Corruttori a piede libero.

Egregio Direttore, gli arresti per le mazzette sono arrivate anche ai vertici della Finanza. Arrestato il comandante di Livorno, il commercialista, indagato il generale Bardi, e i padroni che sono i corruttori ricattatori, anche stavolta sono a piede libero. Coma mai? Eppure hanno dichiarato che pagavano al colonnello della Finanza una “mazzetta” fino a 30 mila euro mensili, in cambio di verifiche addomesticate. Come dice l’articolo qui sotto di “Repubblica”. Saluti da un lettore L’ipotesi di reato. I pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock ipotizzano per gli arrestati il reato di concorso in concussione per induzione e di […]
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Egregio Direttore, gli arresti per le mazzette sono arrivate anche ai vertici della Finanza.

Arrestato il comandante di Livorno, il commercialista, indagato il generale Bardi, e i padroni che sono i corruttori ricattatori, anche stavolta sono a piede libero. Coma mai?

Eppure hanno dichiarato che pagavano al colonnello della Finanza una “mazzetta” fino a 30 mila euro mensili, in cambio di verifiche addomesticate. Come dice l’articolo qui sotto di “Repubblica”.

Saluti da un lettore

L’ipotesi di reato. I pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock ipotizzano per gli arrestati il reato di concorso in concussione per induzione e di rivelazione del segreto d’ufficio. Per corruzione è invece indagato il generale Bardi. L’alto ufficiale era stato indagato nel 2011 con le accuse di favoreggiamento e rivelazione di segreto nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. L’anno successivo, tuttavia, la sua posizione fu archiviata dal gip su richiesta dello stesso pm Henry John Woodcock.
Nella prima metà degli anni Duemila, Mendella, all’epoca maggiore, avrebbe contattato i due imprenditori tramite De Riu offrendo “protezione” in cambio di soldi e vacanze. Dopo il suo trasferimento a Roma, inoltre, Mendella avrebbe suggerito di spostare proprio nella capitale la società Gotha, attiva nel settore dei materiali ferrosi, per continuare a “seguirli”.
Due giorni dopo il trasferimento della società, l’ufficiale chiese e ottenne in tempi rapidissimi l’inconsueta autorizzazione ad avviare una verifica fiscale in deroga alla regola sulla competenza territoriale, circostanza che, secondo l’accusa, preludeva a nuove richieste di denaro. Giovanni Pizzicato riferisce di avere appreso da De Riu che l’autorizzazione arrivò grazie all’intervento di due generali, tra cui Spaziante, già coinvolto nell’inchiesta sul Mose e indagato ora a Napoli nell’ambito di un altro filone della vicenda Mendella. Per l’operazione, De Riu gli chiese 150.000 euro. Due segretarie dei Pizzicato hanno confermato che il commercialista andava periodicamente negli uffici delle società a ritirare quelli che loro ritenevano “pacchi contenenti telefonini”.

 

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