Col contratto dello schiavo

Caro Operai Contro, Renzi la chiama occupazione, ma non ci aggiunge “col contratto dello schiavo”. Con il Jobs act i padroni beneficeranno per tre anni di esoneri contributivi e sgravi fiscali, ma i dipendenti sotto i 30 anni già nel 2012 non arrivano a 850 euro al mese, ed ora Renzi ha uniformato ad un livello più miserabile la busta paga! Un altro grande regalo ai padroni. Saluti da Milano. Ti mando un articolo preso dal “Sole 24 ore” Giovani disoccupati in discesa a dicembre 2014. Ma quelli occupati quanto guadagnano? Meno di 850 euro al mese. Secondo un […]
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Caro Operai Contro,

Renzi la chiama occupazione, ma non ci aggiunge “col contratto dello schiavo”. Con il Jobs act i padroni beneficeranno per tre anni di esoneri contributivi e sgravi fiscali, ma i dipendenti sotto i 30 anni già nel 2012 non arrivano a 850 euro al mese, ed ora Renzi ha uniformato ad un livello più miserabile la busta paga! Un altro grande regalo ai padroni. Saluti da Milano.

Ti mando un articolo preso dal “Sole 24 ore”

Giovani disoccupati in discesa a dicembre 2014. Ma quelli occupati quanto guadagnano? Meno di 850 euro al mese. Secondo un report DataGiovani, lo stipendio degli under 30 al primo impiego viaggia infatti su una media di 848 euro mensili, con sbalzi fino a 300 euro a seconda di zona geografica (nord, centro, sud), titolo di studi (diploma o laurea), settore (dall’agricoltura all’industria) e “grado di qualifiche” richieste dalla professione. I paragoni con il resto d’Europa sono azzardati. Ma se si considera che un neolaureato in ingegneria tedesco strappa contratti da 40mila euro annui, qualche domanda è lecita.

Primo contratto: 848 euro. E gli “high skilled” superano a fatica i 1000 euro. L’analisi DataGiovani, redatta su un campione di circa 355mila unità sui primi sei mesi del 2012, evidenzia le retribuzioni mensile nette degli under 30 assunti da meno di un anno.

La media complessiva di 848 euro si alza e abbassa a seconda dei vari parametri che qualificano l’occupazione, ma la forbice resta compresa tra poco meno di 800 euro mensili e poco più di 1000 euro al mese. Nel dettaglio, la retribuzione oscilla tra 888 euro per gli assunti al nord, 845 euro per quelli del centro e 801 euro per quelli del sud. A incidere sono poi fattori come livello di studio, settore di impiego e grado di qualifiche. La busta paga varia da un minimo di 710 euro mensili per i lavoratori con un grado di istruzione “basso” (nessun titolo o scuola dell’obbligo), 839 per un grado di studi medio (diploma professionale o di scuola secondaria superiore) e 998 per chi rientra nella fascia “alta” dettata da laurea e perfezionamenti successivi. Da settore a settore, le differenze si fanno anche più corpose: i dipendenti del settore agricolo viaggiano su una retribuzione media di 660 euro, contro i 798 dell’area commerciale, i 909 euro delle costruzioni e i 960 euro dell’industria.

Nel caso delle professioni più qualificate, l’asticella si spinge di poco sopra la soglia simbolica dei 1000 euro: per la precisione 1.019 al mese per gli “high skilled worker” (come dirigenti, imprenditori e professioni altamente specializzate), oltre 200 euro in più rispetto ai 794 euro mensili dei “medium skilled” (come artigiani e impiegati) e i 793 dei “low skilled”, i lavori che non richiedono una qualifica specifica. I dati non si discostano troppo da quelli pubblicati da AlmaLaurea in occasione del suoi XVI Rapporto sulla Condizione Occupazionale dei laureati: lo stipendio a un anno dal diploma di laurea – ci si riferisce sempre al 2012 – si attesta sui 1000 euro mensili, dai 970 dei dottori magistrali a ciclo unico ai 1.003 dei laureati di primo livello e i 1.038 dei laureati magistrali (3+2).

Gli autori della ricerca: prendere i dati con cautela, a dicembre il rialzo è fisiologico I numeri risalgono a due anni fa. Ma Michele Pasqualotto, ricercatore DataGiovani, «conferma» i valori emersi allora anche a fronte delle ultime stime Istat. «Bisogna considerare che si tratta di lavori di breve durata che non hanno impatti economici così elevati. Mi sento di confermare quello che si diceva». E comunque, sottolinea Pasqualotto, «i cambiamenti si vedono su degli archi temporali più lunghi. Lo stesso dato di dicembre preso con cautela perché dicembre è un mese in cui, tendenzialmente per i giovani, ci sono assunzioni di tipo stagionale. È fisiologico che ci sia un rimbalzo, bisogna vedere se terrà in futuro».

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