Oriocenter: basta col sindacalismo dal cappello in mano

Caro Operai Contro, i sindacalisti pantofolai hanno deciso di andare col cappello in mano dai parlamentari a chiedere il loro intervento per “rivedere il calendario delle aperture natalizie” all’ Oriocenter, il megacentro commerciale alle porte di Bergamo. In realtà gli operai e i lavoratori che vogliono riprendersi le festività, devono puntare sulla lotta, dichiarando sciopero di 24 ore per ogni festività che decidono di riprendersi. Certo la festività diventerebbe un giorno di lotta, ma questo è il linguaggio da usare con i padroni. Lo sciopero “pesa” nella busta paga, ma è sempre stato il prezzo che gli operai hanno […]
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Caro Operai Contro,

i sindacalisti pantofolai hanno deciso di andare col cappello in mano dai parlamentari a chiedere il loro intervento per “rivedere il calendario delle aperture natalizie” all’

Oriocenter, il megacentro commerciale alle porte di Bergamo.

In realtà gli operai e i lavoratori che vogliono riprendersi le festività, devono puntare sulla lotta, dichiarando sciopero di 24 ore per ogni festività che decidono di riprendersi. Certo la festività diventerebbe un giorno di lotta, ma questo è il linguaggio da usare con i padroni.

Lo sciopero “pesa” nella busta paga, ma è sempre stato il prezzo che gli operai hanno pagato in ogni lotta, non di rado sostenuta con la cassa di solidarietà. Uno sciopero contro l’ordine del padrone di lavorare nelle festività, sarebbe un vero segnale di rottura con questo andazzo con il quale i padroni ci impongono di lavorare nelle festività, e anche di notte.

Non vi è alcuna ragione o scopo sociale di lavorare anche nei festivi e di notte nei centri commerciali. L’unico motivo è la guerra sfrenata dei padroni della grande distribuzione, dove ognuno di loro cerca di “rubarsi” i clienti per incrementare i profitti.

I centri commerciali non sono ospedali che non possono mai fermarsi.

Se i sindacalisti pantofolai vanno dai parlamentari col cappello in mano, agli operai e lavoratori dei centri commerciali, conviene organizzare scioperi di 24 ore per ogni festività di lavoro richiesta, finché i padroni rinunceranno a questa pretesa. Scioperi accompagnati anche da rivendicazione di aumenti salariali viste le miserabili buste paga.

Saluti da Bergamo

 

Mando un articolo dall’Eco di Bergamo

Oriocenter e aperture natalizie. Appello dei sindacati ai parlamentari.

Dopo il presidio del 27 novembre, proseguono le iniziative dei sindacati confederali di categoria di Bergamo per chiedere alla direzione di Oriocenter di rivedere il calendario delle aperture natalizie.

Aperture che al momento prevedono, per una parte del centro commerciale (il food e il cinema), l’attività anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno: questa volta i sindacati hanno deciso di coinvolgere i parlamentari eletti sul territorio provinciale e di chiedere loro un incontro. Ecco qui di seguito la lettera che Filcams Cgil Fisascat Cisl e UIilyucs Uil di Bergamo hanno inviato agli onorevoli bergamaschi.

«Ci rivolgiamo a voi in quanto eletti nel nostro territorio per segnalarvi la situazione nella quale versano le lavoratrici e i lavoratori del commercio e dei servizi. Avrete sicuramente sentito parlare in queste settimane della scelta di Oriocenter di tenere aperto durante le festività natalizie (Natale, Santo Stefano Capodanno), limitando di fatto la libertà di migliaia di lavoratori e la possibilità di poter vivere liberamente le feste in famiglia. Le nostre organizzazioni sindacali insieme a lavoratrici e lavoratori, hanno raccolto oltre un migliaio di firme chiedendo alla direzione di rivedere la propria posizione. Fino a oggi, però, nulla è cambiato e le richieste rivolte dai lavoratori non sono state neanche minimamente ascoltate».

