Livorno, il PD esce di scena e lascia il posto a 5 Stelle. Il 50% diserta le urne

PER IL DIBATTITO Redazione di Operai contro, Qualche anima bella democratica si è stupita per la débâcle diessina nella «rossa» Livorno (rossa di rabbia). Senza scomodare raffinati analisti, ricordo un piccolo episodio non tanto lontano: l’accoglienza riservata dai NOTAV livornesi al provocatorio comizio di Pierluigi Bersani (30 novembre 2012). Il vecchio burocrate la scampò solo per la protezione sbirresca di cui godeva. [vedi il video: http://video.gelocal.it/iltirreno/locale/livorno-gli-scontri-al-terminal-crociere-durante-il-comizio-di-bersani/31716/32382]. A Livorno, come in tutta Italia, troppe porcherie pesano sul Pd, che l’uscita di scena del berlusca non può più mascherare. Il re è nudo. E ancora una volta, 5 Stelle si rivela […]
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PER IL DIBATTITO

Redazione di Operai contro,

Qualche anima bella democratica si è stupita per la débâcle diessina nella «rossa» Livorno (rossa di rabbia). Senza scomodare raffinati analisti, ricordo un piccolo episodio non tanto lontano: l’accoglienza riservata dai NOTAV livornesi al provocatorio comizio di Pierluigi Bersani (30 novembre 2012). Il vecchio burocrate la scampò solo per la protezione sbirresca di cui godeva. [vedi il video: http://video.gelocal.it/iltirreno/locale/livorno-gli-scontri-al-terminal-crociere-durante-il-comizio-di-bersani/31716/32382].

A Livorno, come in tutta Italia, troppe porcherie pesano sul Pd, che l’uscita di scena del berlusca non può più mascherare. Il re è nudo. E ancora una volta, 5 Stelle si rivela come l’ultima spiaggia della democrazia. Ma non sarà facile governare con il consenso di un quarto dei livornesi, e con la spada di Damocle della Lucchini. Di seguito, alcuni commenti. Vedi anche:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/09/ballottaggio-livorno-operai-e-portuali-voltano-le-spalle-al-pd-e-votano-m5s/1020388/

– Il direttore del Vernacoliere commenta il risultato elettorale: “Il rosso qui non rappresenta più niente. È un voto contro una gestione del partito”

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2014/06/09/il-direttore-del-vernacoliere-commenta-il-risultato-elettorale-il-rosso-qui-non-rappresenta-piu-niente-e-un-voto-contro-una-gestione-del-partito/#.U5bYfZR_szA

 

A Livorno vincono i 5 stelle.

Un voto storico contro il Pd, da sinistra

Infout, Lunedì 09 Giugno 2014 11:25

A Livorno dopo 70 anni frana lo storico blocco di potere arroccato attorno al PCI e alla sua eredità. Per il vincitore del ballottaggio, l’esponente del Movimento 5 Stelle Filippo Nogarin, si tratta di “un colpo al cuore del Partito Democratico”. Non sappiamo se il dato livornese rappresenti un’eccezione nel panorama complessivo della fase attuale oppure delinei una tendenza capace di approfondire una faglia nella macchina di consenso democratica. Certo ci sembra meno efficace il restyling renziano laddove i territori vengono desertificati e con più nitidezza il profilo governista del partito democratico mostra il proprio carattere di rapina. Le lotte sociali continueranno ad articolare in autonomia una parola d’ordine chiara: “via il PD da Livorno” (in tutte le sue varianti). Ma ciò che emerge con forza è che questa istanza ha allargato, su fronti trasversali anche se poco comunicanti, il proprio bacino di consenso. La crisi cronica della Livorno industriale e operaia ha fatto schierare contro il PD anche pezzi di piccola imprenditoria produttiva determinando – fatto non da poco – significativi smottamenti negli stessi equilibri tra gli interessi del capitale labronico. Dove siano i nostri interessi e da che parte stare è chiaro, ma è certo anche che è innanzitutto partendo dalla rottura degli assetti di una compatibilità calcificata che possiamo immaginare, soprattutto dal versante nostro, delle lotte sociali, nuove condizioni e possibilità.

Su questo risultato elettorale riportiamo un buon commento a caldo da Senza Soste

Nogarin batte a sorpresa Ruggeri con il 53% delle preferenze.

Altissima l’astensione: solo il 50% alle urne.

