CRONACA DELLA GUERRA IN UCRAINA

Lettori,  riportiamo le cronache della guerra in Ucraina perché la stampa dei padroni occidentali vuole farla passare come una normale azione di polizia. L’Ucraina non esiste più. Da una parte i soldati e i mercenari del re del cioccolato autoproclamatosi presidente dell’Ucraina. Dall’altra una larga parte della popolazione delle regioni confinanti con la Russia che chiedono l’indipendenza e hanno chiesto l’appoggio dei russi. I padroni russi appoggiano i ribelli, ma fanno accordi con il re del cioccolato di Kiev Operai guerra ai padroni Sono ripresi nella notte i bombardamenti dell’artiglieria dei padroni di Kiev sulla martoriata città di Sloviansk, […]
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Lettori, 

riportiamo le cronache della guerra in Ucraina perché la stampa dei padroni occidentali vuole farla passare come una normale azione di polizia.

L’Ucraina non esiste più. Da una parte i soldati e i mercenari del re del cioccolato autoproclamatosi presidente dell’Ucraina. Dall’altra una larga parte della popolazione delle regioni confinanti con la Russia che chiedono l’indipendenza e hanno chiesto l’appoggio dei russi.

I padroni russi appoggiano i ribelli, ma fanno accordi con il re del cioccolato di Kiev

Operai guerra ai padroni

Sono ripresi nella notte i bombardamenti dell’artiglieria dei padroni di Kiev sulla martoriata città di Sloviansk, una delle roccaforti ribelli nella regione di Donetsk. “Il bombardamento ha causato vittime tra i civili”. I morti sono oltre 200.

“E’ una vendetta per l’abbattimento dell’elicottero” ucraino, accusano i ribelli.

Gli assassini Usa intanto prendono posizione: Kiev “ha la responsabilità di far rispettare la legge e mantenere l’ordine sul proprio territorio. Abbiamo visto tanti abusi da parte dei separatisti, comprese
assassini, rapimenti e saccheggi”. Così la portavoce del dipartimento di Stato americano Jen Psaki.

I padroni USA riforniscono di armi e munizioni il re del cioccolato Ucraino

Ucciso ex campione di kick-boxing
Negli scontri all’aeroporto di Donetsk, del 26 maggio, è stato anche ucciso l’ex campione del mondo di kick-boxing, Nikolay Leonov.

Il corpo, scrive Ria Novosti, è stato identificato ieri e trasportato nella città natale di Dnepropetrovsk. Leonov aveva 31 anni, aveva vinto il titolo nel 2007 nel contest di Marina di Carrara, in Italia. Allo scoppiare della crisi era entrato a far parte delle milizie separatiste. Dalla Russia, intanto, che giovedì ha annunciato aiuti umanitari ai secessionisti della Repubblica popolare di Donetsk, parte un’altra bordata: una commissione di inchiesta ha concluso che i militari governativi ucraini hanno violato la convenzione di Ginevra, colpendo volontariamente i civili con ogni mezzo a disposizione.

I ribelli rincarano la dose, parlando non solo di elicotteri, blindati e armi pesanti, ma anche di munizioni bandite come i micidiali proiettili a frammentazione. Vladimir Putin fa appello a uno stop dell’operazione militare di Kiev.

Fossa comune in un bosco
Un velo di macabro orrore cala sul conflitto nell’est ucraino. In un villaggio poco a nord di Donetsk alcuni contadini affermano di aver trovato una fossa comune in un bosco, con 10-15 cadaveri in avanzato stato didecomposizione. Secondo alcuni si tratterebbe dei corpi dialcuni miliziani del Donbass, molti di nemmeno vent’anni, che sierano rifiutati di combattere. Secondo altri, di vittime nonaccertate dei violenti scontri tra nazionalisti e ribelli per ilcontrollo di un checkpoint il 23 maggio. Invece i quattro osservatori Osce arrestati dalle milizie ribelli di Lugansk sono stati liberati”.

Dei quattro, accompagnati da uninterprete ucraino, si erano perse le tracce ieri alle 18 oraitaliana, nella località di Severodonetsk. Il team, scrivel’Osce sul proprio profilo Facebook, “è stato arrestato damiliziani armati”. Oggi la liberazione. Fonti dei ribellismentiscono di aver avuto un ruolo nella vicenda, come inveceaffermato da fonti dell’opposta fazione. Il governo ucraino ritorce le accuse:”Gli atti criminali dei nemici del popolo ucraino non resterannoimpuniti”, ha tuonato il presidente eletto Petro Poroshenko. Ma i leader ribelli hanno lanciato un ultimatum agli ucraini che controllano l’aeroporto di Donetsk: lascino il nostro territorio o attaccheremo presto, è il monito dei separatisti, convinti che nello scalo stiano arrivando rinforzi per i pro-Kiev.

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