Archive for Aprile 24th, 2018

  • Redazione di Operai Contro, tra bicchierate e mazzette la trattativa prosegue. E’ una trattativa da palcoscenico. I sindacati fingono di trattare sul premio di risultato dei 10 mila operai che forse saranno assunti dal nuovo padrone. Ormai i sindacalisti della mazzetta hanno accettato i 5 mila licenziamenti Ormai ministro dei padroni e sindacato dei padroni hanno accettato per gli opertai che saranno assunti, che si tratterà di un nuovo contratto e l’anzianità non conterà niente. Gli operai dell’ILVA, da tempo, sanno che il vero premio di risultato dell’ILVA è la morte Si avvicina il 25 aprile. Perchè non deve […] 0

    ILVA: LA TRATTATIVA TRA PADRONE, MINISTRO DEI PADRONI, SINDACATI DEI PADRONI

    Redazione di Operai Contro, tra bicchierate e mazzette la trattativa prosegue. E’ una trattativa da palcoscenico. I sindacati fingono di trattare sul premio di risultato dei 10 mila operai che forse saranno assunti dal nuovo padrone. Ormai i sindacalisti della mazzetta hanno accettato i 5 mila licenziamenti Ormai ministro dei padroni e sindacato dei padroni hanno accettato per gli opertai che saranno assunti, che si tratterà di un nuovo contratto e l’anzianità non conterà niente. Gli operai dell’ILVA, da tempo, sanno che il vero premio di risultato dell’ILVA è la morte Si avvicina il 25 aprile. Perchè non deve […]

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  • Da Senza tregua di Giovanni pesce Negli anni prima della guerra lavorare alla Caproni, in tuta bianca, significava sfuggire all’Etiopia e dal 1937 in poi alla Spagna quando, invece di sbarcare a Massaua gli emigranti scendevano a terra a Tangeri, prima di ripartire per il fronte iberico. Lavorare alla Caproni significava sicurezza di un lavoro: idrovolanti, bimotori, aerei da primato, una produzione moderna, un clima artigianale. La Caproni era simbolo di prestigio, nonostante un declino che nessuno immaginava imminente. Lavorare alla Caproni, come in altri stabilimenti del tempo definiti “di interesse nazionale” permetteva all’operaio di sfuggire alla incerta sorte […] 0

    APRILE 1945: L’INGEGNERE DELLA CAPRONI VIENE GIUSTIZIATO

    Da Senza tregua di Giovanni pesce Negli anni prima della guerra lavorare alla Caproni, in tuta bianca, significava sfuggire all’Etiopia e dal 1937 in poi alla Spagna quando, invece di sbarcare a Massaua gli emigranti scendevano a terra a Tangeri, prima di ripartire per il fronte iberico. Lavorare alla Caproni significava sicurezza di un lavoro: idrovolanti, bimotori, aerei da primato, una produzione moderna, un clima artigianale. La Caproni era simbolo di prestigio, nonostante un declino che nessuno immaginava imminente. Lavorare alla Caproni, come in altri stabilimenti del tempo definiti “di interesse nazionale” permetteva all’operaio di sfuggire alla incerta sorte […]

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  • Caro Operai Contro, ancora un altro tavolo a Roma per gli operai Alcoa. Il nuovo padrone non vuole dire quando riparte la produzione e quindi i salari. Gli ammortizzatori sociali finiscono a luglio. Quanti sono in Italia gli operai in queste condizioni? E quanti ci son passati ed ora si trovano ancora peggio? La soluzione del nuovo padrone è solo un ripiego temporale, la vera soluzione sta nel superamento del padrone e del suo sistema sociale. Se tra gli operai e i lettori di Operai Contro si allargasse la consapevole riflessione della necessità di collegarsi per il partito, sarebbe […] 0

    Alcoa, è arrivato il padrone non il salario

    Caro Operai Contro, ancora un altro tavolo a Roma per gli operai Alcoa. Il nuovo padrone non vuole dire quando riparte la produzione e quindi i salari. Gli ammortizzatori sociali finiscono a luglio. Quanti sono in Italia gli operai in queste condizioni? E quanti ci son passati ed ora si trovano ancora peggio? La soluzione del nuovo padrone è solo un ripiego temporale, la vera soluzione sta nel superamento del padrone e del suo sistema sociale. Se tra gli operai e i lettori di Operai Contro si allargasse la consapevole riflessione della necessità di collegarsi per il partito, sarebbe […]

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