SCALA: LA PRIMA DEL 2015 DI POLIZIA E CARABINIERI

Redazione di Operai Contro, polizia e carabinieri hanno protetto il sollazzo di politici, VIP e mafiosi. I rompicoglioni di senza casa, disoccupati, operai, precari, NOTAV, hanno ascoltato il suono dei manganelli e delle cariche. Questa è democrazia. Quando padroni, politici, amministratori, mafiosi, si sollazzano con la lirica, nessuno deve disturbarli. Basta con operai, povertà e miseria Un operaio di Milano  La cronaca Avevano preannunciato una «Prima» di contestazioni, e così è stato: dalle 16.30 in poi, e soprattutto a spettacolo iniziato, si sono accese le contestazioni da parte di antagonisti ed esponenti dei centri sociali in piazza, tra fumogeni […]
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Redazione di Operai Contro,

polizia e carabinieri hanno protetto il sollazzo di politici, VIP e mafiosi.

I rompicoglioni di senza casa, disoccupati, operai, precari, NOTAV, hanno ascoltato il suono dei manganelli e delle cariche.

Questa è democrazia.

Quando padroni, politici, amministratori, mafiosi, si sollazzano con la lirica, nessuno deve disturbarli.

Basta con operai, povertà e miseria

Un operaio di Milano

 La cronaca

Avevano preannunciato una «Prima» di contestazioni, e così è stato: dalle 16.30 in poi, e soprattutto a spettacolo iniziato, si sono accese le contestazioni da parte di antagonisti ed esponenti dei centri sociali in piazza, tra fumogeni e lanci di uova e bottiglie. Due carabinieri e quattro manifestanti sono rimasti feriti durante le cariche e il lancio di bottiglie, sassi e fumogeni da parte degli antagonisti. I manifestanti si erano dati appuntamento da tutti i «quartieri popolari», così come annunciato sui social network dai vari comitati di lotta per la casa. Questura e prefettura avevano predisposto un piano imponente: strade chiuse intorno al teatro, 800-1.000 agenti dispiegati non solo intorno al teatro ma in vari punti della città. Intorno alle 16.30 circa cinquanta antagonisti vicini al centro sociale Cantiere, muniti di caschi e scudi in gommapiuma, hanno cercato di forzare il blocco delle forze dell’ordine in via Santa Margherita – circa 80 agenti della polizia in tenuta antisommossa – e sono stati respinti con una carica e diverse manganellate.

Le cariche

Gli antagonisti hanno lanciato uova e petardi, intonando slogan contro le forze dell’ordine e il governo. La polizia ha sbarrato loro la strada e ha effettuato una carica di alleggerimento. «Ci hanno manganellato, due di noi sono stati colpiti alla testa», hanno raccontato i manifestanti. I due ragazzi sono stati medicati sul posto con retine bianche e vistosi cerotti sulla parte posteriore della testa, dove sono stati colpiti da alcune manganellate. Uno dei due giovani ha riportato anche una frattura al dito.

Lo striscione

Alcuni antagonisti sono saliti sulle impalcature esterne alla Galleria, lato Duomo, e hanno esposto lo striscione «Occupiamo le case vuote – basta sgomberare». In via Santa Margherita gli antagonisti hanno tentato di sfondare per due volte il cordone delle forze dell’ordine, che hanno risposto con due cariche di alleggerimento. Intanto la Cub aveva montato il consueto gazebo – autorizzato – davanti all’entrata di Palazzo Marino. Nel gruppo, cartelli per il diritto alla casa e al lavoro e sagome di cartapesta, tra cui quella del premier Matteo Renzi con la scritta «Jobs Act».

Le reazioni

«Le proteste sono legittime, ma l’importante è che non diventino violenze». Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, entrando al Piermarini per assistere alla Prima. «Non capisco, queste proteste sono un danno economico per il Paese nella città che ospiterà Expo 2015», ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini. «Capisco che questo è un luogo di protesta simbolico – ha concluso – spero che cambieranno idea». «È talmente grande il disagio per alcuni fasce della popolazione che è sbagliato prendersela con chi protesta», ha ribattuto l’ex ministro Corrado Passera. «Secondo me Renzi ha sbagliato a non venire alla Scala – ha aggiunto Passera -. È importante partecipare alla prima – ha concluso – per far capire che il modello Scala funziona ed è un’eccellenza che deve avere tutto l’appoggio delle istituzioni». «Inaccettabili manifestazioni di protesta violenta nei confronti delle forze dell’ordine approfittando di eventi culturali che servono a dare forza e valore alla nostra città», è il commento del prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. «La legalità – ha aggiunto – non è assolutamente negoziabile». «Come rovinare una festa»: così il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. «Diamo sempre l’immagine peggiore di noi al mondo – ha concluso -. La prima della Scala è uno spettacolo unico e riusciamo a rovinare anche questo. Il mio è un commento amaro, ma è così. Vorrei che il palcoscenico fosse più quello dentro che fuori».

La molotov

In piazza, durante la rappresentazione, gli antagonisti hanno continuato a fronteggiare la polizia con lanci di uova. La polizia è riuscita a bloccare un uomo che aveva in mano una bottiglia incendiaria e a prendergliela, impedendo che la lanciasse. L’uomo, però, è riuscito a scappare. Secondo il racconto di alcuni agenti, a far cadere la bottiglia incendiaria di fronte agli uomini delle forze dell’ordine sarebbe stato un ragazzo di «nemmeno 18 anni». All’incrocio tra Palazzo Marino e la Galleria si sono posizionati una sessantina di manifestanti, alcuni incappucciati, senza striscioni né bandiere. Hanno lanciato fumogeni e qualche bottiglia. La polizia ha accennato una carica. Una banda musicale del Cub ha cercato di frapporsi e allontanarli.

