Bologna, licenziate dopo uno sciopero. Cinque commesse: “Lotteremo”

dal fatto quotidiano Licenziate per aver scioperato contro il lavoro precario. Si è conclusa con una lettera di licenziamento l’esperienza lavorativa di Caterina e delle sue colleghe, commesse nel punto vendita Alcott di via Ugo Bassi a Bologna, finché, in seguito a uno sciopero indetto il 20 dicembre scorso, sono state lasciate a casa dall’azienda per ragioni disciplinari. Per aver, appunto, protestato davanti alle vetrine del negozio, durante il periodo natalizio, contro le condizioni lavorative a cui erano sottoposte, tutte precarie a tempo determinato o con contratto di apprendistato. “Parliamo di stipendi pagati in ritardo – racconta Caterina, che con le ex colleghe ha intenzione […]
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Licenziate per aver scioperato contro il lavoro precario. Si è conclusa con una lettera di licenziamento l’esperienza lavorativa di Caterina e delle sue colleghe, commesse nel punto vendita Alcott di via Ugo Bassi a Bologna, finché, in seguito a uno sciopero indetto il 20 dicembre scorso, sono state lasciate a casa dall’azienda per ragioni disciplinari. Per aver, appunto, protestato davanti alle vetrine del negozio, durante il periodo natalizio, contro le condizioni lavorative a cui erano sottoposte, tutte precarie a tempo determinato o con contratto di apprendistato. “Parliamo di stipendi pagati in ritardo – racconta Caterina, che con le ex colleghe ha intenzione di intraprendere un’azione legale nei confronti dell’azienda – di straordinari che puntualmente non ci venivano retribuiti, della mancanza di sicurezza nel punto vendita, dell’obbligo di svolgere mansioni che non erano previste dal nostro contratto, e che ci costringevano spesso a lavorare fino a tardi, fino alle dieci o alle undici di sera, sempre non pagate, ovviamente. E questo solo per fare qualche esempio”.

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