LE TRUFFE DI DRAGHI

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Andrea Del Monaco* Il Quantitative Easing di Draghi darà prestiti con tassi bassi alle nostre imprese meridionali? No. Il QE rinazionalizza le politiche monetarie e aiuta prima di tutto la Germania. L’ottimismo del Presidente Renzi sulla ripresa sarà aiutato? Grazie a Mario Draghi la Banca Popolare di Bari concederà mutui per comprare casa con tassi fissi bassi come quelli tedeschi? Con il Quantitative Easing la Banca Popolare di Puglia e Basilicata darà alle imprese prestiti con tassi d’interesse bassi come quelli olandesi? Probabilmente no. La BCE aiuterà principalmente le banche e l’export teutonici: il […]
Condividi:

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno

di Andrea Del Monaco*

Il Quantitative Easing di Draghi darà prestiti con tassi bassi alle nostre imprese meridionali? No. Il QE rinazionalizza le politiche monetarie e aiuta prima di tutto la Germania.

L’ottimismo del Presidente Renzi sulla ripresa sarà aiutato? Grazie a Mario Draghi la Banca Popolare di Bari concederà mutui per comprare casa con tassi fissi bassi come quelli tedeschi? Con il Quantitative Easing la Banca Popolare di Puglia e Basilicata darà alle imprese prestiti con tassi d’interesse bassi come quelli olandesi? Probabilmente no. La BCE aiuterà principalmente le banche e l’export teutonici: il Ministro Padoan e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco non hanno menzionato tale verità a Cernobbio all’ultimo Workshop Ambrosetti. Più schietto l’ex Ministro dell’Economia Vittorio Grilli a Skytg24: “Le banche non hanno volontà di estendere il credito a famiglie e imprese oggi”; si spera lo facciano con il QE (Quantitative Easing).

Il 64 % degli italiani non sa cos’è il QE secondo un sondaggio di Antonio Noto (IPR-Marketing). Letteralmente Quantitative Easing è traducibile con facilitazione quantitativa, ovvero allentamento monetario: la BCE comprerà titoli per 60 miliardi di euro al mese da marzo 2015 almeno fino a settembre 2016. Acquisti di titoli pubblici e privati per 1.140 miliardi di euro.

Scrive la Banca d’Italia: Draghi vara il QE perchè i precedenti programmi di acquisto sono stati inefficaci – La Banca d’Italia in una nota del 12 marzo spiega il QE. Nel 2014 l’attività economica è rallentata e si rischia una spirale deflattiva. Chi ha soldi non spende perché spera che i prezzi diminuiscano in futuro. La BCE, per assolvere al suo statuto (un’inflazione al 2%), ha cercato di stimolare gli acquisti con tre azioni: ha ridotto i tassi ufficiali quasi allo 0%; a giugno ha varato operazioni di rifinanziamento a più lungo termine alle banche affinchè facessero più prestiti a famiglie e imprese non finanziarie (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO); da settembre ha comprato obbligazioni bancarie garantite (Covered Bond Purchase Programme, CBPP3) e ABS emessi in seguito alla cartolarizzazione di crediti bancari a imprese e famiglie (Asset-Backed Securities Purchase Programme, ABSPP). Nè il credito nè la crescita sono arrivati. I prezzi sono fermi, la deflazione rimane.

A gennaio la BCE lo riconosce e pensa al QE: da un lato, verranno comprati ancora obbligazioni bancarie garantite e ABS; dall’altro lato, verranno acquistati i titoli emessi dagli Stati Membri dell’Area Euro, da agenzie pubbliche e da istituzioni europee. La BCE compra titoli pubblici perchè sono gli unici disponibili in quantità tale da espandere il bilancio della BCE e che abbiano rendimenti capaci di influenzare l’economia reale. Secondo Visco miglioreranno le condizioni di offerta del credito e aumenteranno gli investimenti. L’aumento della liquidità e la riduzione dei tassi d’interesse dovrebbero deprezzare il cambio euro/dollaro. Gli investitori, vedendo i titoli di stato dare cedole più basse, dovrebbero ridisegnare il loro portafoglio verso attività finanziarie più redditizie: queste ultime dovrebbero aumentare di valore; e allora, le famiglie che possiedono attività finanziarie il cui valore è aumentato, sentendosi più ricche, dovrebbero consumare.

