LA FABBRICA È ANCORA IL FULCRO DEL PROFITTO

PER IL DIBATTITO Redazione di OperaiContro, chi ancora dice che “in Italia non ci sono più gli operai” non ha ovviamente capito un cazzo. Basterebbe mettere la testa fuori dalla sabbia. C’è anche chi lo dice con pelose motivazioni, con il fine di spostare i riflettori sulla propria condizione sociale: il famoso “noi siamo i veri nuovi schiavi” quelli “messi peggio di tutti”. E c’è anche chi lo afferma indirettamente, costruendo una conseguente linea politica di cancellazione delle lotte nelle fabbriche, fatti salvi slogan e dichiarazioni di formale circostanza. Questo capita nel mondo della “sinistra” sempre più intellettualoide e […]
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PER IL DIBATTITO

Redazione di OperaiContro,

chi ancora dice che “in Italia non ci sono più gli operai” non ha
ovviamente capito un cazzo. Basterebbe mettere la testa fuori dalla sabbia.

C’è anche chi lo dice con pelose motivazioni, con il fine di spostare i
riflettori sulla propria condizione sociale: il famoso “noi siamo i veri
nuovi schiavi” quelli “messi peggio di tutti”.

E c’è anche chi lo afferma indirettamente, costruendo una conseguente
linea politica di cancellazione delle lotte nelle fabbriche, fatti salvi
slogan e dichiarazioni di formale circostanza. Questo capita nel mondo
della “sinistra” sempre più intellettualoide e salottiera, sostenuta
dalla microborghesia annoiata china sui manuali del keynesismo.

Nel frattempo, mentre taluni insistono in elettoralistiche battaglie per
conquiste decimali, il governatore di BANKITALIA, Ignazio Visco, nella
sua relazione individua come dirimente PROPRIO la produzione
industriale: la fabbrica per i timonieri del capitale nazionale è ancora
il fulcro della creazione di profitto e plusvalore:

“…la caduta dell’attività rivolta all’interno è stata drammatica: nel
complesso la produzione industriale si è contratta di un quarto.
Nell’ultimo trimestre del 2013, mentre le esportazioni erano quasi
tornate ai livelli della fine del 2007, i consumi delle famiglie erano
ancora inferiori di circa l’8%, gli investimenti del 26, con una perdita
di capacità produttiva nell’industria dell’ordine del 15%”

Per Visco, e gli farà eco CONFINDUSTRIA, è necessario richiamare alle
armi un buon numero di soldati dall’esercito industriale di riserva. E
la trincea è sempre in fabbrica:

“…tra il 2007 e il 2013 l’occupazione è scesa di oltre un milione di
persone, quasi interamente nell’industria; è anche diminuito il numero
medio di ore lavorate. L’offerta di posti di lavoro tornerà a salire
solo lentamente”.

La borghesia ed i suoi lanzichenecchi ci offrono l’ennesima riprova che
la lotta degli Operai e la costruzione di un proprio, indipendente
partito è l’unica via per la liberazione dal lavoro salariato.

Altro che sedicenti analisi sociali ed economiche con controproducenti
divisioni tra “precari” e “lavoratori”. ( ??? )

Sarà bene che i “lavoratori” ed i “precari” si uniscano all’AsLO nel
dibattito e nella costruzione del partito operaio informale. Anche
BANKITALIA, CONFINDUSTRIA e governo Renzi con le loro dichiarazioni
stanno ad indicarlo…

Saluti Operai da Pavia

M.L.

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