Lecco. La Cisl promuove il Jobs act

Redazione Operai Contro, Leggo dalla “Provincia di Lecco” di ieri un articolo che racconta dell’incontro organizzato nella sede sindacale della CISL di Lecco dove viene spiegato dal segretario regionale della Cisl Benaglia che il Jobs Act di Renzi è una riforma valida e che sistemerà soprattutto le procedure delle assunzioni e incentiverà i contratti a tempo indeterminato. «Così il lavoro è più tutelato» ha detto Benaglia ai presenti nel salone incontri, ma non ha però spiegato che questa riforma invece dà un impulso senza freni ai licenziamenti, verso chi non si sottomette al padrone o a coloro che chiedono un aumento del […]
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Redazione Operai Contro,

Leggo dalla “Provincia di Lecco” di ieri un articolo che racconta dell’incontro organizzato nella sede sindacale della CISL di Lecco dove viene spiegato dal segretario regionale della Cisl Benaglia che il Jobs Act di Renzi è una riforma valida e che sistemerà soprattutto le procedure delle assunzioni e incentiverà i contratti a tempo indeterminato.

«Così il lavoro è più tutelato» ha detto Benaglia ai presenti nel salone incontri, ma non ha però spiegato che questa riforma invece dà un impulso senza freni ai licenziamenti, verso chi non si sottomette al padrone o a coloro che chiedono un aumento del salario o a quelli che si iscrivono al sindacato e magari diventano delegati in fabbrica e che possono dare fastidio al padrone.

Forse Benaglia si dimenticato di dire che la nuova riforma di Renzi è stata creata per aumentare i licenziamenti non per tutelare gli operai che magari lavorano già da tanti anni in fabbrica e da un giorno all’altro vengono licenziati senza giustificato motivo ma solo perché sono delegati.

Il segretario regionale continuando ad elogiare la riforma ha affermato «La riforma non creerà occupazione ma semplificherà le assunzioni». Peccato che i nuovi effetti negativi si notano proprio alla Fiat di Melfi, poiché sono stati assunti 300 giovani ma tutti senza il contratto a tempo indeterminato, ma ancora con contratti interinali a tempo determinato, quindi con tante possibilità di non avere la proroga del contratto, tale e quale le normative delle tutele crescenti della nuova riforma del governo Renzi.

La Cisl deve invece difendere gli operai licenziati ingiustamente, e non dichiarare in giro che < Il sindacato è sotto l’attacco della politica, ma a noi interessa la realtà che dobbiamo rappresentare, per questo vogliamo farci sentire con la forza delle idee e delle proposte».

Vi invio l’articolo.

Saluti da un operaio di una fabbrica della provincia di Lecco.

Il Jobs act è stato al centro dell’incontro che la Cisl Monza Brianza Lecco ha tenuto ieri nel salone incontri della sede lecchese di via Besonda.

Ad illustrare i temi forti del Jobs act e soprattutto la posizione della Cisl in merito, è stato Roberto Benaglia, segretario della Cisl Lombardia. Quest’ultimo è stato chiarissimo sui motivi che hanno portato la Cisl a sostenere la riforma del lavoro del governo Renzi. «Volendo fare un paragone calcistico – ha esordito Benaglia – questa è una partita che non si può pareggiare, qui si vince o si perde. E sfatiamo anche un altro luogo comune: il Jobs act non porterà nuovi posti di lavoro, quelli li deve creare l’economia, ma è importante perché cerca di sistemare alcune storture del mercato del lavoro. Per questo la Cisl lo appoggia anche se è consapevole che ci sono criticità da sistemare e punti da rivedere. La nostra pressione nei confronti del governo non è basata sulle manifestazioni di piazza ma sulle proposte ed idee che vogliono cambiare in meglio la riforma».

Roberto Benaglia è poi entrato nel dettaglio ed ha illustrato i motivi dell’adesione della Cisl al Jobs act. I motivi del sì vanno individuati innanzitutto nel fatto che la riforma targata Renzi affronta le criticità legate al mercato del lavoro; vengono poi facilitate le assunzioni a tempo indeterminato; nasce un mercato del lavoro a tutele crescenti in sostituzione dei contratti precari; viene data centralità alle politiche attive ovvero al ricollocamento per i lavoratori che perdono l’impiego; sono standardizzate le tutele alle piccole e medie imprese e ai loro dipendenti oltre che ai precari. «In un certo senso – ha detto ancora Benaglia – il Jobs act è figlio dello Statuto dei lavori che nello scorso decennio voleva la Cisl». Un sì quello della Cisl condizionato però ad una serie di miglioramenti e di correttivi sui quali Benaglia ha molto insistito.

Per la Cisl il governo deve aumentare le risorse con cui finanziare la riforma, soprattutto nei prossimi anni; deve avvenire l’attuazione completa di tutti i decreti delegati e tutte le norme devono avere attuazione evitando che le vere riforme positive restino sulla carta; va curata la transizione tra vecchi e nuovi ammortizzatori e, infine, non va inibito il ruolo della contrattazione, che va anzi rilanciato. In conclusione, Benaglia ha ribadito la volontà della Cisl di sottrarsi al clima di scontro ideologico e di contrapposizione a tutti i costi: «Lo scontro non serve per ragionare su queste riforme. Il sindacato è sotto l’attacco della politica, ma a noi interessa la realtà che dobbiamo rappresentare, per questo vogliamo farci sentire con la forza delle idee e delle proposte».

 

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