Impennata di morti: strage di operai; si cura chi ha i soldi; città avvelenate dal capitalismo

Caro Operai Contro, i cervelli fumanti al sevizio del pensiero dominante, s’interrogano sul perché in Italia le persone morte nel 2015 sono state l’11% in più del 2014. Gli stessi scienziati che hanno trovato del tutto normale, che nei primi otto mesi del 2015 gli operai morti sul lavoro siano addirittura 100 in più (+ 15%), di quelli morti in tutto il 2014, ora sembrano preoccupati possa toccare anche a loro, cadere ingloriosamente nelle insalubri città avvelenate dalla civiltà industriale. Fingono d’ignorare chi sono i soggetti sociali vittime di questa moria. Se il principio guida dei tagli alla sanità […]
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Caro Operai Contro,

i cervelli fumanti al sevizio del pensiero dominante, s’interrogano sul perché in Italia le persone morte nel 2015 sono state l’11% in più del 2014. Gli stessi scienziati che hanno trovato del tutto normale, che nei primi otto mesi del 2015 gli operai morti sul lavoro siano addirittura 100 in più (+ 15%), di quelli morti in tutto il 2014, ora sembrano preoccupati possa toccare anche a loro, cadere ingloriosamente nelle insalubri città avvelenate dalla civiltà industriale. Fingono d’ignorare chi sono i soggetti sociali vittime di questa moria.

Se il principio guida dei tagli alla sanità del governo Renzi e dei governi precedenti, è tagliare la prevenzione e affrontare la malattia quando si manifesta col male conclamato, è chiaro che sono molti di più quelli che finiscono al cimitero, sicuramente tutti quelli che non possono permettersi la sanità privata. Anche lo smog e l’inquinamento ambientale, colpisce molto meno ricchi e strati agiati, con doppie e triple case in luoghi sicuri.

L’articolo della Repubblica “Mortalità, impennata misteriosa nel 2015”, tace sulla strage di operai e ci fa sapere che “gli esperti”, facendo il solito minestrone con tutte le classi sociali “si interrogano: “ci ammaliamo di più o ci curiamo peggio?” I cervelli fumanti sono strapagati per trovare una risposta consona al pensiero dominante. La vera risposta è già risaputa e di dominio pubblico.

Saluti Ornella Vasca

 

L’articolo di Repubblica

Mortalità, impennata misteriosa nel 2015: “Quei 45mila scomparsi come in una guerra”

L’Istat: decessi aumentati dell’11%, ai livelli degli anni Quaranta. E gli esperti si interrogano: ci ammaliamo di più o ci curiamo peggio?

ROMA – Come durante la guerra, ma senza la guerra. Come se vivessimo sotto i bombardamenti. Uno studio interroga e preoccupa esperti in mezza Italia: nel 2015 il numero di morti nel nostro Paese è salito dell’11,3%. In un anno significherebbe 67mila decessi in più rispetto al 2014 (ad agosto sono già 45mila), per un incremento che davvero non si vedeva da decenni. I dati del bilancio demografico mensile dell’Istat raccontano qualcosa di abnorme, che già impegna i demografi e presto, quando saranno note le fasce di età e le cause, darà molto da lavorare anche agli esperti della sanità. Le schede appena pubblicate sul sito dell’Istituto di statistica arrivano fino all’agosto scorso e dicono che nei primi otto mesi sono stati registrati 445mila decessi, contro i 399mila nello stesso periodo dell’anno precedente. Si è passati cioè da una media di meno di 50mila al mese a una di oltre 55mila.

“Il numero è impressionante. Ma ciò che lo rende del tutto anomalo è il fatto che per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918”, scrive sul sito di demografia Neodemos il professor Gian Carlo Blangiardo. “Certo, si tratta di dati provvisori, ma negli anni scorsi l’Istat ha sempre confermato alla fine dell’anno i numeri pubblicati mensilmente. Magari ci saranno correzioni, ma nell’ordine di alcune centinaia di casi. L’unità di grandezza

che ci aspetta è quella”, chiarisce il docente. Nel 2013 e nel 2014, tra l’altro, il numero dei morti era calato, ma sempre di poco: mai si erano raggiunte percentuali in doppia cifra.

 

 

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