Filippo Nogarin è il nuovo sindaco di Livorno. Lo hanno deciso i 35.899 che lo hanno votato (1/4 dell’elettorato) e che sono stati sufficienti per mandare per la prima volta il Pd all’opposizione, visto che l’ex partitone ha preso solo 31.709 voti, 2.300 in meno che al primo turno. Più che una vittoria dei 5 Stelle appare una disfatta del Pd.

Ci sono alcuni aspetti inequivocabili di questo voto. Il primo è il drastico calo della partecipazione dal 64% del primo turno al 50% del secondo. Il secondo è che il Pd non è riuscito a portare a casa nemmeno gli stessi voti del primo turno, fatto che fa sospettare che un po’ di renziani non siano andati a votare nemmeno a questo giro. Come ultimo aspetto quello della provenienza del voto: i 19.500 voti in più che sono arrivati a Nogarin (al primo turno ne aveva presi 16.210) provengono per la maggior parte da sinistra, sicuramente molti dei 13.973 presi da Raspanti al primo turno (Buongiorno Livorno e alleati). Ma anche molti da parte di cittadini che in questi anni hanno condiviso le lotte contro il rigassificatore, il megainceneritore, la discarica di Limoncino, le speculazioni di Nuovo Centro e Porta a Mare.

Vediamo commenti di molte persone che vivono fuori Livorno che sono stordite da questo risultato e da posizioni come le nostre. Chi vive qui sa benissimo che la sinistra organizzata elettoralmente (eccetto Rifondazione), quella organizzata dal basso e quella diffusa nel sostegno a tante lotte sul territorio, hanno votato in massa per i 5 Stelle, o meglio contro il Pd. Molti tappandosi il naso ma per il bene della città, altri in modo naturale visto che nella sede del Movimento 5 Stelle di Livorno sono appese le bandiere “No Rigassificatore” e “Referendum Acqua Pubblica”, le stesse che molti hanno in casa. Col Pd invece cosa c’era da condividere? Nulla, se non la vuota retorica di chi spesso parla facendo credere ai propri elettori che esiste sempre il Pci. Anzi, probabilmente molti possono condividerci le decine di denunce e i processi dei prossimi mesi per molte battaglie recenti e passate.

Ci sarà sicuramente qualcuno che la farà passare come la sconfitta della Livorno rossa e della sinistra e interpreterà questo risultato come l’avanzamento delle destre. Noi sappiamo solamente che in questo consiglio comunale ci sarà solo una rappresentante del centrodestra su 32 consiglieri (minimo storico della destra livornese). Ci saranno 20 del M5S di cui ne conosciamo alcuni che abbiamo incrociato in qualche lotta ambientalista, ci saranno 3 di Buongiorno Livorno e ci sarà Marco Cannito. Se qualcuno in tutto ciò ci vede l’avanzamento della destra (storica o moderna) ce lo spieghi bene. Sicuramente in questo consiglio comunale ci sarà meno rappresentanza per banche e lobby, anche se sappiamo che i poteri forti della città continueranno a comandare e il consiglio comunale è ormai un luogo dove le sorti della città si decidono in misura minima.

Tuttavia in Comune stasera c’erano molte facce preoccupate: dirigenti, funzionari, vertici dei Vigili Urbani e molti altri che hanno sempre avuto la faccia arrogante di chi si sentiva tutelato da un potere inscalfibile. Questa è la sconfitta di un malgoverno ventennale, di un potere adagiato e sempre più privo di qualità. È anche la sconfitta culturale de Il Tirreno che ha cercato fino all’ultimo di reggere il gioco a Ruggeri sull’impegno a cambiare, dipingendo Nogarin come un improvvisato.

Chiudiamo ribadendo un passaggio che abbiamo scritto nell’editoriale preballottaggio:

Sappiamo bene che quando si apre un tombino sigillato esce tanta merda sottoforma di ambigui imprenditori che aspettavano la fine di un’era, personaggi incapaci che pensano di aver inventato la politica o pericolosi cialtroni. Ma sappiamo anche che quando un potere pluridecennale se ne va, libera anche tante energie spesso represse in questa cappa di piombo che ha sempre visto coesi partito-sindacato-amministrazione.

Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Militanza politica e un giornale indipendente.

Livorno ha dato, come sempre, un segnale di ribellione sapendo di rischiare. Ma come disse Lenin: “Per fare una frittata bisogna cominciare a rompere delle uova”.

 

 

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