«Riteniamo vergognoso che nel lavoro festivo che coinvolge milioni di lavoratori (nonché elettori) in tutta Italia nel commercio e nei servizi, sia negli ipermercati come nei punti vendita di piccola e media dimensione, le persone vivano sacrifici costanti a fronte di salari che, spesso, non superano i mille euro al mese. Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori che nella maggior parte dei casi, a seguito dei contenuti del decreto Salva Italia voluto dal governo Monti cinque anni fa, operano in esercizi aperti quasi 365 giorni all’anno. Persone a cui non viene data la possibilità di vivere liberamente le festività previste nel nostro Paese. Lavoratrici e lavoratori che in molti casi hanno contratti part time o che semplicemente sono stagisti o stagiste e che, quindi, non hanno di fatto alcun contratto di lavoro, bensì un patto formativo malgrado troppe volte svolgano un’attività lavorativa anche domenicale e festiva».

«Chiediamo il vostro intervento su un tema di carattere nazionale e che necessita di un’azione diretta del Parlamento. A voi, che quotidianamente dovreste agire considerando i bisogni di lavoratrici e lavoratori, chiediamo attenzione e riflessione su un tema che ha anche una valenza etica e sociale. Per questo chiediamo la vostra disponibilità a effettuare un incontro per avere non solo la vostra solidarietà verso queste lavoratrici e questi lavoratori, ma anche per condividere un piano di azioni concrete che conduca a definire, anche dal punto di vista legislativo, un limite alle aperture del settore del commercio e dei servizi».

Una richiesta che raccoglie già una prima disponibilità, quella della parlamentare del Pd, Elena Carnevali: «Compatibilmente con gli impegni parlamentari relativi all’approvazione della legge di bilancio, sono assolutamente disponibile ad incontrare i lavoratori di Oriocenter che si stanno mobilitando per vedersi garantire un diritto: quello di poter conciliare il tempo del lavoro e della famiglia, e di trascorrere le feste più importanti con i loro cari e non sul posto di lavoro. Esiste già una proposta di legge approvata alla Camera che regola l’apertura degli esercizi commerciali e garantisce 12 giorni festivi di riposo nel corso dell’anno, che non ha purtroppo completato il suo iter. La situazione è sicuramente complicata anche in vista dell’imminente chiusura della legislatura. Senza voler fare false promesse o cedere alla demagogia, mi dichiaro da subito disponibile al confronto e all’impegno».

D’accordo il collega, di aula e partito, Antonio Misiani: «Ho letto l’appello dei sindacati sulle aperture festive di OrioCenter. I lavoratori hanno ragione, l’apertura nei giorni di Natale, S. Stefano e Capodanno mi sembra francamente eccessiva: lo shopping non può prevalere sempre e comunque sul diritto dei lavoratori di stare con i propri cari nelle festività, è necessario ritrovare il senso della misura. In commissione bilancio della Camera (di cui sono membro) abbiamo nelle prossime settimane un calendario serratissimo ma farò il possibile per incontrare le rappresentanze dei lavoratori nella data che individueremo assieme».

La scorsa settimana, con un presidio all’esterno del centro commerciale e una breve manifestazione al suo interno, i sindacati avevano chiesto che le proteste e le proposte dei lavoratori fossero ascoltate da tutti gli attori della vicenda: «Non è ancora arrivato il momento dello sciopero” avevano spiegato i tre segretari generali Mario Colleoni di Filcams Cgil, Alberto Citerio di Fisascat Cisl e Maurizio Regazzoni di Uiltucs Uil. «Tentiamo tutte le strade possibili del dialogo. Quella dello sciopero è l’ultima ratio, alla quale non rinunciamo, ma che vorremmo spendere nelle forme e nel momento migliore. Intanto, riteniamo utile proseguire la ricerca del confronto con la proprietà e con i negozi, oltre a continuare a incontrare i lavoratori e ascoltare le loro esigenze».

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