CON IL JOBS ACT NUOVE PICCONATE ALLA SICUREZZA SUL LAVORO

Redazione di OperaiContro, il messaggio che viene convogliato dai più, istituzioni in primis, è che “il jobs act è stato approvato”. Non viene volutamente specificato il fatto che di approvato ci sia ben poco, dato che mancano decine e decine di decreti attuativi: ciò che è stato approvato è semplicemente la delega in bianco a Renzi & Poletti di stabilire criteri di applicazione delle linee guida a proprio piacimento. Il jobs act nasce dall’esigenza di de-regolamentare radicalmente il mondo del lavoro, e congiuntamente di abbaterne i costi per i padroni. Sulla scia delle modifiche del nuovo testo unico per […]
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Redazione di OperaiContro,

il messaggio che viene convogliato dai più, istituzioni in primis, è che “il jobs act è stato approvato”. Non viene volutamente specificato il fatto che di approvato ci sia ben poco, dato che mancano decine e decine di decreti attuativi: ciò che è stato approvato è semplicemente la delega in bianco a Renzi & Poletti di stabilire criteri di applicazione delle linee guida a proprio piacimento.

Il jobs act nasce dall’esigenza di de-regolamentare radicalmente il mondo del lavoro, e congiuntamente di abbaterne i costi per i padroni. Sulla scia delle modifiche del nuovo testo unico per la sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008) attuate dal governo Berlusconi con il 106/2009 ed ulteriormente picconato in questi cinque anni, anche il governo LEGACOOP-PD decide di intervenire con un colpo di mannaia.

Da quanto si lascia intendere dal testo della legge 183/14 (il riferimento normativo del jobs act) il regime sanzionatorio per chi non adempie alle misure di sicurezza sarà sostanzialmente modificato inserendo princìpi di discrezionalità, e le sanzioni stesse saranno sostituite da una sorta di “premi” per chi si dimostrerà virtuoso. Come se, come sottlinea Medicina Democratica, il rispetto della legge sia un comportamento di eccellenza anzichè il minimo comune denominatore civile.

Allego l’intero articolo redatto da Medicina Democratica.

Saluti Operai da Pavia,

M.L.

JOBS ACT: IN ARRIVO NUOVE “SEMPLIFICAZIONI” ALLE NORME SU SALUTE E SICUREZZA

Riporto a seguire un breve articolo del Quotidiano giuridico Studio Cataldi sull’entrata in vigore della Legge n. 183/2014 (“Jobs Act”), che riassume (in maniera fin troppo sintetica) il contenuto della Legge.

Pregio dell’articolo è che riporta il testo della Legge, come approvata da Senato e Camera e come pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

 

Ricordo che ad oggi il Governo, in forza della delega contenuta nel Jobs Act, ha già approvato due decreti:

  • quello relativo al cosiddetto “contratto a tutele crescenti” (che di fatto cancella l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”, scaricabile all’indirizzo:

http://www.governo.it/governoinforma/documenti/cdm_20141224/JobsAct_20141224.pdf

  • quello relativo alla nuova disciplina degli ammortizzatori sociali “Disciplina della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASPI)”, scaricabile all’indirizzo:

http://www.governo.it/governoinforma/documenti/cdm_20141224/nuova_aspi_20141224.pdf

 

Oltre a tali decreti e a quelli che seguiranno con l’intento nemmeno troppo nascosto della riduzione dei diritti al/sul lavoro, di cui si è ampiamente parlato in vari ambiti, metto in evidenza, perché tocca direttamente il tema della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, il comma 5 della Legge 183/2014, il quale prevede l’emanazione da parte del Governo (a seguito della delega contenuta nella Legge) di “uno o più decreti legislativi contenenti disposizioni di semplificazione e razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese” con l’obiettivo di “conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure […] in materia di igiene e sicurezza sul lavoro”.

 

Per ora il Jobs Act non entra nel merito di quali saranno le “disposizioni di semplificazione e razionalizzazione”, rimandando ovviamente ai decreti attuativi. Il comma 6 della Legge, esemplificando i “principi e criteri direttivi” di attuazione della delega di cui al comma 5, non specifica infatti come il governo intende procedere in tal senso.

Colpisce comunque la lettera f) del comma 6 che parla di “revisione del regime delle sanzioni, tenendo conto dell’eventuale natura formale della violazione, in modo da favorire l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita, nonché valorizzazione degli istituti di tipo premiale”.

E’ facile immaginarsi la solita diminuzione generalizzata dell’apparato sanzionatorio per datore di lavoro e dirigenti del D.Lgs.81/08, sulla scorta di quanto già fatto dal governo Berlusconi con il D.Lgs.106/09.

Appare poi del tutto contrario a ogni intento di repressione dei mancati adempimenti alle norme il concetto di “valorizzazione degli istituti di tipo premiale”, secondo il quale, molto probabilmente non si farà nulla di più per sanzionare i reati relativi a salute e sicurezza sul lavoro, ma si introdurranno “premi” per le aziende conformi alla normativa, come se rispettare la legge non fosse un obbligo di legge, ma un comportamento virtuoso.

 

In mancanza di ulteriori indicazioni, va ricordato che nel passato le “semplificazioni” in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, hanno sempre comportato una notevole riduzione di tale tutela. E’ quindi facile immaginare quali saranno i contenuti dei decreti governativi: meno tutele per i lavoratori e più libertà per le aziende di ridurre la salvaguardia su salute e sicurezza.

 

Il Jobs Act rilancia poi in maniera decisa la volontà di creare un ente unico per le attività ispettive, quando alla lettera l) del comma 7 prevede la “razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva, attraverso misure di coordinamento ovvero attraverso l’istituzione, ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, di una Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite l’integrazione in un’unica struttura dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell’INPS e dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), prevedendo strumenti e forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle aziende sanitarie locali e delle agenzie regionali per la protezione ambientale”.

 

Anche in questo caso mancano ulteriori indicazioni di dettaglio, per cui occorrerà attendere i decreti legislativi per poter giudicare l’effetto dell’accorpamento delle attività ispettive all’interno o sotto il controllo di un’unica “agenzia”.

E’ indicativo comunque che già fin d’ora non si preveda un potenziamento degli organici degli enti ispettivi (“senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili”).

Visto poi l’aria che tira in molte Aziende Sanitarie Locali e Ispettorati del Lavoro, è ragionevole aspettarsi una centralizzazione delle attività ispettive con lo scopo di togliere quel poco di autonomia decisionale lasciata oggi agli ispettori dell’ASL o dell’Ispettorato, al fine di ammorbidire i controlli e ridurre i “fastidi” per le aziende non a norma.

 

Marco Spezia

 

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