Carica in piazza

La polizia quindi ha caricato il gruppo di antagonisti, inseguendoli per piazza della Scala. I manifestanti, stretti in via Case Rotte, sul lato di Palazzo Marini, hanno risposto con un lancio di oggetti tra cui fumogeni, sedie, bottiglie e una piantana di cemento per i segnali stradali provvisori, gridando slogan contro il governatore lombardo Roberto Maroni e gli sgomberi degli abusivi nelle case popolari. Due fotografi sono stati colpiti negli scontri. Un carabiniere ha riportato una lesione a un ginocchio, che si è gonfiato, ma le protezioni in dotazione lo hanno protetto e non ci sono fratture. È stato trasportato all’Istituto ortopedico Gaetano Pini.Un secondo carabiniere è stato colpito da un oggetto a una spalla.

In metropolitana

I centri sociali e antagonisti, radunati in un unico corteo,hanno infine sfilato con la banda in testa attraverso l’Ottagono e verso l’uscita di piazza Duomo. Al suono dell’Internazionale e degli slogan contro l’Austerity e le politiche dell’Europa per il lavoro, i manifestanti hanno preso la scena, provocando grande stupore fra le migliaia di persone presenti in Galleria. I manifestanti, circa trecento, hanno terminato il corteo in piazza del Duomo, dove in parte si sono radunati e in parte hanno raggiunto la metropolitana, dove hanno danneggiato le telecamere e bloccato con fascette i tornelli di accesso ai treni. Alcuni attimi di tensione quando gli antagonisti sono passati davanti ai mezzi della polizia.

Il palco reale

Anche se è pesata l’assenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la Prima del Fidelio, il palco Reale era comunque rappresentativo. Presenti il presidente del Senato Pietro Grasso con la moglie, il ministro per i beni culturali Dario Franceschini, da «padrone di casa» il sindaco Giuliano Pisapia con la moglie Cinzia Sasso, il presidente della regione Roberto Maroni e consorte, il prefetto Francesco Paolo Tronca, il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo, il vice presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, e il vice presidente della Provincia di Milano Umberto Maerna.

I commenti all’opera

Sono durati dodici minuti circa gli applausi al termine del Fidelio di Beethoven. Un coro di complimenti, soprattutto per Anja Kampe nei panni di Leonore. Con gran calore è stato salutato il maestro Daniel Barenboim, alla sua ultima opera come direttore musicale del Piermarini dopo nove anni. «Lavoro molto grammatico, molto intenso», ha commentato l’architetto Mario Botta, autore del restauro della Scala del 2002. «Anche la scenografia, molto bella – continua Botta – così locata, assume sempre significati diversi. Invece di muoversi resta fissa e fa muovere le persone». «Mi piace tantissimo questa rilettura in chiave moderna del Fidelio, è un’opera bellissima e Barenboim si conferma un direttore straordinario», è il commento del ballerino Roberto Bolle. Secondo il giornalista Alfonso Signorini il Fidelio «è un’opera di profonda contemporaneità». «Tratta un tema di grande attualità – ha proseguito – mi sembra che i carcerati assomigliano al popolo ebreo del Nabucco». «Musica stupenda, il maestro bravissimo, la scenografia così così», commenta Vittorio Gregotti, l’architetto del quartiere Bicocca di Milano. «La scenografia – spiega – così buia, maschera il fatto che non debba essere datata. Mi spiego: io detesto la modernizzazione delle opere, che sono una forma d’arte dell’Ottocento. In questa scenografia si vede poco la modernizzazione». «La musica è meravigliosa -è il commento di Carla Fracci – e Barenboim si conferma un direttore stupendo. Il significato di quest’opera è che l’amore e la speranza vincono sempre». «Dobbiamo prendere ciò che è interessante, i tanti aspetti d’attualità – dice il presidente del tribunale Livia Pomodoro – l’idea di riscatto e di libertà e che una soluzione arrivi con l’amore, non solo con quello coniugale».

I vip nel foyer

Nel foyer un’atmosfera quasi domestica, con alcune presenze istituzionali e scarsa mondanità: è stata una Prima dimessa, tutta in bianco e nero, con poche incursioni nei colori, nel verde e nel grigio, motivate da un richiamo all’opera di Beethoven. Belli e preziosi comunque gli abiti, accompagnati da gioielli minimal o di famiglia, e da tante pellicce, ma in versione corta: a bolero, a stola, a giacchino e persino a poncho. Tra le più belle e ammirate la top model Eva Riccobono in abito nero lungo Armani Privé, mano nella mano con il compagno Matteo Ceccarini, anche lui in smoking Armani. La bella Daniela Wasser de Sosa, moglie del neosovrintendente Alexander Pereira, per il suo debutto come first lady scaligera si è confezionata da sola un abito di broccato bianco con strascico. In total white anche Carla Fracci. Camicia nera per Laura Teso, che però ha sfoggiato a sorpresa una gonna scenografica con stampato il Circo di Chagall, creata per lei da Raffaella Curiel. Abito cipria tutto pizzo per Valeria Marini, completato da borsa a forma di castello delle principesse e cerchietto con strass. Tutto in nero, camicia compresa, Roberto Bolle in uno smoking Dolce e Gabbana.

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