dice che qualcosa si sta mettendo in moto, gli operai rialzano la testa.


Primo comunicato di Fiom Cgil Padova, Fim Cisl Padova e Rovigo e Uilm Padova.

“Sabato 12 ottobre 3 lavoratori della Vdc spa (ex Anselmi), facente parte del gruppo Vdp fonderie Spa di Schio (VI), hanno ricevuto la lettera di avvio procedura di licenziamento individuale. I lavoratori coinvolti sono un invalido, un’impiegata e una delegata sindacale. Tale situazione avviene dopo mesi di discussione con la proprietà sui livelli occupazionali e sul futuro industriale del sito di Camposampiero. Dal primo  ottobre 2019 anche le Fonderie Zen sono entrate a far parte del gruppo Vdp fonderie Spa di Schio (VI). Fino ad oggi però né per la Vdc spa né per le Officine Zen Fonderia srl sono stati esplicitati i piani industriali e le ricadute occupazionali dei siti padovani. Inoltre sono state molte le occasioni in cui la proprietà ha manifestato intolleranza nei confronti delle rappresentanze sindacali. La Rsu, le organizzazioni sindacali e i lavoratori dei siti padovani sono convinti che il modo in cui questi 3 licenziamenti sono stati comunicati siano la dimostrazione di un atto padronale e repressivo perpetuato contro la forza lavoro. Oggi i lavoratori Vdc spa (ex Anselmi) riuniti in assemblea hanno deciso lo sciopero immediato e ad oltranza fino al ritiro dei licenziamenti. Anche i lavoratori delle Officine Zen Fonderia srl hanno dichiarato lo sciopero immediato e lo stato di agitazione permanente. La riuscita della mobilitazione delle due aziende nella giornata odierna è stata totale. I lavoratori riuniti nelle assemblee hanno dichiarato che la lotta non sarà solo per solidarietà nei confronti dei lavoratori colpiti da tali provvedimenti, ma soprattutto per rivendicare il diritto ad organizzare le aziende con i lavoratori e la loro rappresentanza e non contro di essi. L’uso del licenziamento per scopi repressivi e antisindacali, insieme ai cambiamenti peggiorativi delle norme sui licenziamenti (Fornero e Jobs Act), rende necessaria una presa di posizione di Fim, Fiom e Uilm provinciali di Padova che dichiarano unitariamente lo stato di agitazione in tutte le aziende metalmeccaniche della Provincia con almeno un’ora di sciopero da effettuarsi nel mese di ottobre, le cui modalità saranno definite nelle singole aziende dalle RSU. Seguiranno altre iniziative di mobilitazione”.


 

Secondo comunicato di Fiom Cgil Padova, Fim Cisl Padova e Rovigo

“Nella giornata di martedì si è venuti a conoscenza di un quarto licenziamento: un dipendente di 61 anni, ancora distante dalla pensione, è stato raggiunto da questa infausta notizia. Nonostante la mobilitazione l’azienda in questi giorni non si è fatta sentire sebbene fornitori e clienti inizino a domandarsi e a domandare cosa stia succedendo e come mai si stanno prendendo provvedimenti di questo tipo. Lo stato di agitazione delle due aziende procederà anche nei prossimi giorni, fino alla risoluzione del problema e alla reintegrazione dei 4 dipendenti. In questi giorni, a tutte le ore, stanno arrivando alla Vdc ex Anselmi e alle Officine Zen gesti e segni di solidarietà dai lavoratori di altre fabbriche, delegati sindacali, sindaci, istituzioni e preti. Delegazioni della Carel, della Maschio Gaspardo e della Antonio Carraro hanno portato sostegno ai compagni in lotta. In queste ore si stanno fissando i primi scioperi nelle altre fabbriche, mercoledì iniziano ad incrociare le braccia i lavoratori della Fast di Montagnana. Il 22 ottobre era stato già da tempo programmato (e non ha avuto disdetta) un incontro con la direzione dell’Anselmi e sembrerebbero dover arrivare entro fine mese le convocazioni in Itl. La Fiom e la Fim di Padova come organizzazioni sindacali danno il loro totale sostegno, sotto ogni punto di vista, ai lavoratori coinvolti nella convinzione che questi licenziamenti debbano essere ritirati al più presto, in quanto, gesti come questo manifestano solamente un’incapacità dell’azienda di voler affrontare con il sindacato le sfide per il rilancio dell’azienda”.

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