Infine con i consumi torneranno investimenti e inflazione. A supporto la Banca d’Italia cita un dato: tra il giorno precedente la riunione del Consiglio della BCE del 6 novembre – quando il Presidente Mario Draghi dichiarò la sola preparazione del QE – e la data del suo annuncio effettivo (il 22 gennaio), i rendimenti sui titoli di Stato italiani a 10 anni si sono ridotti dello 0,9 % e il cambio nominale effettivo dell’euro si è deprezzato di quasi il 7%.

Cosa non funziona nel QE? – Il rischio non è condiviso, ha vinto la Germania – Tutto funziona? Il diavolo si annida nei dettagli. I titoli comprabili devono avere i requisiti per essere accettati come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento della BCE. La Grecia, la più bisognosa, è esclusa perchè la BCE dal 4 febbraio non accetta più i titoli di stato greci come garanzia per i prestiti. E chi rischia? I rischi relativi ai titoli di istituzioni europee e a quelli acquistati direttamente dalla BCE saranno ripartiti in base alla quota di partecipazione nel capitale della BCE. Tuttavia sarà condiviso solo il rischio del 20 per cento degli acquisti aggiuntivi. Per il resto ogni Banca Centrale Nazionale comprerà i titoli del suo Stato in proporzione alla quota di partecipazione che la stessa Banca Centrale Nazionale ha nel capitale della BCE: per l’Italia è il 17,5 %, per la Francia il 20,1 %, per la Germania il 25,6 %, per la Spagna il 12,6 %.

Inoltre, gli asset acquistabili dovranno avere almeno un investment grade (BB di S&P’s e Fitch, Ba di Moody’s). La Banca d’Italia, come ogni banca centrale nazionale, sarà il primario acquirente sul suo mercato secondario nazionale dei BTP. Ma il QE funzionerà solo se la Banca d’Italia porrà la seguente condizione alle banche: ogni mese vi compro i vostri BTP per 7 miliardi di euro, solo se concederete crediti a tassi dimezzati per 7 miliardi di euro al mese. Solo allora il QE funzionerà e l’imprenditore lucano avrà fidi bancari con tassi dimezzati. Oppure la famiglia pugliese avrà il mutuo per la casa pagando una rata dimezzata rispetto ad oggi. L ‘On. Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera, e l’On. Marino, Presidente della Commissione Finanze del Senato, potrebbero audire il governatore Ignazio Visco e chiedere di vincolare l’acquisto dei BTP delle banche a precisi vincoli sui tassi dei loro prestiti.

Weidmann, presidente della Bundesbank, spunta il bazooka di Draghi: il QE non è un piano europeo perchè rinazionalizza le politiche monetarie – “Non c’era bisogno del QE” ha detto chiaramente Weidmann. La Germania è stata minoranza estrema nel Consiglio della BCE che ha approvato il QE. Per Weidmann comprare titoli di stato di un paese altamente indebitato (come l’Italia) sarebbe rischioso. Se lo stato indebitato fallisse il suo creditore non sarebbe risarcito del credito elargito. La BCE, comprando titoli di uno stato indebitato, assumerebbe un rischio eccessivo in bilancio per il suo azionista di maggioranza relativa, la Bundesbank. La Germania non vuole comprare i BTP italiani perchè in caso di fallimento dell’Italia teme di perdere sia le cedole che il capitale. Weidmann, non potendo impedire il QE, ha tolto i proiettili dal bazooka di Draghi: il rischio di credito in bilancio nella BCE finirà nelle banche centrali all’80%: il Bund sarà comprato dalla Bundesbank, il BTP sarà comprato dalla Banca D’Italia, i Bonos dalla Banca Centrale Spagnola.

