Decreto sicurezza – la repubblica delle manette

La legge sulla sicurezza produce nuovi clandestini da perseguitare, spinge i poveri in galera, spia ogni “cittadino” illuso di essere libero. Il “decreto sicurezza” di Salvini è legge ed è l’ennesima dimostrazione di come questa piccola borghesia riuscita ad andare al potere promettendo un governo contro i poteri forti, il grande capitale, contro coloro che affamavano il popolo, in realtà, per difendere i propri privilegi, sta conducendo a sua volta, una guerra spietata contro le fasce più deboli della società, gli stranieri, i poveri, gli operai. Si inizia con lo straniero. L’immigrato deve sapere che non è un cittadino, […]
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La legge sulla sicurezza produce nuovi clandestini da perseguitare, spinge i poveri in galera, spia ogni “cittadino” illuso di essere libero.

Il “decreto sicurezza” di Salvini è legge ed è l’ennesima dimostrazione di come questa piccola borghesia riuscita ad andare al potere promettendo un governo contro i poteri forti, il grande capitale, contro coloro che affamavano il popolo, in realtà, per difendere i propri privilegi, sta conducendo a sua volta, una guerra spietata contro le fasce più deboli della società, gli stranieri, i poveri, gli operai. Si inizia con lo straniero. L’immigrato deve sapere che non è un cittadino, che non ha diritti, che in quanto clandestino sarà sempre perseguibile e qualsiasi concessione sarà sempre temporanea. Perciò si elimina il permesso per motivi umanitari, si moltiplicano le condizioni che portano alla revoca del permesso ricevuto, si vieta il reingresso, si rende più difficile il ricorso alle sentenze di rifiuto della protezione, si allarga con criteri arbitrari l’area dei paesi (addirittura delle zone, all’interno dei singoli paesi) definiti sicuri e verso i quali si può essere rimpatriati pur in presenza della denuncia del richiedente protezione della mancanza nel suo paese delle condizioni politiche, sociali ed economiche che ne permettano il rientro. Ma non basta. I tempi di detenzione per gli stranieri ai fini della identificazione e dell’attesa del rimpatrio vengono allungati ulteriormente. Lo straniero, pur non avendo commesso nessun reato contro la legge, può essere privato della sua libertà fino a 210 giorni e oltre! Ma non basta. Anche la cittadinanza sarà più difficile da avere, ci vorrà più tempo, sarà più costosa e potrà essere revocata. Ma ancora non basta. Quel minimo di risorse e di programmi che avevano permesso esperienze di integrazione come quella di Riace vengono ridotte.

Lo straniero lo si vuole sottomesso, ricattabile buono per essere schiavo nelle campagne, nelle fabbriche, nella logistica, nei servizi alle famiglie e buono per essere usato come nemico degli italiani che ci ruba il lavoro accettando condizioni di lavoro inaccettabili come se a decidere a quali condizioni si lavora sia il lavoratore e non il padrone che da quelle condizioni ne ottiene i suoi profitti.

Ma non basta ancora. C’è da difendere la proprietà privata che per la piccola borghesia è inviolabile. E allora sgomberi e galera per chi, senza casa, si permette di occupare case, magazzini. Dormano per strada. Viene introdotto il reato penale di accattonaggio, si perseguono i parcheggiatori abusivi. Si arresta chi ruba spicci, ma i miliardi di profitti dei grandi padroni quelli non si toccano. Ci si accanisce contro i negozietti degli stranieri.

Ma il lavoro non è ancora finito. C’è da reprimere sempre più duramente chi volesse ribellarsi e allora nel decreto, alla voce “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica e prevenzione terrorismo”, troviamo l’estensione del DASPO, che vieta l’ingresso e la presenza in determinate aree, pena l’arresto, alle persone denunciate e viene ripristinato il reato di blocco stradale che prevede l’arresto da uno a sei anni che diventano il doppio se il blocco è effettuato da più persone!

I migranti, i senza tetto, i poveri, gli operai devono essere inchiodati alla loro condizione. La piccola borghesia non sa trovare altre soluzioni alla crisi che una galera sociale dove gli ultimi e gli sfruttati devono essere costretti, anche con la forza, per garantire che il sistema sociale basato sul profitto estorto dallo sfruttamento degli operai italiani o stranieri, che da mangiare anche a loro, non venga messo in discussione.

Ma la galera ha bisogno di carcerieri, strutture, armi, informazioni, controllo e allora i soldi per garantire la sicurezza del proprio privilegio escono. Il decreto prevede:

  • Potenziamento degli apparati tecnico logistici del ministero dell’interno. 15.000.000 per l’anno 2018 e 49.150.000 per ognuno degli anni dal 2019 al 2025.
  • Misure per il potenziamento e la sicurezza delle strutture penitenziarie. 2.000.000 nel 2018, 15.000.000 per il 2019 e 25 milioni per ognuno degli anni dal 2020 al 2026
  • Compensi lavoro straordinario forze di polizia. 38.091.560 in deroga ai limiti di spesa.
  • Assunzioni a tempo indeterminato nella polizia municipale per controllo territorio.
  • Apertura del sistema informativo interforze alla polizia municipale.
  • Potenziamento iniziative sicurezza urbana. 2 milioni nel 2018 e 5 milioni nel 2019 e 2020.
  • Potenziamento videosorveglianza. Ai fondi già stanziati si aggiungono 10 milioni per il 2019, 17 milioni per il 2020, 27 milioni per il 2021 e 36 milioni per il 2022
  • Assunzioni agenzia per la gestione dei beni sequestrati alla mafia. 3.400.000 annui.
  • Sperimentazione della pistola elettrica TASER.
  • Dotazione di droni alle forze di polizia.

 

P.S.

 

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