PAPA’ BOSCHI E’ UN CONTADINO CHE HA FATTO ONESTAMENTE I SOLDI

Redazione di Operai Contro, sentendo la difesa del padre fatto dalla ministra Boschi ,devo dirlo, mi sono commosso.  La ministra ha detto: «Io amo mio padre, sono fiera di lui. Ricordo la sua gioia quando venne ad assistere alla mia laurea. Siamo una famiglia semplice. Lui, figlio di contadini che per andare a studiare faceva 5 chilometri a piedi e 40 minuti di treno. Se avrò la fortuna di essere madre, spero che mio figlia possa essere orgogliosa come lo sono io».  Come avrà fatto il povero figlio di contadini a diventare vice presidente della Banca Etruria e cointeressato […]
Condividi:

Redazione di Operai Contro,

sentendo la difesa del padre fatto dalla ministra Boschi ,devo dirlo, mi sono commosso.

Per lunghi minuti si tormenta le mani, leggendo e rileggendo i fogli sul banco. In un’Aula semivuota i 5 Stelle parlano di «Santa Famiglia Boschi». Ma poi, quando si alza, parla a braccio, senza mai alzare i toni, difendendo se stessa, la sua famiglia e il governo. E conclude tra gli applausi della maggioranza, stringendosi in un lungo abbraccio liberatorio con l’amico e sodale Luca Lotti. Il ministro Maria Elena Boschi, vestita sobriamente di nero, mette in fila cifre e fatti. Per negare il conflitto d’interessi e soprattutto per negare che lei o la sua famiglia abbiano mai avuto favoritismi dalla vicenda della Banca Etruria. Ma tocca anche le corde dell’emozione, quando parla del padre: «Io amo mio padre, sono fiera di lui. Ricordo la sua gioia quando venne ad assistere alla mia laurea. Siamo una famiglia semplice. Lui, figlio di contadini che per andare a studiare faceva 5 chilometri a piedi e 40 minuti di treno. Se avrò la fortuna di essere madre, spero che mio figlia possa essere orgogliosa come lo sono io». Il che non vuol dire che il padre non abbia colpe: «Chi sbaglia paga e se mio padre ha sbagliato pagherà». Clausola, non di stile, che in qualche modo fa riferimento a possibili sviluppi sul fronte delle indagini.

«Nessun favoritismo»

Ma non è di questo che vuole parlare la Boschi, perché quello che le preme è allontanare l’idea che possa esserci stato un qualunque favoritismo per lei o la sua famiglia. E così la parte centrale del suo intervento è una difesa appassionata, che snocciola cifre e dati. Nega che Banca Etruria possa definirsi «banca della famiglia Boschi». «Nessuna plusvalenza» è stata realizzata, grazie al decreto del governo, perché nessun movimento azionario c’è stato. Suo padre è stato «commissariato e sanzionato da Bankitalia e sostituito da questo governo». Il fratello, spiega, «si è licenziato a marzo dalla banca» e ha avuto un mutuo «alle stesse condizioni» di tutti gli altri dipendenti. La Boschi, a lungo applaudita dalla maggioranza, non risparmia aggettivi. Parla di «qualunquismo, pressappochismo, demagogia, maldicenze, bugie, malizia, ignoranza tecnica». E non solo: «So che fare il ministro a 34 anni può attirare invidie, ma non vi consento di mettere in discussione la mia onestà». Il tutto, aggiunge con una chiosa che sa di difesa preventiva, «senza arroganza».

L’esecutivo andrà avanti

Infine, un avvertimento: «A chi pensa di indebolire il governo, dico: lasciate perdere, questo esecutivo è attrezzato contro le bugie e andrà avanti». Sicuramente, non sarà fermato da questa mozione, che tra gli effetti collaterali imprevisti, ha anche quello di far sbandare il centrodestra, con la Lega che bombarda Forza Italia, sempre più lacerata e divisa. Anche se la vicenda della Banca Etruria soprattutto dal punto di vista simbolico, resta una ferita da non sottovalutare per il governo guidato da Matteo Renzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.