L’analista finanziario Erwan Mahé sul blog Real-World Economics Review ha calcolato l’importo che sarà destinato per ogni paese all’acquisto di titoli pubblici ogni mese e complessivamente nel programma (dopo aver escluso la quota di titoli privati comprati dalla BCE): 205 miliardi di acquisti per la Germania, 168 miliardi per la Francia, 140 miliardi per l’Italia (7,4 miliardi al mese), 101 miliardi per la Spagna. Malgrado i rendimenti dei titoli tedeschi siano minimi, in alcuni casi negativi (su alcuni BUND, chi compra non riceve interessi, al contrario li paga), il QE comprerà anche i titoli tedeschi. E qui due paradossi: la BCE finanzierà il paese più ricco, la Germania; il QE, non è un’operazione europea ma quasi una rinazionalizzazione delle politiche monetarie perchè la Germania, paese creditore, non vuole rischi.

La Cancelliera Merkel non vuole che la BCE compri i titoli di uno Stato inaffidabile: questo potrebbe non rimborsare il debito o uscire dall’Euro. Nel caso di fallimento di uno Stato, la Banca Centrale dello stato fallito ha il monopolio della creazione di moneta, può avere capitale negativo al contrario della BCE, può emettere moneta e comprare i suoi titoli di stato. Questo potrebbe portare l’inflazione oltre il 2%: ciò spaventa la Germania. Aleggia lo spettro dell’inflazione della repubblica di Weimar, quando le donne tedesche compravano al mercato una cena con la borsa piena di marchi svalutati.

Gli Stati Uniti d’Europa di Altiero Spinelli – Il comunista Varoufakis suggerisce la soluzione cara ai radicali di Pannella. Varoufakis a Cernobbio: «In Eurozona il QE farà peggio che in USA e Giappone»”Mi piacerebbe vivere negli Stati Uniti d’Europa ” ha detto il Ministro greco delle Finanze Varoufakis al workshop Ambrosetti. “Un’unione monetaria non può precedere un’unione politica” ha aggiunto citando il keynesiano Kaldor. Il problema della UE è l’assenza di un’unione politica: esiste solo la politica monetaria decisa dalla Germania. Ed ecco il paradosso politico. Gli Stati Uniti d’Europa, il progetto di Altiero Spinelli, sono una battaglia del liberale Marco Pannella: oggi divengono la risposta del marxista Varoufakis alla finta UE dominata dalla Germania.

Le sue parole di verità (condivise dall’ex Ministro Paolo Savona) hanno infranto l’ ottimismo di Cernobbio: il QE, già difficoltoso in economie solide come Giappone, USA e Gran Bretagna, non funzionerà perchè “gli acquisti di titoli non sono proporzionali alle pressioni inflazionistiche dei singoli paesi” e perchè “la BCE interviene in modo frammentato sul debito”. Traduzione: è inutile comprare i Bund tedeschi se l’inflazione in Germania c’è, meglio comprare titoli italiani e greci dove i prezzi sono fermi. Al contrario in un vero QE la BEI (Banca Europea degli Investimenti) dovrebbe chiedere ai Governi di guidare un programma di investimenti da oltre mille miliardi: dovrebbe essere finanziato al 100% da obbligazioni emesse dalla BEI. Tali obbligazioni dovrebbero essere comprate dalla BCE di Draghi sui mercati secondari.

La BCE non avrebbe problemi operativi perché comprerebbe solo un pezzo di carta con rating tripla A senza doversi preoccupare dei diversi titoli di stato. Tale proposta dovrebbe essere sostenuta da Renzi quando vede Draghi e Merkel. In conclusione l’ultimo paradosso. ” Stiamo applicando una strategia mai tentata in Europa: dire la verità… La Grecia era già fallita nel 2010 ma si è voluto fingere che non fosse così per trasferire le perdite delle banche francesi e tedesche sui contribuenti europei che hanno versato nuovi prestiti ad Atene” ha detto Varoufakis. Lo ha scritto anche il liberista Luigi Zingales su Il Sole 24 Ore il 7 marzo, e, il sottoscritto qui il 13 febbraio. La UE dovrebbe partire dai fatti. Sarebbe un vero inizio.

* Esperto Fondi Strutturali Europei

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.