la guerra mondiale in siria

  Carta dal sito di Limes, rivista italiana di geopolitica Un ginepraio. Un vaso di pandora di interessi, etnie, religioni. Raccapezzarsi tra chi combatte chi in Siria non è facile.  E’ di sicuro il fronte più caldo e complesso della “Terza guerra mondiale”, per usare le parole di papa Francesco. Che sia mondiale non c’è più dubbio con l’entrata in guerra della Russia e l’alta tensione con la Turchia, alleato Nato, dopo l’abbattimento di due caccia russi da parte di Ankara. Se qualcuno avesse dei dubbi, basta ricordare che sono coinvolti 7 dei maggiori 10 produttori di petrolio al […]
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Carta dal sito di Limes, rivista italiana di geopolitica

Un ginepraio. Un vaso di pandora di interessi, etnie, religioni. Raccapezzarsi tra chi combatte chi in Siria non è facile.  E’ di sicuro il fronte più caldo e complesso della “Terza guerra mondiale”, per usare le parole di papa Francesco. Che sia mondiale non c’è più dubbio con l’entrata in guerra della Russia e l’alta tensione con la Turchia, alleato Nato, dopo l’abbattimento di due caccia russi da parte di Ankara. Se qualcuno avesse dei dubbi, basta ricordare che sono coinvolti 7 dei maggiori 10 produttori di petrolio al mondo e i primi 6 di gas.

In questo caso l’Is non è il soggetto più odiato, e neppure più combattuto. Nella carta di Limes lo schieramento in campo tra chi combatte l’Is, chi non lo combatte (o solo apparentemente) e chi anzi lo aiutava.

Leggi l’editoriale di Limes 11/15 La strategia della paura

Al centro dei giochi il governo di Bashar al-Assad, difeso da Russia, Iran e Hezbollah libanesi, e combattuto da Turchia, Arabia Saudita, Stati Uniti. Le posizioni si capovolgono nei confronti dei ribelli, con la complicazione però delle divisioni tra le varie fazioni, più o meno integraliste. Più in disparte – e qui è stata a lungo la sua forza – lo Stato islamico, che ne ha approfittato per espandersi in Siria e Iraq, dove solo ora sembra subire alcuni rovesci.

Qui una breve cronologia della guerra:

2011

Arriva la ‘primavera araba’ , iniziano le proteste in Siria. Il regime di Assad reagisce con arresti e violenze

Bashar al-Assad ha ereditato il potere dal padre nel 2000. La sua famiglia è alawita, minoranza musulmana vicina agli sciiti. La maggioranza della popolazione siriana è invece sunnita.

Una parte dell’esercito si ribella. Nasce l’Esercito di liberazione siriano. Assad bombarda la popolazione nelle aree controllate dall’opposizione

2012
Tra i ribelli compaiono diverse milizie integraliste sunnite. Il fronte dell’opposizione si allarga e si divide in varie fazioni.  La più importante è il Fronte al-Nusra collegata ad al Qaeda.

Turchia, Arabia Saudita e Qatar sostengono e aiutano i ribelli, che conquistano Aleppo, e attaccano più volte Damasco.

I curdi dell’Ypg iniziano la campagna di liberazione del Kurdistan siriano.

2013
L’Iran e i libanesi sciiti dell’Hezbollah intervengono a sostegno di Assad.

Tra i ribelli gli integralisti prendono il sopravvento. Nasce lo Stato islamico di Iraq e ash-Sham (Siria/Levante). Varie le sigle con cui viene indicato: Is, Isis, Daesh.

Arrivano in Siria oltre 10 mila miliziani stranieri ( ‘foreign fighters’) da oltre 70 paesi. Diventeranno nei mesi successivi oltre 20mila.

2014

Lo Stato islamico conquista ampie aree tra Iraq e Siria. Proclama il califfato e prende il sopravvento su al Nusra. Violenze su cristiani, yazidi, e curdi. Assedio di Kobane, città curda sul confine turco-siriano.

Coalizione a guida Usa, con Turchia e altri paesi contro sia l’Is che il governo di Assad

2015

Intervento militare russo contro ribelli (e Is) e a sostegno del governo Assad

F-16 turchi abbattono jet russo. Alta tensione tra Mosca e Ankara

Secondo l’Osservatorio dei diritti umani le vittime della guerra sono oltre 200mila.

I rifugiati sono oltre 4 milioni. La maggioranza va in Turchia, una parte minore si dirige verso l’Europa

Gli sfollati nel paese sono sette milioni su una popolazione totale di 22 milioni

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