WHIRLPOOL E DI MAIO, L’EPILOGO

Dalle sconfitte si può imparare, dalle promesse di reindustrializzazione mai realizzate si può imparare a non fidarsi più né dei ministri e nemmeno dei sindacalisti collaborazionisti. Gli operai della Whirpool sono sulla buona strada La Whirpool ha deciso, vende il ramo d’azienda del sito di Napoli. Questa volta però la risposta degli operai è stata diversa, in duecento hanno protestato in strada sotto alle stanze dove l’azienda ha fatto le sue dichiarazioni. Gli operai non hanno creduto alla solita balla del mantenimento dell’occupazione, hanno chiesto ai loro rappresentanti di abbandonare l’incontro. Il sindacato è stato obbligato a lasciare quel […]
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Dalle sconfitte si può imparare, dalle promesse di reindustrializzazione mai realizzate si può imparare a non fidarsi più né dei ministri e nemmeno dei sindacalisti collaborazionisti. Gli operai della Whirpool sono sulla buona strada

La Whirpool ha deciso, vende il ramo d’azienda del sito di Napoli.
Questa volta però la risposta degli operai è stata diversa, in duecento hanno protestato in strada sotto alle stanze dove l’azienda ha fatto le sue dichiarazioni. Gli operai non hanno creduto alla solita balla del mantenimento dell’occupazione, hanno chiesto ai loro rappresentanti di abbandonare l’incontro. Il sindacato è stato obbligato a lasciare quel tavolo senza avallare le decisioni del padrone.
Ho appena firmato un accordo di cui sono davvero orgoglioso perchè rappresenta un cambio di passo per l’Italia” ecco come l’ex ministro del lavoro, Di Maio, esordiva il 25 ottobre 2018 dopo l’accordo con la Whirpool. Era esultante, ancor più sorridente del normale. Abbiamo già scritto sulle risposte dell’ex ministro alle minacce di chiusura dei mesi scorsi dell’azienda. Solo parole al vento. Non stiamo qua a ripeterle.
L’azienda, in barba ai sindacati, fregandosene dell’accordo sottoscritto in cui c’erano piani di sviluppo fino al 2020, ha deciso la cessione del ramo d’azienda. Ma allora, il MISE a cosa serve? A cosa servono le promesse e tutte le dichiarazioni dei vari Di Maio e compagni? A cosa servono invero i tavoli istituzionali presieduti a vari livelli dalle figure dello Stato (governo, regioni, provincie) adibite ad affrontare le crisi aziendali?
Il padrone spesso vi partecipa, ma mai viene messo alle strette. Quasi sempre invece assistiamo, come in questo caso, a scelte già confezionate, dopo le solite promesse, sempre uguali, del mantenimento della piena occupazione, oppure alla frase ancora più subdola, del mantenimento del sito produttivo, che chiaramente non vuol dire nulla.
Il sindacato fino ad oggi si è limitato a prendere atto della situazione.
Vi invito ad avere rispetto per i lavoratori” così Barbara Tibaldi, della segreteria della Fiom Cgil, al tavolo del Mise, rivolgendosi ai vertici aziendali.
Ma gli operai possono avere come rappresentanti dei personaggi che chiedono il rispetto dei lavoratori?
Il copione si ripete, il padrone vende il ramo d’azienda ad un altro padrone che inizialmente, nel migliore dei casi, promette la piena occupazione. Poi nel giro di pochi mesi, anche questo inizia con la manfrina degli esuberi, le solite palle della crisi, e via con i licenziamenti. E gli operai con chi se la prendono? Con la Whirpool no di certo, ormai ha venduto. Il nuovo padrone non ha certo il peso del vecchio, anzi, generalmente siamo di fronte ad un padrone più piccolo e spregiudicato, spesso neanche conosciuto.
Nei prossimi giorni vedremo cosa si inventeranno ancora le figure che ruotano intorno a questi tavoli delle trattative.
Nel frattempo la Whirpool ha venduto alla PRS, azienda Svizzera.
Vediamo quanto tempo passerà prima della solita riduzione di personale.
Gli operai non hanno scelta, o bloccano la produzione non facendo più uscire un bottone dalla fabbrica o si faranno portare a spasso dal nuovo padrone e dal sindacato che si affretterà a firmare un accordo per salvare sul momento, e sulla carta, un certo numero di posti di lavoro.
È arrivato per gli operai il momento di far saltare i tavoli delle trattative e di imporre la loro volontà. Possono farlo solo loro, e il blocco dell’autostrada di questi giorni è un segnale forte, se non si tratta solo di un’azione sporadica. Il governo in questo momento è troppo impegnato a dividersi le poltrone e al MISE non hanno né la forza, nè la volontà di costringere il padrone Whirpool a rivedere le sue scelte.
Qualche giorno fa, De Benedetti, in televisione dalla Gruber, ha dichiarato che è in arrivo una nuova recessione.
In realtà non siamo ancora usciti dalla crisi del 2008. E i licenziamenti e la chiusura delle fabbriche continuano.
S.D.

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